Ma per i sindacati non si tocca

Ma per i sindacati non si tocca Ma per i sindacati non si tocca ROMA — La questione della scala mobile è stata ieri al centro del dibattito sindacale con una serie nutrita di interventi. «Non risulta die esista al nostro interno lo schieramento dei duri e quello dei morbidi — ha detto Pietro Larizza, segretario confederale UH, sottolineando che il problema è un altro e riguarda — i rilevanti costi di produzione del nostro sistema industriale. Costi die si chiamano energia, costi bancari, grado di efficienza e produttività degli impianti e del lavoro». Dopo aver rilevato che non si può assegnare una «funzione miracolistica» ad una modifica della scala mobile, l'esponente della Uil ha sostenuto che «ài contrario, è facile supporre che l'alternativa alla riduzione e al congelamento della scala mobile sarebbe quella della sistematica rincorsa salariale con una conflittualità diffusa». Larizza ha concluso invitando le autorità di governo e gli economisti a proporre «ipotesi di lavoro all'altezza della gravità della situazione, invece di cercare gli applausi di pochi intimi, con poche idee e per di più sbagliate». Il segretario confederale della Cisl Paolo Sartori, commentando le anticipazioni fatte dal ministro Bisaglia sul piano di politica economica a medio termine, ha detto: «Siamo favorevoli alle misure di lotta all'evasione fiscale, che devono essere attuate nei confronti di tutte le categorie. Riteniamo che una fiscalizzazione degli oneri sociali opportunamente graduata, purché, non si tratti di un provvedimento congiunturale, possa migliorare la competitività nelle nostre esportazioni, largamente compromessa dagli ultimi rincari del petrolio». «Non ci pare — ha concluso Sartori — che la modifica della scala mobile possa risolvere i problemi dell'economia italiana, anche perché questa copre sempre di meno i salari dall'inflazione». Per il segretario generale Uil, Benvenuto «porre il problema della revisione della scala mobile, cosi come è stato posto di recente da alcuni politici e imprenditori, è sbagliato. C'è stata, comunque, una correzione del ministro Pandolfi al modo singolare e improvvisato di porre la questione da parte del ministro dell'Industria Bisaglia che non è nuovo a tali "sortite"». «Aspettiamo — ha aggiunto — di confrontarci con il governo su una politica economica di piano che affronti in primo luogo il problema della disoccupazione. In questo ambito, per quanto riguarda gli oneri sociali nel costo del lavoro, crediamo che non sia una impostazione corretta quella che. tende a risolvere il problema con un semplice trasferimento di risorse dai lavoratori agli imprenditori, con provvedimenti "tampone"che non tengano conto del complesso di una politica pianificala». Benvenuto ha concluso dicendo che il governo è in ritardo in questo campo, e che la richiesta sindacale e quella di sollecitare un incontro con il ministro del Bilancio, La Malfa. Secondo il segretario confederale della Clsl Delpiano «interpretazioni e illazioni strumentali sulla scala mobile esigono che i lavoratori siano messi in guardia, per evitare che si prestino a provocazioni con conseguenze deleterie nel movimento. Nessuna variazione di posizione è intervenuta nel sindacato sul piano unitario: non è peraltro accettabile alcuna modifica peggiorativa, tanto più isolata, della scala mobile. «E' un bersaglio falso e fuorviante. Ogni assalto va quindi respinto con forza proprio per il significato che assume di attacco al sindacato, al suo potere, alla sua credibilità nei rapporti con i lavoratori. Se poi intervengono malauguratamente decisioni legislative unilaterali, imperative, al di fuori dell'ambito contrattuale, lavoratori e sindacati non possono che dare ima dura risposta di pronta mobilitazione». Secondo Delpiano si determinerebbe una «microconflittualità aziendale generale di carattere salariale con il sostegno confederale». Infine il sindacalista ha affermato che la fiscalizzazione degli oneri deve riguardare solo quelli «impropri, che rendono anomala e distorta la nostra situazione rispetto ad altri paesi».

Persone citate: Bisaglia, Delpiano, La Malfa, Larizza, Pandolfi, Paolo Sartori, Pietro Larizza, Sartori

Luoghi citati: Roma