Piacenza: i quattro terroristi erano pronti per una rapina
Piacenza: i quattro terroristi erano pronti per una rapina Cronaca di tre giorni, con furto d'auto, arrivo di armi Piacenza: i quattro terroristi erano pronti per una rapina (Segue dalla 1* pagina) cu- viene parcheggiata alla periferia di Piacenza. Ed è qui che martedì mattina la nota una pattuglia del nucleo antirapina dei carabinieri di Piacenza. La targa è nell'elenco delle auto rubate: ma come mai risulta appartenere a una «Sinica» e non a una «500»? Non si tratta, evidentemente, di un furterello qualunque. C'è qualcosa di losco. E i carabinieri dispongono un servizio di sorveglianza per tutto il giorno e per tutta la notte. Mercoledì. Siamo cosi a mercoledì mattina. Alla stazione di Pontenure a dieci chilometri da Piacenza, arriva un giovane con una grossa sacca. E' (se l'identificazione risulterà esatta) il Bonato, che ha portato le armi da Milano: sarebbe stato pericoloso farle viaggiare sulle automobili, esposte ai controlli dei posti di blocco: meglio il treno. Alla stazione, Bonato si incontra con Arminise. Qualcuno li ha visti insieme. Caricano le armi sulla «Simca» rubata, poi si separano a Arminise torna a prendere la sua «500». Sono le dieci. Quando inserisce nella serratura il grimal- dello, Arminise si trova circondato dai carabinieri armati. Tenta una scappatoia: «Sono solo un ladruncolo, venuto da Torino per trovare una ragazza. Ho rubato l'auto per tornarmene a casa-.Ma un ladruncolo non cambia le targhe. Mentre lo portano in caserma, o poco dopo, il giovane fa altre ammissioni. Probabilmente rivela il luogo dell'appuntamento con la «Sinica» delle due ragazze. Cosi, quando la Zoili e la Ferronato raggiungono il luogo convenuto, trovano ad aspettarle i carabinieri. C'è un tentativo di fuga, qualche colpo di pistola dei carabinieri, la «Sinica» sbanda e si blocca dopo un testa-coda. Le due ragazze non parlano, nemmeno per dichiararsi prigioniere politiche. Sull'auto, insieme con piantine e carte topografiche, c'è un fucile Remington del tipo a pompa, in dotazione alla polizia americana, con il calcio accorciato, tre pistole Beretta cai. 7,65 e una quarta Beretta mod. 34, dello stesso calibro, con silenziatore. Maria Teresa Zoni ha documenti falsi; una carta di identità intestata a Rosina Costa. Occorrono alcune ore per scoprire chi è veramente e da quel momento le indagini prendono un ritmo frenetico. Ieri, alle 17. gli arrestati sono stati interrogati da due magistrati, il sostituto procuratore Carnevali, di Milano, che conduce l'inchiesta su «Prima linea», e il sostituto procuratore Carmelo Marino di Piacenza. Non si sa che cosa abbiano detto. Probabilmente l'inchiesta verrà assegnata alla magistratura milanese, poiché pare che da Milano venissero le armi sequestrate. Resta da dire del filo che lega questi arresti all'assassinio di Walter Tobagi. Bisogna risalire al gennaio del 1979, quando in una via milanese, tra le auto parcheggiate, in mezzo alla neve, si trova una valigetta. Dentro c'è ancora la fascetta di una grossa mazzetta di banconote e molte carte. Evidentemente, un ladro l'ha rubata, si è impossessato dei soldi, poi l'ha buttata via perché i documenti non gli interessano. Ma interessano l'antiterrorismo. Perché le carte contengono lo statuto del nuovo gruppo eversivo «Reparti comunisti d'attacco» che Maria Teresa Zoni ha costituito dopo l'irruzione dell'antiterrorismo nei covi che «Prima linea» aveva in via Negroli e in via Gran Sasso a Milano. E, con lo statuto, un elenco di nomi di magistrati e giornalisti da «punire». Tra i giornalisti, figura anche Walter Tobagi. E ora l'arresto di Maria Teresa Zoni e dei suoi compagni dimostra che l'organizzazione è ancora in piena attività. Per ora, non si ha notizia di altri sviluppi dell'operazione. E' .stata perquisita la casa di Patrizia Ferronato a Cuveglio, presso Luino, ma si sarebbe trovata soltanto la sua corrispondenza con il fidanzato Daniele Bonato. La ragazza era impiegata alla «Ire Philips» di Casslnetta (Varese), ed era stata espulsa dal sindacato dal consiglio di fabbrica e dalla Firn Giorgio Martinat Maria Teresa Zoili
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