L'Aica, un servizio a 1400 cooperative di Bruno Pusterla

L'Aica, un servizio a 1400 cooperative La 32a assemblea a Salsomaggiore L'Aica, un servizio a 1400 cooperative SALSOMAGGIORE — Il binomio «cooperazione e sviluppo dell'agricoltura italiana» ha assunto in questi ultimi anni un significato di indubbia validità, particolarmente al fine di ridurre il peso del nostro import di prodotti agro-alimentari sulla bilancia commerciale con Teste-, ro. L'Aica (Alleanza italiana cooperative agricole) della Lega nella sua 32" assemblea an-| nuale ha voluto sottolinearlo e ha affrontato a Salsomaggiore il problema «agricoltura» con un dibattito sullo stato del settore e le sue prospettive. Gli oratori hanno illustrato come nel corso dell'esercizio 1979 l'Aica abbia reso servizi a 1400 Cooperative di 1" e 2° grado, con circa 350 miliardi di fatturato e con stanziamenti per rinnovo di strutture di altri 260 miliardi. E' stato anche rilevato, da parte dei relatori, come nella fase difficile che il Paese sta attraversando sul piano sociale e economico, anche il movimento cooperativo non sfugga alla morsa dei fenomeni critici dovuti all'inflazione, alla restrizione del credito e all'alto costo del denaro. Infatti, alle difficoltà di produzione causate dall'inci-, denza dei costi dei mezzi tecnici si aggiungono gli ostacoli che frenano l'esportazione verso i principali mercati esteri — è stato osservato —' dove si sviluppa sempre più una agguerrita concorrenza tra i Paesi mediterranei nel «disordinato rapporto di un interscambio comunitario ed extra-comunitario», che coinvolge la maggior parte delle grandi aree di produzione europee. l Ma proprio per questo — hanno sottolineato all'assemblea di Salsomaggiore — «sensibile è l'operato delle Cooperative per ridurre il costante flusso sul mercato italiano dei surplus comunitari, in particolare quelli di origine anima-' le, fortemente concorrenziale per il nostro settore sootecnico, un operato su cui poggiano l'inisiativa di ripresa agricola e il rilancio a breve, medio e lungo termine del settore». «Ecco allora — è stato ripetuto a più voci — l'importansa al riguardo assunta in questi anni dall'Aica sul piano agrosootecnico sia per i servisi (approvvigionamento di fertilissanti e fitofarmaci, materie plastiche, carburanti e lubrificanti, sementi, mangimi, bestiame da ristallo) sia nel campo dell'assistensa tecnica e di promozione per lo sviluppo di nuove strutture». Non solo in questo settore «l'Aica ha svolto un'azione di rilievo: essa Ita realissato un forte gruppo di agroindustrie e le ha affidate in autogestione alle Cooperative del luogo die trasformano derrate agricole conferite da una rete di cooperative di produsione. Si tratta di una filiazione — è stato specificato — in corso parallelamente a una rìstrutturasione verticale, che si intreccia sul piano commerciale con quella orizsontale dei servisi». I primi 4 Consorzi di settore operano nei comparti: vinicolo (Conavi, 85 Cantine sociali, 10 centri di imbottigliamento); olio di oliva (CiosV75 frantoi, 2 oleifici sociali); sootecnico-carneo (Conazoo, 10 macelli e salumifici, 400 Cooperative di allevatori) e conserviero (Sucor, 15 stabilimenti di conserve vegetali che trasformano la produzione conferita da oltre un centinaio di cooperative ortofrutticole). «Queste cooperative lianno scelto in concreto — è stato detto — la via dello sviluppo basato sulla imprenditorialità competitiva su moderni ed aggiornati livelli operativi. Si tratta quindi di una forsa economica, organissata su scala nazionale, in pieno sviluppo nelle maggiori regioni agricole», segnatamente in quelle, meridionali che, accanto alla tradizionale cooperazione consolidata in Emilia e nelle regioni centrali, allineano un forte numero di nuove cooperative agricole, per concorrere seriamente allo sforzo proclamato dal piano agro-alimentare verso obiettivi di autosufficienza su scala nazionale. Bruno Pusterla

Luoghi citati: Emilia, Salsomaggiore