Il potere contrattuale di chi ha solo miseria

Il potere contrattuale di chi ha solo miseria Quale sarà il peso della Commissione Brandt nella prossima Assemblea generale Onu? Il potere contrattuale di chi ha solo miseria INDIAN EXPRESS (NEW DEHLI) Fu nel corso sessione speciale dell'Assemblea generale alle Nazioni Unite del novembre 1974 che venne stilata la Dichiarazione sulla creazione del' «nuovo ordine economico internazionale». In agosto, a oltre sei anni di distanza, i delegati dell'Onu si riuniranno di nuovo in assemblea a New York per rivedere e per riaffermare la validità dei concetti espressi da quella dichiarazione. Purtroppo i progressi di cui si potrà menare vanto sono ben pochi. Anzi, il trend generalizzato è di segno opposto, lo squilibrio strutturale è diventato più acuto, le tensioni nel campo delle relazioni economiche mondiali sono più gravi. Abbiamo avuto un esempio interessante ed istruttivo nella riunione dell'Unido III svolta all'inizio dell'anno qui, a Nuova Delhi. L'India, in quanto Paese ospitante, aveva tentato con ogni mezzo di moderare gli scontri ideologici per raggiungere un consenso di opinioni accettabile alle diverse rappresentanze nazionali. Se il tentativo indiano avesse avuto successo, si sarebbe conseguito un notevole passo in avanti nella direzione dell'obiettivo comune, un risultato atteso dunque da tempo. Ogni speranza di accomodamento è invece caduta quasi in chiusura del convegno-quando gli interventi, estremamente politicizzati, di alcuni Paesi sviluppati hanno messo a nudo la' forza degli interessi antagonistici che oppongono quelle potenze al disegno di rimettere in sesto l'ordine economico internazionale. Non è una esperienza inedita. Ogni iniziativa intrapresa nell'ambito del dialogo NordSud, sia su base bilaterale che tramite le istituzioni internazionali, è finita in un nulla di fatto perché le nazioni industrializzate preferiscono rimediare alle difficoltà del momento riequilibrando la bilancia del pagamenti con sistemi convenzionali a breve termine. Sono un approccio e un modo di comportarsi che difendono il protezionismo e rendono sempre più precarie le prospettive commerciali per i Paesi emergenti in quanto sono incompatibili con un adeguato trasferimento di risorse di capitali e tecnologia, l'unico in grado di ovviare alle distorsioni che caratterizzano le relazioni economiche fra Stati. In altri termini, si continua a frapporre ostacoli di ogni sorta alle condizioni giuste ed oggettive che renderebbero possibile il progresso, SI ha pertanto l'impressione di assistere, come sempre, a uno sterile esercizio intellettuale quando si viene a discutere dell'ordinamento mondiale. Fa eccezione il rapporto della Commissione Brandt, di cui parliamo anche in altre parti di questo supplemento a più voci. Esso ha difeso con convincimento la necessità di trasferire le risorse finanziarle verso i Paesi sottosviluppati ad un ritmo doppio dell'attuale che è, d'altro canto, l'obiettivo a suo tempo fissato da numerose risoluzioni dell'Onu. A questo proposito va sottolineata inoltre la notevole importanza politica della proposta Brandt riguardo la tassa speciale da esigere per le transazioni di armi, un balzello che dovrebbe servire a<i rendere più respirabile l'atmosfera internazionale, su più scacchieri tornata al clima della guerra fredda, e aiutare a reperire risorse con le quali bilanciare la crescita regolata dell'economia mondiale. Tuttavia qualsiasi pro¬ gramma operativo per decollare ha bisogno del supporto della volontà politica. Sappiamo però che i Paesi sviluppati, e anche alcuni dell'area socialista, e le nazioni produttrici di petrolio che hanno ammassato sostanziose eccedenze finanziarle nei confronti del Terzo Mondo, non sono ancora disposti a ripondere alla chiamata degli obblighi per un ordine mondiale più progredito. Dinanzi a tale situazione l'opzione per i Paesi emergenti è doverosamente il confronto. Si tratta di una prospettiva che non piace, i Paesi emergenti esitano nel lanciare una sfida del genere al mondo industrializzato. Molti fra di loro continuano a consigliare prudenza e pazienza, puntano ancora sull'arma della persuasione. Si preferisce insomma porre l'accento sulla necessità di trovare soluzioni al proprio interno, definire cioè ex novo i rapporti socio-economici nell'ambito di ogni Paese «povero» e rivedere nel contempo le relazioni fra gli appartenenti al Terzo Mondo. Oli aggiustamenti non saranno facili, tutta l'economia mondiale ne risentirà. E' il prezzo che va pagato per aver indotto i Paesi emergenti al limite della disperazione. Allo stadio attuale del suo sviluppo l'India può svolgere un ruolo importante nella posta che è in gioco. Abbiamo accumulato significati surplus di tecnologie e macchinari che potrebbero venire impiegati in altri Paesi in via di sviluppo, con vantaggi reciproci. L'India può inoltre mettere a disposizione la sua ampia riserva di manodopera specializzata, a condizioni più vantaggiose dei lavoratori provenienti dalle nazioni meglio progredite. Balraj Menta

Persone citate: Brandt

Luoghi citati: India, New York, Nuova Delhi, Stati