Cossiga ha convocato i ministri per decidere sul caro-petrolio

Cossiga ha convocato i ministri per decidere sul caro-petrolio Il rincaro del greggio pesa sui conti dell'Italia Cossiga ha convocato i ministri per decidere sul caro-petrolio DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — Il presidente del Consiglio, Cossiga, di ritorno da Venezia, ha convocato a palazzo Chigi 1 ministri del Commercio con l'Estero, Manca, e degli Esteri, Colombo, per un esame dei problemi del nostro interscambio, in vista anche della ormai prossima stesura del piano economico nazionale. L'improvvisato «mini-vertice» è servito soprattutto per una prima valutazione delle conseguenze che l'Italia sarà costretta a subire dopo le decisioni del vertice Opec di Algeri. Il probabile aumento del prezzo del petrolio comporterà per la nostra bilancia commerciale un aggravio stimato, approssimativamente sui mil-1 le miliardi di lire, una cifra di discreta consistenza che andrà a pesare su un deficit petrolifero che già tocca i 15 mila miliardi. Ecco perché diventa urgente per il governo escogitare adeguati rimedi per aumentare le esportazioni e potenziare la competitività del prodotto «made in Italy», che negli ultimi tempi ha dato segni di cedimento. Il discorso si allarga quindi alle misure che dovranno decidersi al più presto per sostenere l'attività produttiva. E in proposito, il provvedimento di cui più si parla è la fiscalizzazione (cioè a carico dello Sta¬ to) degli oneri impropri gravanti sulle imprese. In alternativa, c'è sempre la scottante questione di una modifica della scala mobile, con eventuale «raffreddamento» degli scatti. Ma in questo caso è necessaria una difficile trattativa coni sindacati. Nel «mini-vertice» di ieri si è probabilmente anche discusso del lungo articolo sulla distensione Est-Ovest e sugli scambi commerciali con l'Unione Sovietica che il presidente della Fiat, Giovanni Agnelli, ha scritto per la rivista «Foreign Affairs» e che «L'Europeo» riprenderà nel suo prossimo numero. «Non è eliminando gli scambi commerciali con l'Urss — sostiene Agnelli — che si può mettere un freno alle tendenze espansionistiche sovietiche. Con quel sistema, ansi, si rischia di incoraggiare queste tenderne». L'articolo di Agnelli esamina il problema degli scambi commerciali con l'Urss sia da un punto di vista storico (rilevando fra l'altro come sia stato un errore, per l'Occidente, la mancata collaborazione con l'Urss nello sfruttamento dei giacimenti petroliferi siberiani), sia dal punto di vista delle implicazioni politiche ed .economiche immediate (esprimendo critiche e riserve sugli orientamenti attuali dell'amministrazione americana). Il presidènte della Fiat osserva in particolare che gli scambi commerciali «sono in se stessi un bene» e che un loro aumento «rafforza nella società sovietica quelle forze che tendono alla distensione con l'Occidente e a una politica di pace». «Attualmente — rileva ancora Agnelli — il livello degli scambi commerciali con l'Est è ben lontano dal costituire un pericolo per l'indipendenza delle economie occidentali». Agnelli fa presente poi che bisognerebbe escludere dagli scambi un certo nùmero di settori di importanza strategica «per privare la controparte di prodotti che potrebbero essere utilizzati per scopi militari». «Data la diversa importanza che il commercio con il blocco estero riveste per i vari paesi occidentali — scrive ancora Agnelli — non è opportuno che i mutamenti di politica siano decisi unilateralmente da singoli membri dell'alleanza occidentale, senza previa consultazione e previo accordo fra tutti i paesi interessati». «Oggi non sembra — conclude — che esistano gli stru menti politici atti a garantire questo nuovo tipo di coordinamento delle politiche, e non è pensabile che il vuoto possa essere riempito solo dagli in dustriali».

Persone citate: Agnelli, Cossiga, Giovanni Agnelli, Italia Cossiga, Manca

Luoghi citati: Algeri, Italia, Roma, Unione Sovietica, Urss, Venezia