Arrestato l'ex questore di Ravenna coinvolto in affari di bische e mafia

Arrestato l'ex questore di Ravenna coinvolto in affari di bische e mafia Arrestato l'ex questore di Ravenna coinvolto in affari di bische e mafia Diresse anche la Mobile di Napoli - Emessi altri 11 mandati di cattura DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NAPOLI — E' finito in una cella nel carcere di Poggioreale l'ex questore di Ravenna (poi capo della Squadra mobile di Napoli) dottor Giuseppe Chiodi. Il provvedimento restrittivo è stato emesso dal giudice istruttore bolognese Bruno Catalanotti che sta svolgendo indagini sul clamoroso scandalo delle bische in Emilia e Romagna. Chiodi, accusato d'interesse privato in atti di ufficio, è stato arrestato dai suoi colleghi nell'alloggio che occupava in via Manzoni e dopo dopo una sosta negli uffici della questura, trasferito ieri notte in prigione. Coinvolto nell'«affare bische», due anni fa Chiodi era stato sospeso dall'incarico ed era tornato a Napoli dove per sedici anni aveva diretto la Mobile, dopo essere stato alla guida della «Buoncostume» e di altri delicati incarichi. Si credeva che l'indagine del magistrato bolognese dovesse concludersi con l'archiviazione: imprevisto, quindi il mandato di cattura che ha colpito anche altre undici persone. Giuseppe Chiodi è coinvolto in un'indagine avviata nel 1978 su un presunto giro di bische, inchiesta che ha portato a numerosi1 arresti ed incriminazioni. L'ex questore (che era stato sospeso nell'ottobre 1978 dal dott. Catalanotti e reintegrato in servizio dalla sezione istruttoria della Corte d'appello di Bologna il 7 settembre dello scorso anno), è accusato — unitamente ad un funzionario della questura di Milano —di aver indebitamente concesso alcuni permessi a Francesco Scaglione, palermitano di 43 anni, già in soggiorno obbligato a Massalombarda (Ravenna). Da questa località, però, Scaglione si era più volte recato — appunto con permessi dell'autorità di polizia — a Milano, ufficialmente, per visitare la moglie gravemente malata (che però risultava gestire due lavanderie); secondo il giudice Catalanotti per controllare il racket delle bische. Francesco Scaglione era stato inviato al soggiorno ob bligato di Massalombarda perché coinvolto nel processo di mafia detto dei « 114 ». L'ex questore Chiodi, dopo la comunica zione giudiziaria era stato trasferito dalla questura di Ravenna presso il ministero con altro incarico. Successivamente venne sospeso e quindi, come si è detto, reintegrato. a. 1

Persone citate: Bruno Catalanotti, Chiodi, Francesco Scaglione, Giuseppe Chiodi, Scaglione