Il partito sognato da Nello Rosselli

Il partito sognato da Nello Rosselli UNO STORICO SOTTO IL FASCISMO Il partito sognato da Nello Rosselli Giorgio Amendola non ebbe mai rapporti di dimestichezza 0 di confidenza né coi fratelli Rosselli né col movimento di Giustizia e Libertà. La sua scelta comunista, alla fine degli Anni Venti, si era contrapposta risolutamente a quella' dei giovani intellettuali dell'antifascismo laico, orientati verso il nascente «terzaforzismo» rosselliano (né marxisti né liberali nel senso tradizionale). Nelle pagine del secondo e purtroppo ultimo volume di memorie. Un'isola (Rizzoli). 1 nomi dei Rosselli ricorrono poche volte, e con una vibrazione quasi malinconica, accorata. Nello finisce per emergere su Carlo Quando Carlo Rosselli risponde, sul primo Quaderno di Giustizia e Libertà, all'articolo di Giorgio Amendola su Stato operaio, dal titolo significativo e di rottura, «con il proletariato o contro il proletariato", il combattente memorialista di se stesso annota che il giudizio rosselliano si distingue per finezza e meditazione da quello, impulsivo e superficiale, di Nenni «Forse, aggiunge con una punta di ritrosia. per l'influenza del fratello Nello-', che doveva aver contribuito «algiudizio positivo personale sii di me. malgrado il contrasto politico ed ideologico". E pochi mesi più tardi, agli inizi del '32, quando giunge a Parigi Carlo Levi, legato ad Amendola da vecchia amicizia, cade il progetto di un incontro con Carlo Rosselli perché, appunta il compianto diarista, «fui sconsigliato dai compagni in quanto consideravano Rosselli troppo sorvegliato da spie dell'Ovra. che si infiltravano anche nella sua casa ospitale ed accogliente". L'esattezza di quel primo riferimento di Giorgio Amendola è confermata da un volume di lettere e scritti vari di Nello Rosselli uscito di recente sotto il titolo Uno storico sotto il fascismo, per i tipi della «Nuova Italia», la casa di Calamandrei e del Ponte, a cura di Zeffiro Ciuffoletti che continua, all'ombra delle università toscane, una tradizione di studi ispirata alla religione di <Giustizia e Libertà» C'è un'annotazione del diario di Nello Rosselli che è illuminante e rivelatrice. E' del 22 novembre 1929 (Giorgio Amendola aveva aspettato il dodicesimo anniversario della rivoluzione d'ottobre per iscriversi al pei) «Il comunismo, per quanto diviso e povero ormai in Italia di dirigenti, esercita sempre un'enorme suggestione.specie sui giovani che hanno bisogno di fare. Di ieri la notizia che un carissimo amico, G.A. già alcuni mesi addietro veleggiarne a sinistra, si è deciso a dichiarare le sue simpatie comuniste. Così, se non ci muoviamo, perderemo tutti i migliori". «Perderemo tutti i migliori". Quell'angoscia fu comune a quasi tutti gli intellettuali antifascisti di matrice democratica E a respingere le potenti seduzioni del comunismo contribuirà in modo determinante — ecco un paradosso significativo! — la fedeltà al padre della nuova recluta del comunismo, a Giovanni Amendola. L'ortodossia amendoliana segna la stessa differenza politica fra i due fratelli. Carlo aveva scelto fin dal '24 la via di un socialismo problematico, revisionista, largamente solcato da vene neo-risorgimentali e mazziniane, è l'esperienza che lo porterà all'uscita in campo aperto con Quarto Stato, la rivista diretta insieme all'uomo su cui si appunteranno i più aspri e spesso ingiusti strali di Amendola. Pietro Nenni. Nel lo resterà fermo sulla sponda del revisionismo democratico, anziché socialista. E' una parabola esemplare Nel novembre '24 Nello si dimette dai gruppi di «Rivoluzione liberale» cui aveva inizialmente aderito per portare il suo «sì». all'«Unione democratica nazionale» di Giovanni Amendola «Ritengo utilissima, oggi essenziale, lo scriverà allo stesso Gobetti, in sottintesa polemica col suo movimento anti-partito. la formazione di un largo partito intermedio che dia la sensazione al Paese che fra fascismo e bolscevismo v'è pur qualcosa". Alla fine del '24 non reggevano più le espressioni politiche né del liberalismo esausto e screditato (il partito che sedeva ancora nel governo Mussolini, dopo il delitto Matteotti) né del socialismo roso, corroso, frantumato al suo interno dalla ricerca di una difficile identità. Si cercava qualcosa di nuovo, una forza tendenziale. di attrazione, di aggregazione per il post-fascismo, che qualcuno giudicava vicino, altri lontano (e fra i secondi c'era Gobetti, c'era il giovanissimo La Malfa, aderente all'unione amendoliana'). «Se ci sminuzzoliamo, addio forza.' ». Nello Rosselli combat-. terà la sua battaglia, con dignità e equanimità di intellettuale. Lo storico in lui prevaleva sul politico. Il martirio riunirà, tredici anni più tardi, i due uomini che avevano incarnato due diversi tipi di opposizione alla dittatura, il primo nell'emigrazione neorisorgimentale, il secondo nella lotta domestica, nella lotta interna per la cultura. Ma fra '24 e '26 la scelta «amendoliana» di Nello è chiara e senza riserve. E nel fronte amendoliano Nello appartiene al filone repubblicano, al gruppo di coloro — e non erano la maggioranza, almeno fino al giugno '25 — che scontano la caduta della monarchia come presupposto per la creazione di un nuovo equilibrio politico, in cui si collochi anche il ruolo del «partito della democrazia". come lo chiamerà, vent'anni più tardi. Luigi Salvatorelli. La delusione dell'Aventino 10 accomuna al fratello Carlo, anche se con tonalità diverse. Scrivendo a Oliviero Zuccarini, 11 vecchio repubblicano che piaceva a Gobetti, ai primi di maggio del '26. Nello si presentava con questa carta d'identità: «Perché ella sappia qualcosa di tjw, le dirò che sono dottore ili lettere, allievo ed amico di Salvemini, ex-socio dell'Unione nazionale del povero Amendola". Titolo che ribadirà pure, nel giugno '27. nella lettera di appello per il confino. Ma l'antologia argomentata e documentata di Ciuffoletti tende a mettere in luce, senza ipocrisie e senza reticenze, anche il successivo periodo di,l Nello Rosselli storico, uno «storico sotto il fascismo»: quello che si identifica nel lavoro svolto presso la «Scuola di storia moderna e contemporanea», a Roma. Dopo l'incontro con Croce e Salvemini, quello con Volpe. Volpe apparteneva, come Salvemini, al filone della storiografia economico-giuridica: correttrice delle infatuazioni o delle generalizzazioni dell'idealismo. Ma da quelle premesse era arrivato ad approdi rigorosamente nazionalisti, contro l'afflato mazziniano e universalistico inseparabile da Salvemini. A Nello Rosselli, nell'integrità inviolata del suo antifascismo, toccherà collaborare coi capitila di due indirizzi storici vicini ma inesorabilmente divisi dalla dittatura. Nello ne trarrà lo spunto per l'impostazione in termini europei del «problema» del Risorgimento, svincolato da ogni-autoctonia nazionalista. Si dedicherà all'indagine, già emblematica, dei rapporti fra Piemonte e Inghilterra nel Risorgimento; darà un contributo decisivo al «necessario processo di sproviu I servizi di «Tuttolibri» cializzazione e spoetizzazione»' della nostra storia recente. Nello era partito da un libro esemplare su Mazzini e Bakou-' itine. In contatto col giovane editore Einaudi a Torino, at-' traverso Leone Ginzburg. aveva sognato — e il sogno era rimasto tale — di scrivere una biografia tutta su Mazzini. In una collana nuova, che doveva chiamarsi, con inflessione provocatoria, «Biografie moderne». Storia e politica si identificavano intimamente in lui, storico nato, Nello non separerà mai l'indagine storica da una consapevole e coerente opzione interiore (in pochi studiosi, la storia sarà cosi «contemporanea» come in lui). Democra-1 tico, senza indulgenze al socialismo, avvertirà l'esigenza di un nuovo raccordo fra i due partiti eredi della sinistra popolare e risorgimentale, i repubblicani e i socialisti. Lo scriverà, nell'ottobre 1926, su Critica politica, la vecchia rivista di Zuccarini. «Credo che di un bagno di mazziniatiesimo... possa molto avvantaggiarsi il movimento socialista». Nello parlerà addirittura, con termine mutuato dalla tradizione cavouriana, di «connubio» fra i due filoni. C'era già il presentimento del partito d'azione. Giovanni Spadolini

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