Scarcerati il fratello e l'amico del panettiere ucciso a Cuorgnè

Scarcerati il fratello e l'amico del panettiere ucciso a Cuorgnè A 8 giorni dal feroce assassinio le indagini ripartono da zero Scarcerati il fratello e l'amico del panettiere ucciso a Cuorgnè Il primo, dopo una notte in guardina, ha detto la verità al magistrato - Il secondo è risultato del tutto estraneo alla vicenda - Ricostruito l'agguato: i killers hanno agito studiando ogni particolare - Scomparso un mazzo di chiavi Tutto da rifare. L'inchiesta sull'omicidio del panettiere Pasquale Barbarino. ucciso a colpi di pistola la notte di sabato scorso a Cuorgnè, riparte da zero. L'operaio Santo Pascuzzi. arrestato tre giorni dopo il delitto con l'accusa di essere l'assassino, è stato scarcerato ieri mattina: il sostituto procuratore che coordina le indagini, dottor Sciaraffa. ha accertato che è del tutto estraneo alla morte del Barbarino. In libertà è tornato pure il fratello della vittima. Agostino; una notte in questura lo ha aiutato a ricordare meglio quanto gli aveva mormorato Pasquale in punto di morte. Agostino ha rettificato l'iniziale versione, che era costata le manette al Pascuzzi, scagionandolo. Per cercare il killer (o. più probabilmente, i killers), la giustizia dovrà quindi percorrere altre piste. Quali? Il magistrato risponde vago: «Più si scava in questa storia e più ci si trova dinanzi ad interrogativi. Unico dato certo: il Barbarino non è stato ammassato per uno sgarbo al tavolo da gioco». E' stato, invece, ucciso in un agguato studiato nei minimi particolari e compiuto quasi sicuramente da almeno due persone. Il panettiere è stato colpito da pallottole di due pistole di calibro diverso, gli sparatori se ne sono andati sicuri di averlo fulminato. E hanno forse portato con sé qualche oggetto della vittima. Gli inquirenti si trovano davanti a parecchi misteri: chi mai poteva avere interesse a tendere una trappola mortale a un individuo come Pasquale Barbarino. considerato da tutti a Cuorgnè persona ammodo, non ricca, non invischiata in alcun traffico men che onesto? Perché dalle tasche del panettiere è scomparso un mazzo idi chiavi? Perché, il Barbarino è stato anche ferito con un vetro a un braccio? Perché i killers hanno abbandonato l'auto usata per rimboscata, una «127» rubata, nei pressi dell'abitazione del Pascuzzi, dimenticando sui sedili le rivoltelle, una munita di silenziatore, e un passamontagna? Perché, ancora, Pasquale Barbarino ha mormorato, prima di scivolare nel coma, tre frasi diverse al fratello Agostino, alla moglie Teresa e a un amico accorsi al suo capezzale? Tutte domande che attendono risposte. Per trovarle il dottor Sciaraffa deve ricominciare da capo. Perno dell'indagine dovrebbero essere le confidenze che la vedova del Barbarino, Teresa Scheri, ha fatto al magistrato e attorno alle quali c'è il riserbo più stretto. Intanto, a Cuorgnè, la voce popolare, come sempre succede, quando un delitto si arricchisce a ogni giorno che passa di misteri e nuova incertezza, è meno tenera nei confronti della vittima; qualcuno dice già: "Uno non finisce ammassato a colpi di pistola così per caso. E'evidente che dietro la facciata di irreprensibilità il panettiere nascondeva una qualclie attività illecita». Altri si lasciano andare a congetture che non giovano alla reputazione di Pasquale Barbarino, sussurrano il termine «usurar.. Pasquale Barbarino, la vittima - Suo fratello Agostino ha sca gionato Santo Pascuzzi

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