Holan, un Amleto a Praga di Lia Wainstein

Holan, un Amleto a Praga QUASI IL SILENZIO SUL GRANDE POETA CECO SCOMPARSO Holan, un Amleto a Praga Il grande poeta cèco Vladimir Holan è morto a Praga il 31 marzo scorso. Aveva settantaquattro anni, ma, paralizzato sin dall'anno precedente, come si apprende da una lettera a Giancarlo Vigorelli, non potè sopravvivere alla polmonite. I primi versi di Holan, Blouznivy vejir (Il ventaglio farnetico, 1926) uscirono in un periodo in cui «primeggiava il "poetismo" di Nezval, Seifert, Biebl, una tendenza d'impronta dadaistica, che si proponeva di fare d'ogni poesia una girandola di incastri analogici e di metafore ubriache» (Angelo Maria Ripellino in Una notte con Amleto, ed. Einaudi). Dopo sette anni di un lavoro svolto a malincuore nella Previdenza sociale, Holan divenne redattore della rivista d'arte Zivot (La vita) e dal 1939 al 1940 redasse la rivista Programma D 40 del teatro di E. F. Burian. A partire dal 1948 il poeta, ritiratosi sull'isola di Kampa sulla Vltava, fu costretto per quindici anni al silenzio dalle autorità, che lo accusavano di «formalismo». Malgrado la repressione, Holan conservò tutta la sua popolarità negli ambienti della giovane intelligencija cèca, e la recitazio- ne, nel caffé artistico Viola (1963) del suo poema Noe s Hamletem (Una notte con Amleto) — tradotto poi in molte lingue europee — eb'oe un successo notevole. Nel 1965 Holan ottenne il Premio di Stato, l'anno seguente, come tra altri, Ripellino e Anna Achmatova, il Premio internazionale Taormina, e ancora, nel 1974, il Grand prix international della Biennale dei poeti di Knokke, nel Belgio, e fu più volte candidato al Premio Nobel. Le autorità cèche, pur conferendo, con la presenza del ministro della Pubblica Istruzione Klusak un carattere ufficiale al funerale di Holan, non sembra si siano preoccupate di diffondere adeguatamente la notizia, che in Occidente ha suscitato scarsa eco. L'edizione completa delle opere di Holan — una trentina di raccolte di versi, alcune prose, il diario, intitolato Lemuria, il libro di poesie per bambini, Babaja — è ora in corso di stampa in Cecoslovacchia a cura di Vladimir Justl, mentre la sezione tedesca della commissione dell'Unesco per il progresso degli studi slavi intende pubblicare presso l'editore Wilhelm Schmidt, di Giessen, una scelta di poesie in tedesco con il testo originale a fronte. Nel saggio introduttivo a Una notte con Amleto, in cui sono raccolte liriche e poemi del periodo 1945-1966, Ripellino analizza con insuperabile acutezza l'arte complessa di Holan: «Core abilità d'alchimista, Holan violenta e deforma la sintassi cèca, obbligando il lettore a una sorta di steeple-chase mentale. Sono poesie lambiccate, frigide combinazioni... trappole e "ingegni" d'un cerebralismo, che spesso diventa seccore, atonia, a malapena avvivata da climi di favola e dal ricordo di remote città quasi chimeriche...». In questi versi Ripellino discerne del fermenti barocchi, 'dei legami diretti con la poesia del Seicento, gli stilemi dell'espressionismo, un determinismo implacabile, che rende la vita simile ad una prigione, e una profonda vena metaforica. Somma e compendio dell'arte di Holan è il poema Una notte con Amleto, iniziato nel 1949 e concluso nel 1963. Qui, scrive Ripellino «s'incastrano frantumi di miti, spunti di etnolo¬ gia, in un vertiginoso scombuglio di tempi storici. Ai temi shakespeariani Holan mescola reminiscenze omeriche e riferimenti alla creazione di Mozart, e nella leggenda di Amleto a Praga innesta... un dialogo tra Orfeo e Euridice...». Come seguito a questo poema, nel 1972 Holan scrisse Una notte con Ofelia. L'unico frammento lasciatoci dal poeta è uscito ora, nella traduzione di Eia Ripellino (nella Nuova rivista europea di Giancarlo Vigorelli) con una' presentazione di Vladimir Justl, che interpreta gli ultimi, misteriosi versi del poema: «Ed ecco, qualcuno suonò il campanello ed io, i molto imbarazzato: Sarà l'esattore del gas, i è venuto già altre volte, vuole i soldi...". "E lei li ha?" domandò e senza i attendere risposta, mise la mano nella borsetta i e posò sul tavolo diverse conchiglie variopinte...». Nella conclusione di Una notte con Amleto, osserva Justl, viene rievocata una visita a Elsinore all'anziano Shakespeare, poi seguono gli ultimi versi: «E' chiaro, neanche l'ignoranza significa felicità... i Ma un poema è un dono.'». Lo stesso tema del «dono regale» figura nella conclusione di Una notte con Ofelia: «Le conchiglie, le madrepore, le stelle marine — questi regali dell'Ofelia annegata — regali del mare (che proprio Shakespeare assegnò alla Boemia) restano un omaggio all'eterna bellezza, al segreto della profondità e della totale validità della parola del poeta». Lia Wainstein

Luoghi citati: Belgio, Boemia, Cecoslovacchia, Praga, Taormina