«Italia Nostra»: 25 anni di battaglie per la salvaguardia della natura di Bruno Ghibaudi

«Italia Nostra»: 25 anni di battaglie per la salvaguardia della natura Il quarto di secolo festeggiato alla Camera dei Deputati «Italia Nostra»: 25 anni di battaglie per la salvaguardia della natura o a o o , d o o è e e a e e e n é i e a ò r a a o o o e a e a a g a fn a à a o E a e i-> o ua rn e rn - ROMA — «Italia Nostra» ha 25 anni. L'anniversario è stato celebrato nei giorni scorsi con una solenne cerimonia nell'aula dei Gruppi parlamentari della Camera dei Deputati, alla presenza di molti esponenti del mondo politico e culturale italiano. Nel corso della cerimonia, che segna soltanto ravvio di un programma celebrativo imperniato su una decina di iniziative che si svolgeranno in tutta Italia nei prossimi mesi, sono stati assegnati i premi Zanotti Bianco 1978-79»: Paolo Monti e Francesco Perego hanno vinto il «Premio Giornalistico», A.G. Fronzoni e Marcello Paribeni il «Premio Tecnico-Scientifico», Raimondo Arni e Giovanni Jacovoni il «Premio Interventi e iniziative per la tutela». La benemerita associazione nazionale per la tutela del patrimonio storico, artistico e naturale della nazione è stata fondata a Roma il 29 ottobre 1955 da sette persone accomunate dal desiderio di salvaguardare un patrimonio artistico unico a) mondo e bellezze naturali che tutti ci invidiano, ma che non sempre gli italiani hanno dimostrato di saper apprezzare. Erano Giorgio Basaani, che ne avrebbe poi retto la presidenza nazionale per quìndici anni, Umberto Zanotti Bianco, Pietro Paolo Trompeo, Elena Croce, Desideria Antonia Pasolini dell'Onda, Luigi Magnani e Hubert Howard, un americano di Washington, residente da anni nel nostro Paese. Lo scopo dell'Associazione, come recita il suo statuto, si esplicita in cinque punti: suscitare un più vivo interesse per i problemi inerenti alla conservazione del paesaggio, dei monumenti e del carattere ambientale della città, specialmente in rapporto all'urbanistica moderna; assicurare l'adempimento delle leggi vigenti e promuovere provvidenze legislative atte ad evitare le manomissioni del patrimonio artistico ambientale e ad impedire le speculazioni che le determinano: collaborare strettamente con le Associazioni che perseguono gli stessi fini; considerare le possibilità di alleggerimenti fiscali per facilitare la manulezione di castelli, ville, giardini e il loro'godimento pubblico, sull'esempio di altre nazioni; promuovere l'acquisto di edifici o proprietà in genere di valore storico artistico e assicurarne eventualmente la tutela secóndo le esigenze del pubblico interesse. Venticinque anni dopo, qual è il bilancio dell'iniziativa? L'identikit dell'Associazione è lusinghiero, se teniamo conto>di vivere in un paese come malia: più di 15 mila soci, 15 consigli regionali e 145 sezioni periferiche sparse in tutta Italia. Di recente una legge assegna all'Associazione un contributo di 300 milioni l'anno. «I primi 25 anni di "Italia Nostra" coincidono con 25 anni di storia tormentata del nostro Paese, fatta di molte luci, ma anche di molte ombre — ha detto Serena Madonna, segretario generale dell'Associazione. — Più che presentare un bilancio della nostra attività ci proponiamo di individuare alcune emergenze nelle quali l'Associazione è tutt'ora impegnata. Dall'aggressione selvaggia del territorio spesso contrabbandata con l'impegno sociale per dare casa e lavoro a chi ne era privo, alla sanatoria degli abusi edilizi, erte, — se l'iene incontro a migliaia dì situazioni emergenti nelle grandi citta — rischia di premiare ancora una volta grossi abusi speculativi». Serena Madonna ha quindi ricordato il complesso problema della salvaguardia dei centri storici, che debbono essere intesi non come documenti da conservare per il godimento di pochi ma come testimonianze di vita; il problema del verde; l'impegno per il Parco Nazionale del Po, che deve interessare il Veneto e l'Emilia-Romagna: l'impegno per la legge quadro per i beni culturali e ambientali, che dovrebbero essere indicati come «risorse». «In sintesi, potremmo dire die l'impegno di "Italia Nostra" per gli Armi 80 è per un nuovo modello di sviluppo — ha continuato Serena Madonna. — In tale quadro va anche inserita la nostra posizione in merito ai problemi energetici. Ci siamo battuti e ci battiamo prima di tutto per una politica del risparmio. Saremo contrari alla scelta nucleare fino a quando non sarà documentata la sua assoluta sicurezza e l'obbligatorietà di tale scelta». Bruno Ghibaudi