In rovina l'orgoglio del Gran Mogol?

In rovina l'orgoglio del Gran Mogol? IL «CANCRO DELLA PIETRA» MINACCIA IL FAMOSISSIMO TAJ MAHAL In rovina l'orgoglio del Gran Mogol? NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE NUOVA DELHI — Una campagna è stata lanciata in India per salvare il Taj Mahal dall'inquinamento atmosferico. L'acido contenuto nei gas degli scarichi industriali sta togliendo la lucentezza al candore del marmo; si sono anche scoperti focolai di «cancro della pietra». «Sarà un disastro se non si farà qualcosa al più prèsto», afferma Som Chib, vice presidente della Indian Heritage Society, fondata recentemente per la difesa del Taj Mahal. «Il Taj non è soltanto un tesoro indiano — afferma —. E' una delle meraviglie del mondo e oltre un milione di persone vengono ogni anno a vederlo. Se adottiamo misure immediate di prevenzione possiamo impedire che sia rovinato. Il danno, per ora, è abbastanza limitato, ma lo sgretolartene e le macchie opache, soprattutto nella parte superiore, sono un buon avvertimento». Il Taj Mahal, sulle rive del Jumna ad Agra, circa 200 chilometri a Sud di Nuova Delhi, fu costruito fra il 1630 e il 1652, monumento funebre volutola un re per la sua amata sposa. Negli ultimi trent'anni c'è stato un imponente sviluppo industriale ad Agra, e il biossido di zolfo ha cominciato la sua opera distruttrice. Le principali fonti d'inquinamento sono due centrali elettriche distanti meno di due chilometri dal monumento, depositi ferroviari dove siusano ancora locomotive a carbone, e circa 250 fonderie. In replica alla crescente preoccupazione per il futuro del Taj e di altri splendidi edifici ad Agra, il governo Indiano ha deciso la sostituzione delle locomotive a carbone con quelle diesel e lo spostamento delle centrali elettriche. Ma p^r queste due misure non è stata fissata una data. E' stata predisposta, a otto chilometri, un'altra zona per le fonderle, e alcune sono già state spostate. Ma c'è una forte resistenza, fra i proprietari, a questo trasferimento, e si ritiene che l'operazione richiederà molto tempo. Anche se le centrali elettriche e le fonderle saranno trasferite, tuttavia, resta una grave minaccia per chi ha a cuore il Taj Mahal. Circa 50 chilometri a Nord di Agra è in costruzione una raffineria di petrolio che entrerà in funzione alla fine dell'anno. Per molti mesi dell'anno i venti porteranno i fumi di scarico verso Agra. Non essendo riuscita a far costruire altrove la raffineria, la Indian Heritage Society sta cercando di ottenere che essa sia dotata di filtri per impedire l'emissione di biossido di zolfo in quantità pericolosa. La Indian Oil Corporation ribatte che il livello dell'inquinamento sulfureo non sarà sostanzialmente accresciuto. I difensori del Taj Mahal vogliono invece un'inchiesta indipendente. Intanto nel celebre monumento è sta¬ to installato- un inquinometro, donato dal Giappone. «La minaccia non viene soltanto dalla raffineria — afferma Som Chib —. Attorno ad essa nasceranno aziende complementari che accresceranno l'inquinamento; inoltre la strada per Agra sarà più frequentata dai veicoli industriali. Sappiamo benissimo che questa sona ha bisogno dei posti di lavoro e della crescita economica offerta dalla raffineria. Ciò non toglie che in India la coscienza ecologica sia molto scarsa. Con una buona pianificazione potremmo avere sia le industrie, sia il nostro patrimonio storico. La Heritage Society centra la sua attenzione sul Taj Mahal perché è conosciuto in tutto il mondo, ma il nostro obiettivo è di informare il pubblico sulle minacce ad altri tesori architettonici ed artistici, oltre che alla fauna e alle foreste». Trevor Fishlock Copyright Times Newspapers e per l'Italia «La Stampa»

Persone citate: Mogol, Taj Mahal, Trevor Fishlock