E' arrestato per reticenza il fratello del panettiere

E' arrestato per reticenza il fratello del panettiere Le indagini sull'omicidio di Cuorgnè E' arrestato per reticenza il fratello del panettiere Dopo l'interrogatorio - Resta in carcere l'uomo fermato domenica Sempre più ingarbugliata la vicenda della morte violenta del panettiere Pasquale Barbarino, assassinato sabato notte a colpi di pistola a Cuorgnè. Uno dei due fratelli della vittima, Agostino, 30 anni, abitante a S. Colombano, è stato interrogato ieri mattina dal sostituto procuratore dott. Sciaraffa che coordina le indagini. Oltre due ore di domande del magistrato e risposte sempre meno chiare e convincenti; poi, il colpo di scena: il teste è stato portato in questura in stato d'arresto per falsa testimonianza e reticenza. Il dott. Sciaraffa tornerà a interrogarlo oggi nella speranza che una notte in guardina aiuti la memoria di Agostino Barbarino. In cella resta Santo Pascuzzl, l'operaio arrestato con l'accusa di essere l'omicida del panettiere. A mettere nei guai Pascuzzl era stato proprio Agostino Barbarino che aveva raccontato agli inquirenti: «Ho soccorso mio fratello, prima di perdere conoscenza Pasquale pronunciò un nome; Santo, mormorando: "Me. la magherà"*. Alla luce di quanto è accaduto ieri è anche possibile che la situazione del presunto assassino diventi meno pesante. Il dott. Sciaraffa non conferma né smentisce, si limita a dire: «Questa storia è piena di ombre, vedremo, dipenderà dai prossimi interrogatori*. In effetti, la vicenda è ricca, di punti oscuri: manca, almeno per adesso, un movente. Pasquale Barbarino e Santo Pa¬ scuzzi erano stati assieme a lungo il pomeriggio e la sera di sabato, avevano giocato a carte al bar «Umberto» di Cuorgnè. Una partita quieta, che non aveva alimentato litigi. «Inoltre — dissero subito dopo il delitto agli investigatori amici comuni del panettiere e del Pascuzzl — tra i due non c'era mai stato alcuno screzio. Ognuno faceva la propria vita, si trovavano solo al bar per quattro chiacchiere o per una smazzata a carte*. Altro mistero: il modo con cui è stato ucciso il panettiere fa pensare più ad un agguato premeditato e compiuto da più persone che ad un omicidio perpetrato da un individuo in preda all'ira. Però, l'interrogativo più inquietante riguarda le due pistole (una è munita di silenziatore) e il passamontagna trovati su una «127» rubata abbandonata nei pressi dell'abitazione di Santo Pascuzzi. Soltanto una coincidenza? Un errore marchiano del killer o del killers? O una trappola per incastrare Santo Pascuzzi? Tutte domande ancora senza risposta. Sembra che qualche suggerimento al dott. Sciaraffa sia venuto dalla moglie di Pasquale Barbarino, Teresa Scheri, 38 anni. Non è escluso che le indagini abbiano già imboccato una pista diversa da quella della vendetta per uno sgarbo al tavolo da gioco. Intanto, i famigliari di Santo Pascuzzl si sono rivolti all'avvocato Perla. Sostengono che il «Santo» mormorato in punto di morte dal pa- nettiere non si riferiva al loro congiunto ma era soltanto la so lita esclamazione «Santo Dio» che Pasquale Barbarino aveva l'abitudine di pronunciare.

Luoghi citati: Cuorgnè