Gli inglesi sono partiti dopo i giorni di fuoco
Gli inglesi sono partiti dopo i giorni di fuoco Gli inglesi sono partiti dopo i giorni di fuoco Del seimila inglesi che domenica sera hanno affollato lo stadio in città ne sono rimasti pochi. Non più di una ventina sparsi fra i campeggi e gli alberghi del centro. Gli altri sono partiti In gran fretta all'alba di ieri diretti nei nostri centri di villeggiatura più noti. Mete preferite la Riviera e la costa tirrenica. Solo un piccolo gruppo ha detto che voleva spingersi più a Sud. Sono quelli che assisteranno domani a Napoli alla partita Spagna-Inghilterra. Domenica sera né al Comunale né per le strade di Torino ci sono stati incidenti degno di nota fra le due tifoserie. L'appello del sindaco, del console britannico e l'imponente schieramento delle forze dell'ordine hanno ottenuto gli effetti voluti. Anche sugli spalti non è successo nulla. Oli inglesi, benché delusi dal risultato della partita, hanno ritrovato il fair play che per alcuni giorni avevano dimenticato. Sono ritornati negli alberghi in silenzio, fortemente protetti dalla polizia che ha tenuto lontano con decisione quei tifosi nostrani che cercavano la provocazione e lo scontro. I pochi che sono rimasti a Torino hanno girato la città nelle vesti di turisti. E' sbollita la passione sportiva e la rivalità è rimasta nello stadio. I sudditi di Sua Maestà che nei giorni scorsi hanno posto molti problemi oggi sono ritornati ospiti graditi. Al campeggio di villa Rey dove s'era accampato un folto gruppo (e fra essi molti ultra con la testa pelata), è rimasta una sola coppia di giovani. I guardiani ricordano con preoccupazione le notti delia scorsa settimana quando dovettero chiamare più volte la polizia, ma oggi sono meno severi nel giudizio: «Ragazzi, forse troppo appassionati di calcio e forse alla prima vacanza all'estero, //so/e, la birra e il vino giocano brutti scherzi ai giovani». Aggiungono: «E poi non bisogna drammatizzare, i teppisti li abbiamo anche noi». e. mon.
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