Monte Cavo: le antenne tv non saranno «sfrattate»

Monte Cavo: le antenne tv non saranno «sfrattate» Ritirato il provvedimento di esproprio Monte Cavo: le antenne tv non saranno «sfrattate» La minaccia sulle emittenti radiotelevisive private non è però dei tutto scongiurata ROMA — Le antenne ripetitrici delle radio e televisioni private laziali restano, per ora, a Monte Cavo. Il provvedimento con cui la Seconda regione - aerea intendeva espropriare l'albergo (e la zona circostante) situato sulla sommità-dei monte è-stato infatti revocato. La decisione non è stata però presa dal Tribunale amministrativo regionale del Lazio, che ieri avrebbe dovuto pronunciarsi sul ricorso presentato dalle emittenti, ma dallo stesso firmatario del provvedimento, il comandante della Seconda Regione aerea gen. Catullo Nardi. La revoca è stata comunicata ai legali delle emittenti a a a e i a l o l a a a o — l i l i i |cava (gli avvocati Modenesi, Criscuoio e Lubrano) che ne hanno informato in apertura d'udienza i giudici della prima sezione del Tar. Il presidente della sezione, Osvaldo Tozzi, ha preso atto della revoca e non ha quindi dato luogo alla discussione del caso. Sulle emittenti private continua tuttavia a permanere la minaccia dello «sfrattò» delle loro antenne. La comunicazione della revoca è infatti accompagnata dalla frase «con riserva di ogni ulteriore opportuno provvedimento». Il che significa che la Seconda Regione aerea non ha rinunciato defintivamente alla zona. La sensazione è che abbia intenzione di attendere le motivazioni della sentenza con cui recentemente la Corte di Cassazione ha riconosciuto alle tv private il diritto di trasmettere a patto che siano state loro assegnate dal ministero delle Poste le relative bande di frequenza. Queste «motivazioni» dovrebbero anche fornire indicazioni sul modo in cui le emittenti private debbono operare. La vicenda ebbe inizio il 1° marzo scorso, quando il direttore dell'albergo che «ospita» sul suo tetto le antenne ricevette comunicazione che la zona veniva «occupata d'urgenza» dovendo essere costruite «opere di difesa militare» (la zona è proprietà del demanio militare). Immediata la reazione di due emittenti, «Teleroma 56» e «Telelazio» che impugnarono il provvedimento contenstandone la legittimità. Il provvedimento non inoiiinfatti, a parer loro, i motivi d'urgenza che per legge dovevano giustificarlo.

Persone citate: Catullo Nardi, Lubrano, Osvaldo Tozzi

Luoghi citati: Lazio, Roma