Per i magistrati cento auto blindate di Giuseppe Zaccaria

Per i magistrati cento auto blindate Per i magistrati cento auto blindate (Segue dalla 1 " pagina) periore. Mario Amato era stato abbandonato a se stesso: anche se avesse potuto disporre di un'auto dell'ufficio, non si sarebbe trattato di una vettura blindata. Al tribunale di Róma, le auto di questo tipo sono in tutto otto: tre vengono destinate al presidente della corte d'appello, al procuratore generale, al procuratore capo. Le altre devono essere suddivise ogni giorno fra tutti i giudici che ne fanno richiesta. «De Matteo — affermano molti colleghi dell'ucciso — aveva lasciato Mario Amato completamente solo. Le indagini sull'eversione "nera", diceva, non gli interessavano». Altri aggiungono che probabilmente sull'atteggiamento del procuratore capo ha influito la situazione d'incertezza nella quale si trova. Il Con¬ siglio superiore ha iniziato da tèmpo contro di lui una procedura di trasferimento che trae origine dal caso Calta girone. «De Matteo non sa ancora se resterà o meno alla guida della Procura: questo lo ha portato a isolarsi ancora di più». Ma è dalla stessa constatazione che nascono le accuse rivolte al Consiglio superiore. «Anche con le nuove norme "garanlisticlie" del trasferimento d'ufficio, il Consiglio non avrebbe dovuto lasciare die la situazione si incancrenisse. L'indagine sugli uffici giudiziari più delicati del Paese avrebbe dovuto concludersi rapidamente, in un senso o nell'altro. Così non si fa die alimentare l'incertezza...». Altro motivo di amarezza è stato constatare che a rendere omaggio alla vittima sono giunti ieri solo due rappresentanti dei partiti: Ugo Pecchioli, comunista, e Aldo Boz¬ zi, liberale. A Peccliioli è toccato, nella tarda mattinata, di catalizzare la protesta dei magistrati: molti gli si sono fatti intorno, hanno parlato delle loro condizioni di lavoro, della inutile serie di incontri fra le loro associazioni e i rappresentanti del ministero di Grazia e Giustizia. La posizione del pei su questo punto è stata durissima: «Il Parlamento —ha risposto Pecchioli — ha stanziato 150 miliardi per la giustizia, e di questa somma finora non è stata spesa una lira. Se il ministro Morlino non sa mettere in atto quanto è stato già deciso, cambi mestiere». Il senatore comunista ha poi invitato i rappresentanti dei giudici a un incontro con il suo partito. L'agitazione dinanzi all'aula Occorsio si è placata ieri solo per un momento: alle 18,45 nel cortile della Procura sono arrivati due motociclisti, seguiti da un corteo di auto. Da un'«Alfetta» è sceso Pertini. Il Presidente si è fermato per qualche minuto dinanzi alla salma del giudice ucciso, poi si è allontanato scambiando qualche parola con il p.g. Pascalino. Il guardasigilli, giunto poco prima per lo stesso mesto salutò, non era stato circondato dalla stessa deferenza: «Afora ne possiaìno più — gli avevano detto i giudici — la situazione è insostenibile, almeno incontriamoci ancora per discuterne Modino aveva potuto solo rispondere: «Da ieri mattina non ci occupiamo dì altro...». Poi si era allontanato in fretta. Giuseppe Zaccaria • Commemorazione di Nonni. La figura di Pietro Nenni sarà ricordata dal presidente della Camera Nilde Jotti, dal prof. Gaetano Arfè e dal prof. Massimo Severo Giannini giovedì 3 luglio alle 10,30 nell'aula dei gruppi parlamentari del palazzo di Montecitorio.