Tenersi per mano

Tenersi per mano SI PUÒ' MORIRE DIMORE? Tenersi per mano Un vecchio ultranovantenne è morente Suo figlio, orfano di madre, vissuto con lui. quando gli dicono che per suo padre è finita, va a casa e s'impicca. Aveva poco più di quarantanni Un atto assurdo, uno scarto di follia Quel vecchio era mio nonno e in casa quel suicidio entrò come una colomba nera. Alla notizia della subita morte della signora Amendola, che «non ce l'ha fatta» a sopravvivere al suo consorte, mia moglie Nini ha detto, tranquilla, con invidia «Beata lei» Avrei dovuto inginocchiarmi davanti a quel sentimento pieno, come tutti ci siamo commossi per l'altro episodio, e invece mi sono ribellato come se avessi rivisto la colomba nera, come se mi fossi sentito schiacciato da una responsabilità rovesciata e inaccettabile Proprio quel giorno una vedova, rispondendo alle condoglianze, scriveva «Per quarantaquattro anni ci siamo tenuti per mano» Forse la spiegazione è lì. Nei tempi lunghi, l'amore è questo amarezze, delusioni, inganni, disgrazie si susseguono La notte uno dei due domanda «Dormi?» e si toccano la mano Tornano alla mente i piccoli episodi di una vita comune Nasce il primo figlio che un giorno, tenero e indifeso, si ammala Viene il medico, respira, tossisci, il termometro, lo stetoscopio, poi dice «E' il suo solito disturbo» Le parole passano nel silenzio ma non cadono perché si è in due a raccoglierle Sapere che quell'uomo, un estraneo, conosce nostro figlio nella sua celata costituzione, dà non so quale dolcezza Ci si sente protetti da un bene condiviso Capita una disgrazia e la donna, a occhi asciutti, va a preparare il caffè e così riafferma e reinserisce in modo sommesso la quotidianeità del la vita, che deve continuare Oppure la donna guarda il suo uomo con gli occhi attenti da infermiera, senza parlare Meraviglioso silenzio, quando si è in due a tacere con le stesse parole non dette, che l'altro in tende perché sono le sue Tenendosi per mano, gli umori si compensano come nella natura le nubi e il sereno In quell'alternarsi. i contrasti riescono a convivere. Come Cos'è che si comprometter L'uomo (o la donna), per esempio, riafferma il diritto d'essere diverso da quello che la controparte pretende giudi ca in misura di se stesso, men tre l'altro (o l'altra') giudica nella misura in cui si è capaci di comprendere le incongruenze altrui Chi ha ragione? Al;. racolosamente. hanno ragione ambedue Com'è possibile? Perché il miracolo sta nell'accettare la illogicità, ricchezza misteriosa della natura umana Gli animali non sono mai ilio gici, non sono capaci di sragionare Perfino il cane, che si la scia morire sulla tomba del pa drone. segue una sua logica ge netica L'uomo no, e il suicidio lo conferma La logica non regge ai fatti individuali. Sembra che nella vita della coppia l'individualità non si salvi e invece è vero contrario è la vita che non si salva se non è la somma dell individualità. Nelle leggende troviamo il divieto di voltarsi indietro Orfeo ha il consenso degli dei di scendere agli inferi per riportare alla vita Euridice ma a patto di «non voltarsi in dietro» Orfeo non tiene il pat to e la perde per sempre Giuf fà. personaggio leggendario si ciliano. voleva «arare» il Tirre no per congiungersi col conti nente anche questo è un atto d'amore, che gli viene consen tito a patto di «non voltarsi in dietro» Giuffà non rispetta patto e annega Giusto, perché per congiungersi e convivere non bisogna guardare alle spai le rimpiangendo il passato, bi sogna guardare avanti nel tempo da vivere insieme. Privati della mano dell'altro, può soltanto guardare al tempo già consumato, che a mano a mano si allontana. Questa è la disperazione cui non si regge. Tenersi per mano vuol dire ì rapporto unitario, giorno dopo giorno, umore su umore, pisodio su episodio, incongruenza su incongruenza, per il meglio. Il tempo passa, la bellezza si disfa e i desideri, come le api, cercano altri fiori. Condannevole che sia, siamo sempre nella natura. Per l'uomo c'è qualcosa in più l'attenzione alla «miseria» dell'altro, non alla sua «gloria» (bellezza, giovinezza'), ma alla decadenza che comincia nel fulgore dell'età. Quella miseria ci appartiene, è la nostra su questa terra, vivi e condannati. Non è pietà, è l'amore paziente che ci spetta nella comune condizione dell'esistenza. La solitudine, la vecchiaia di domani, il gelo cui ci avviano cominciano presto e appartengono all'altro come a noi stessi. E giusto «occuparsene» prima che si facciano distruttivi. Scegli dieci anni prima ciò di cui piangerai non ciò che hai vissuto, amato e goduto, ma ciò che non hai visto che non hai mai amato e che per questo sarà perduto per sempre, senza rimedio Orfeo, voltandosi, cerca Euridice nel tempo felice di ieri,, ma lei è morta con tutto il suo tempo sulle spalle e quel tempo non può tornare alla vita Resta, per piangerla, ciò che di lei non è stato amato Orfeo non lo capisce e perde Euridice per sempre. Avete visto una madre accanto alla bara del figlio? Non piange, gli parla lo «aggiusta» con una carezza. Non evoca i ricordi, ma entra in quel silenzio, segue il figlio come può nel suo nuovo stato. Non si uccide perché, col suo amore, terrà vivo il figlio, tutto lui, com'era. E' ovvio che queste conside razioni hanno un aggancio di retto con una vita già vissuta e col bene avuto nei' tèmpi lun ghi. Nessuna conclusione t possibile. Si affollano davanti a me le obiezióni. Pochi giorni fa un diciotten ne, perduta la madre, si è ucci- so e ogni parola sin qui detta d'un colpo diventa una esercitazione retorica, che esclude nientemeno che i giovani, cioè la vita, quando si hanno ancora i denti per morderla. E' contro natura chiedere a un giovane di uscire dal presente, che è suo di diritto, mentre il futuro pensa che sarà lui a determinarlo. Ma è sicuro che sia vero? Nei fatti sì, ma il tempo e gli occhi per guardarlo sfuggono all'età. Di sicuramente vero c'è che quella madre ha tenuto il figlio per mano, assumendo versò di lui tutta la dolcezza della vita. Un errore sublime. L'errore del figlio (a parte i divieti religiosi) è di non aver capito, di non sapere o di non ricordare che se la vita è dura come una pietra, anche tra i sassi spuntano i fiori. Valentino Bompiani .

Persone citate: Amendola, Valentino Bompiani