Scontro Bisaglia - Pendolfi sul modo di difendere la lira di Mario Pirani

Scontro Bisaglia - Pendolfi sul modo di difendere la lira Il ministro dell'Industria ha minacciato le dimissioni Scontro Bisaglia - Pendolfi sul modo di difendere la lira Cossiga ha sospeso la riunione dei ministri economici per dirimere il dissidio Anche La Malfa entra nella polemica - Per sostenere la nostra moneta, la Banca d'Italia avrebbe speso negli ultimi 20 giorni un miliardo e mezzo di dollari ROMA — Negli ultimi due giorni un duro scontro ha contrapposto il ministro del Tesoro, Pandolf i, a quello dell'Industria Bisaglia che è arrivato a minacciare le sue dimissioni in una animata discussione con Cossiga martedì sera. Oggetto del contendere sono i provvedimenti allo studio per combattere l'inflazione e la situazione perielitante della lira. La tensione all'interno del governo, che vedeva interessati anche il titolare del Bilancio, La Malfa, e quello delle Finanze, Reviglio, ha consigliato il presidente del Consiglio di sospendere la riunione dei ministri economici che era fissata per ieri mattina e suggerire, invece, un preventivo incontro chiarificatore per dirimere il dissidio che avrà luogo proba-, burnente oggi. Le premesse della vicenda sono presto dette. Il ministro dell'Industria è tagliato fuori dalla preparazione delle misure economiche che dovrebbero essere annunciate entro il mese. D'altro canto, però, è destinato a subire i contraccolpi e le proteste degli industriali che, di fronte alla caduta netta delle esportazioni e della concorrenzialità, lamentano la lentezza dell'azione governativa. Nel frattempo, soprattutto dopo l'audizione del 22 maggio al Senato, quando una frase di Pandolfi venne, a torto, interpretata come l'annuncio di una possibile svalutazione della lira, gli operatori italiani sui mercati internazionali agiscono come già hanno fatto altre volte: anticipano i pagamenti in dollari e ritardano gli incassi in valute forti dall'estero, dando così un ..segnale di attesa» della svalutazione. La Banca d'Italia, tenuto conto che il commercio estero rappresenta il 50% del prodotto nazionale lordo, teme che le dimensioni dell'emorragia, se ■non si interviene in tempo, possano diventare imponenti. E' a questo punto che il ministro Bisaglia rompe il silenzio e invoca provvedimenti urgenti. In un discorso a Brescia, lunedi scorso, rivendica una immediata fiscalizzazione degli oneri sociali «sema perdere altro tempo». Sempre secondo il ministro dell'Industria, questa operazione può essere finanziata con ritocchi dell'Iva che non debbono, però, riflettersi sulla scala mobile, la quale va anche depurata dagli aumenti dei costi petroliferi. Ma sono questi, appunto, alcuni dei provvedimenti che Pandolfi ha allo studio e che, congiuntamente al piano a medio termine del ministro del Bilancio, La Malfa, dovrebbero essere annunciati ai sindacati, assieme, però, ad una serie di misure di rilancio degli investimenti (progetti speciali per l'energia, l'esportazione, il ponte di Messina, il rifinanziamento degli istituti di credito, ecc.). Martedì ad una colazione a Palazzo Chigi con Cossiga, Colombo, ed alcuni funzionari che preparano il Vertice di Venezia, il ministrò del Tesoro esprime il suo disappunto: « Questi annunci spetta darli a ine e non ad altri. Altrimenti si ha una visione distorta e non globale. Si tratta di un pacchetto che non deve avere né vinti né vincitori». A questo punto arriva al pranzo anche Bisaglia. Fra i due c'è un primo chiarimento.! Il ministro dell'Industria la menta di non sapere neppure a quale livello di fiscalizzazione degli oneri sociali si pensi di arrivare e chiede notizie sulla situazione della lira sul mercato dei cambi. La cosa sembra finita 11, ma non è così. Nel tardo pomeriggio Pandolfi fa diramare dalle agenzie un comunicato che, pur non nominando il ministro dell'Industria, è di chiara polemica con il discorso di Brescia. Nel comunicato si sottolinea che -ogni anticipazione è prematura» e che -la manovra politica che il governo si accinge a compiere non può essere ridotta ad alcuni singoli provvedimenti». Bisaglia, punto sul vivo, prende cappello, chiama in serata Cossiga e gli annuncia che se ogni ministro non si assume chiaramente le proprie responsabilità egli si presenterà la mattina dopo, mercoledì, alla riunione dei ministri economici con la lettera di dimissioni già ssslatnngpsdmtrtGnntppdcpdqilmsivrs scritta in tasca. E così al pre-' sidente del Consiglio non resta che revocare sull'istante la riunione già fissata. Gli altri ministri interessati, Reviglio e La Malfa, tacciono. Il ministro del Bilancio, da noi interpellato, risponde: -E' grave che in questi giorni si parli dei provvedimenti allo studio sema conoscerli. Sono discorsi che non hanno fondamento perché solo noi tre, titolari delle Finame, del Tesoro e del Bilancio, stiamo mettendo a punto dati e misure. Gli altri non sanno niente e noi non parleremo con nessuno fino a quando il documento non sarà pronto per essere presentato e discusso con le parti sociali, sindacati ed industriali». Sembra che il giorno fatidico dell'annuncio sia giovedì prossimo. Poi, però, si dovrà discutere con i sindacati i quali hanno già detto che non intendono accettare la sterilizzazione dell'Iva e degli aumenti petroliferi ai fini della scala mobile. Quando, quindi, i tanto attesi provvedimenti vedranno la luce? E giungeranno in tempo per evitare la svalutazione della lira? Questo, al di là dei diritti di; primogenitura rivendicati dal ministri, è infatti il vero problema. La Repubblica di ieri affermava che l'esborso in divise subito in quindici giorni dalla Banca d'Italia ammonterebbe a un miliardo di dollari. Notizie da noi raccolte danno, purtroppo, un dato1 che si aggirerebbe, dal 23 maggio ad oggi, addirittura sopra il miliardo e mezzo, anche se il flusso massimo degli esborsi, partito da 400 milioni di dollari nella prima giornata di svolta negativa e atte-, statosi poi per cinque giorni sui 200 milioni di dollari, sarebbe, nell'ultimo scorcio di tempo, in fase decrescente e sotto controllo da parte della Banca Centrale, forte dei suoi 41 miliardi di riserve. D'altra parte vengono messe in atto convincenti pressioni sugli importatori perché evitino l'anticipo dei pagamenti. Molto più difficile il controllo sul ritardo negli incassi che mantiene le valute forti fuori dai confini. A tutto questo si aggiunge l'esborso quotidiano per il petrolio, che varia tra i 20 e i 40 milioni di dollari. Che la situazione valutaria sia grave esce anche confermato dal fatto che, malgrado la stagione turistica sia entrata nel suo pieno, la bilancia dei pagamenti non risente ancora del suo tradizionale trimestre positivo. Sono tutti sintomi che impongono rapidissimi provvedimenti capaci di essere recepiti, anche psicologicamente, come chiari rovesciamenti di tendenza e adatti, nella loro concretezza, a segnare davvero una svolta antisvalutativa € antinflazionistica. Da questo punto di vista, anche se la cautela di Pandolfi e La Malfa ha le sue giustificazioni, la fretta di Bisaglia non appare priva di senso. Mario Pirani

Luoghi citati: Brescia, Messina, Roma, Venezia