«No» a Bisaglia dalla Flm di Emilio Pucci

«No» a Bisaglia dalla Flm Scontro sulle proposte di modifica della scala mobile «No» a Bisaglia dalla F La revisione chiesta dal ministro dell'Industria «è un sostegno indiscriminato ai profitti dell'impresa» - Le condizioni perché diventi accettabile la fiscalizzazione ROMA — Ai metalmeccanici, da sempre strenui difensori della scala mobile, le proposte di modifica avanzate dal ministro dell'Industria Bisaglia sono apparse come una sfida. E ieri, all'unisono, gli oratori dell'ultima giornata del direttivo nazionale della Firn hanno brutalmente avvertito il governo che idee come quelle di Bisaglia finirebbero solo col provocare, come duplice effetto, la rottura della tregua e l'ulteriore deterioramento delle relazioni industriali. «Dopo mesi di attesa e di rinvìi — hanno affermato con toni secchi e duri i segretari generali dei lavoratori metalmeccanici. Galli (Cgil), Bentivogli (Cisl) e Mattina (Uil) — ancora una volta prevale la logica delle anticipazioni personali, da parte di questo o quel ministro, oltretutto in sedi sicuramente non neutrali (Bisaglia ha parlato all'assemblea degli industriali di Brescia, ndr), che delineano un metodo inaccettabile nei rapporti tra i rappresentanti del governo e i sindacati». E ancora: «La sortita del ministro non può non sollevare gravi preoccupazioni intorno ai contenuti del piano a medio termine*, sia per la parte riguardante la fiscalizzazione degli oneri sociali, sia per «il contestuale attacco alla scala mobile, assumendo come logica prioritaria quella \ di un sostegno diffuso ed indiscriminato ai profitti d'impresa*. Il vertice della Firn, in pratica, ce l'ha con Bisaglia perché la sua proposta sembra recepire senza eccezione alcuna la richiesta avanzata dal presidente della Confindustria nel recente incontro con il governo. Tutto ciò. a detta dei tre sindacalisti, ripropone «una logica di riduzione del costo del lavoro ottenuta esclusivamente attraverso l'abbassamento del salario reale». Tutto questo «non può che trovare una ferma risposta: se le condizioni poste da Bisaglia fossero le proposte che il governo presenterà al sindacato nel confronto sul piano a medio termine, non è difficile prevedere che quel confronto diverrebbe assai difficile ed aspro». Il discorso cambia se la proposta riguarda la fiscalizzazione degli oneri sociali. Questa ipotesi, sostengono i metalmeccanici, è sostenibile ma solo a determinate condizioni e mettendo in moto al tempo stesso impegni per il contenimento dei prezzi, gli investimenti nel Mezzogior¬ no, le modifiche alla organizzazione del lavoro. La fiscalizzazione, ha chiarito il segretario nazionale Morese, si può attuare «solo all'interno di una politica settoriale e industriale, nell'ambito cioè di una operazione strutturale». Dal direttivo della Firn è quindi uscita una proposta, subito girata alla federazione unitaria Cgil, Cisl e Uil: «Il confronto con il governo — ha spiegato Mattina — non può essere parziale; dobbiamo anzi invertire la rotta e porre al centro del negoziato la nostra ipotesi rivendicativa». Vanno anche respinti eventuali aumenti dell'Iva, soprattutto per i generi di prima necessità. Sulle vertenze Alfa e Fiat, la maggioranza degli intervenuti ha recepito i concetti espressi l'altro ieri, in apertura dei lavori, dal segretario nazionale, Ottaviano Del Turco. Stavolta, sostiene la. federazione, non si tratta del solito e tradizionale confronto tra due parti che sì contendono al tavolo delle trattative una diversa remunerazione del lavoro o una diversa destinazione del profitto aziendale. Stavolta, il vero centro dello scontro ai due tavoli delle vertenze è il destino del settore auto, la sua collocazione nel panorama interno e internazionale, la sfida che il sindacato ha lanciato circa la possibilità di poter introdurre «modifiche sempre più significative sul terreno dell'organizzazione del lavoro fino al superamento delle linee di montaggio». E' atteso per oggi il documento finale del direttivo Firn. Emilio Pucci

Persone citate: Bentivogli, Bisaglia, Galli, Morese, Ottaviano Del Turco

Luoghi citati: Brescia, Roma