Nel pci aria di fronda per sterzare a sinistra di Luca Giurato

Nel pci aria di fronda per sterzare a sinistra Una settimana dopo il voto i quarantenni incalzano Berlinguer Nel pci aria di fronda per sterzare a sinistra C'è chi punta a un «progetto comune» con i socialisti e non più al compromesso storico - Ma il segretario comunista ribatte: «Adagio, non è una ricetta da imporre dall'alto» - Chiede intanto la conferma delle giunte frontiste e cerca il dialogo con la sinistra de - Appello di Zanone per un incontro dei 4 partiti ROMA — «Non ci sono state e non ci sono differenziazioni nel gruppo dirigente del pei anche solo lontanamente paragonabili a quelle che ci sono stale, per esempio, nel congresso de», dice Giorgio Napolitano. Nel pei, dunque, i contrasti ci sono, anche se non aspri come nella de. Non è una grande novità; è importante, però, che lo dica un dirigente autorevole e prudente come Napolitano. Il capo dell'organizzazione del pei evita, ovviamente, di entrare nei dettagli di questi contrasti. Nega soltanto, giudicandolo «un discorso sema senso», che un pel guidato da Napolitano potrebbe fare al-' leanze ritenute impossibili con il pei di Berlinguer. I contrasti nel pei del dopo elezioni, che ha vinto al Nord e perso al Sud, verranno alla luce durante i lavori del «Comitato centrale», fissato ieri dalla direzione per 11 24 giugno. Le indiscrezioni che filtrano dalla Botteghe oscure parlano di «tre linee» nel pei e partono da un circostanza netta e precisa: Berlinguer e il gruppo dirigente a lui più vicino non solo speravano, ma erano convinti che il psi di Craxi sarebbe uscito duramente sconfitto dalla prova elettorale dell'8 giugno; si puntava a un nuovo governo A questa sconfitta, sembra non aver mai creduto proprio Napolitano, eterno sostenitore, prima e dopo le elezioni, del dialogo con tutto il psi, Craxi compreso. «Ci rivolgiamo al psi nel suo complesso — dichiara Napolitano, in un'intervista a «Panorama» —. E' assurdo sostenere che puntiamo a un governo con "ipotetiche frazioni" del psi e della stessa de». La terza linea nel pei farebbe capo a un gruppo di quarantenni (tra i quali Occhetto) che non hanno 1 propositi «regicidi» che ebbero, nell'estate del '76, gli allora giovani dirigenti socialisti che buttarono giù dalla segreteria Francesco De Martino. Questi leaders quarantenni del pei vogliono che Berlinguer «sterzi» verso sinistra, guardi comunque con maggior attenzione a una «sinistra di governo», a un «progetto comune delle sinistre» che non al compromesso storico. Tale linea è apertamente appoggiata, nel psi, da Signorile, che ha chiesto la caduta del governo Cossiga. Berlinguer non la esclu-| de. .11 «leader» deve! portare notevoli mutamenti alla sua linea tattico-strategica. I primi «sintomi» della svolta che Berlinguer sta pre-, parando emergono con note-, vole evidenza in un'Intervista che il segretario comunista ha rilasciato ali Uni tà di oggi. L'ipotesi politica che spicca con maggiore evidenza nell'intervista riguarda proprio la sinistra di governo. Dal '73, anno della tragedia del Cile che spinse Berlinguer a lanciare la strategia del compromesso storico, non compariva suWUnità un discorso cosi esplicito su tale problema. Esiste questa prospettiva? domanda l'intervistatore. «Ma certo — risponde Berlinguer "guardando" cosi anche ai giovani dirigenti del suo partito che lo spingono a sinistra — è probabile che a un certo punto sia maturo, sia opportuno anche un progetto comune». , Subito dopo, però, un chiaro rimprovero a chi, nel suo partito e anche fuori, nel psi e nella nuova sinistra, ha troppa fretta e continua a vedere la de come una azienda in liquidazione: «Quello die non posso condividere — precisa Berlinguer — è però la concezione illuministica che lianno molti quando parlano di progetto comune come di un toccasana, di una ricetta da propinare dall'alto, sulla base di accordi tra stati maggiori, a tavolino. Questa è una concezione che è stata sempre presente nella vita politica italiana, che ha una sua tradizione, fino a La Malfa, e noi mai l'abbiamo fatta nostra. L'unità delle sinistre deve essere unità delle masse popolari». Per }e giunte si domanda,, non senza preoccupazione, come si comporterà il psi dopo la vittoria nelle elezioni. «Spero che alcune incertezze scompaiano — precisa — perché il psi non può ignorare che chi gli ha dato il voto per come aveva governato con il pei non intendeva darglielo per come avrebbe governato con la de». Per i rapporti con la de. il sogno comunista rimane sempre quello di uno sconvolgimento degli attuali equilibri interni: «Esistono energie popolari e moderne anche nella de — afferma Berlinguer — esistono zone dove la de non è quella dei Gava, dei Calieri di Sala (e dei Donat-Catlin). Può evitare dì porsi un simile problema la sinistra de ?». La de non dovrà, comunque, fare i conti solo con l'opposizione comunista. Almeno per il problema delle giunte, ogni partito sembra aver aperto un fronte che tende ad escluderla. Nel psi, agli attacchi anti-dc di Signorile ha risposto Martelli, criticando gli' obbiettivi attuali della sinistra socialista che, a suo giudizio, sembrano essere «una specie di soccorso rosso, non si capisce bene se ad Andreotti o a Berlinguer». Nel pli, Zanone ritiene che «una consultazione preliminare tra i quattro partiti laici potrebbe utilmente avviarsi senza vìncoli pregiudiziali e senza formule precostituite». Luca Giurato

Luoghi citati: Cile, Roma