Come i petrolieri incassavano in più 460 lire ogni litro frodando il fisco

Come i petrolieri incassavano in più 460 lire ogni litro frodando il fisco A Lecco gli ultimi 28 coinvolti nello scandalo Come i petrolieri incassavano in più 460 lire ogni litro frodando il fisco COMO — Lo scandalo è grosso. Si parla di oltre 2 mila miliardi evasi, e si parla di un colossale contrabbando di prodotti petroliferi che interessa il 25 per cento del quantitativo annualmente commerciato in Italia. Sarebbero implicati uomini politici, ex ufficiali della Guardia di Finanza, grossi industriali del settore. Le inchieste si svolgono contemporaneamente a Torino, a Treviso e a Lecco. A Lecco, ieri, è stata data notizia di imposte evase per 25 miliardi di lire, della denuncia di 28 persone della zona per contrabbando di prodotti petroliferi. Pochi i nomi che sono trapelati. Il giudice che conduce l'istruttoria, Pasquale Drago, si trincera dietro il segreto istruttorio. Precisa che, se le accuse saranno approvate, i 28 denunciati rischieranno fino a 5 anni di carcere solo per il reato di contrabbando, esclusa l'eventuale associazione per delinquere. Le aziende leccesi coinvolte sono: la «Cornea» di Verderio, la «Siplar» di Airuno e la «Fontepetroli.. di Merate. E veniamo ai pochi nomi trapelati. C'è un ex ufficiale della Guardia di Finanza, che ha prestato servizio al comando della Sesta Legione di Como, Salvatore Galassi, titolare della «Siplar». dileso dal- l'avv. Andrea Zodda di Lecco; c'è Giovanni Fontanella un ex sottufficiale dei carabinieri, titolare della «Fontepetroli» di Merate. E ci sarebbero altri grossissimi nomi che sono tenuti segretissimi. Dei 28 denunciati, alcuni sarebbero già finiti in carcere, altri sarebbero riusciti a fuggire. Il sistema che ha permesso la colossale truffa era relativamente semplice. Dalle raffinerie venivano prelevati grossi quantitativi di prodotti petroliferi non registrati. Tonnellate e tonnellate di benzina, ad esempio, sfuggivano cosi ad ogni controllo. Grazie a tutta una serie di complicità e grazie soprattutto a falsi documenti di accompagnamento (si tratta dei moduli «H Ter», indispensabili per il trasporto di oli minerali e carburanti), la benzina di- ventava regolare. Poteva cioè essere venduta normalmente. Piccolo particolare: queste aziende, invece di guadagnare su ogni litro 8-10 lire, ne incassavano, evadendo il fisco, 4fi0. Con un altro sistema si fingeva di esportare, sempre con falsi documenti, benzina in Svizzera. In realtà il carburante finiva sul mercato interno permettendo così enormi guadagni. Qualcuno, però, vuole mettere le stanghe nelle ruote agli inquirenti. Un dossier anonimo, di un centinaio di pagine, accusa i magistrati e l'ufficiale della Guardia di Finanza impegnati in queste difficili indagini di numerosi reati che andrebbero dall'interesse privato in atti d'ufficio, all'abuso di potere, dal peculato all'omissione di rapporto, dalla falsificazione di atti pubblici alla violazione del segreto istruttorio. L'ipotesi è che questo «scandalo nello scandalo» sia stato costruito ad arte. Per fare insabbiare l'inchiesta vera, quella sul colossale contrabbando di prodotti petroliferi. Se, infatti, i responsabili riescono a far passare cinque anni non dovranno più pagare alcuna soprattassa e dopo dieci anni eviteranno anche di restituire allo Stato i 2 mila miliardi evasi. Adolfo Caldai-ini

Persone citate: Adolfo Caldai-ini, Andrea Zodda, Giovanni Fontanella, Salvatore Galassi, Verderio