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Espulso da Londra il rappresentante di Tripoli che giustificò i delitti Espulso da Londra il rappresentante di Tripoli che giustificò i delitti LONDRA — Il capo della missione diplomatica libica a Londra (o «ufficio del popolo»). Musa Kusa, è stato convocato al ministero degli Esteri e avvertito che la sua presenza in Gran Bretagna «no7! è più nell'interesse delle relazioni anglo-libidie». In un'intervista al Times, Musa Kusa aveva detto che i rivoluzionari libici residenti in Gran Bretagna avevano deciso mercoledì sera di uccidere due oppositori di Gheddafi che vivono in esilio in questo Paese, soggiungendo: «7o/o approvo». A Musa Kusa è stato detto che nel Regno Unito «debbono cessare gli atti criminali». Il sottosegretario agli Esteri sir Ian Gilmour ha ricordato alla Camera dei Comuni che il governo britannico, che il 12 maggio ha espulso quattro diplomatici libici, dichiarò il mese scorso di voler mantenere buone relazioni col governo libico, anche se il 2 giugno il colonnello Gheddafi aveva ordinato a 20 sudditi britannici di lasciare il Paese. «Questa è ancora la nostra posizione — ha detto il sottosegretario — ma dobbiamo chiarire die le autorità libidie debbono capire quello che si può fare e quello che non si può fare, secondo la legge, nel Regno Unito, e die qui le azioni criminali debbono cessare». Il portavoce dell'opposizione per gli affari di politica estera, Peter Shore, ha lanciato agli statisti della Cee riuniti a Venezia l'invito a pubblicare un comunicato sulla «illegalità libica». Da tempo le autorità britanniche stanno cercando di controllare più da vicino l'attività del cosiddetto «ufficio del popolo della Libia» a Londra, come si autodefinisce l'ambasciata di Tripoli. Il governo ha già latto sapere ieri all'vUfficio» che intende considerarlo come una rappresentanza diplomatica. Ciò significa che la missione dovrà tornire la lista dei suoi addetti e precisare le loro funzioni.