Muskie: gli Usa non sono contro l'Olp (se accetterà di riconoscere Israele) di Ennio Caretto

Muskie: gli Usa non sono contro l'Olp (se accetterà di riconoscere Israele) Cauta ma positiva reazione americana al documento Cce sul M. 0. Muskie: gli Usa non sono contro l'Olp (se accetterà di riconoscere Israele) Carter ha apprezzato la prudente formula della Comunità europea siili'«adesione» di Arafat ai negoziati - Il segretario di Stato; «Ora la palla è nella metà campo dei palestinesi» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — II presidente Carter e il segretario di Stato Muskie lianno accolto in modo cautamente positivo la dichiarazione europea sul problema palestinese. In particolare hanno ritenuto «importante» la scelta del termine «adesione» ai negoziati fatta a proposito dell'Olp. «Noi non stiamo tentando di escludere l'Organizzazione per la liberazione della Palestina dal processo di pace — Ita detto testualmente Muskie —. Al,' momento opportuno, questo processo dovrà essere allargato all'Olp, alla Giordania, alla Siria e ad altri Paesi.. Attualmente, ha sottolineato, una partecipazione specifica dell'Olp alle trattative è impedita dal suo rifiuto della risoluzione 242 dell'Onu e dal suo impegno alla distruzione dello Stato di Israele. Se l'Olp ac-, cettasse la risoluzione e ricoìioscesse Israele, ha insistito il segretario di Stato, tale partecipazione sarebbe possibile. «Per usare il gergo sportivo, la palla è adesso nella metà campo palestinese», ha concluso. Carter ha osservato che «buoni progressi sonc stati compiuti» nell'opera di riavvicinamento delle posizioni americana ed europea. Ha elogiato i Nove per aver rinunciato alla modifica della risoluzione 242 dell'Onu, che avrebbe aperto una pericolosa crisi nell'alleanza. «Da parte nostra — Ita dichiarato — ci accingiamo a discutere con Egitto e Israele come svilup-1 pare gli accordi di Camp David». 77 presidente ha annunciato che il ministro degli Esteri egiziano Ghali e quello degli Interni israeliano Burg s'incontreranno a Washington il 2 o il 3 luglio, quindi dopo il vertice degli industrializzati a Venezia, per concordare la ripresa dei negoziati interrotti alla fine di marzo. Alla Casa Bianca e al Dipartimento di Stato si dice die, nonostante le pubbliclie asserzioni in contrario, egli è disposto a un nuovo vertice con Sadat e Begin il mese prossimo per sbloccare l Impasse. Muskie ha parlato a una conferenza stampa appena conosciuto l'esito del consiglio europeo. Abbastanza disteso, ha subito asserito di non avervi riscontrato «almeno in superficie, una sfida diretta al processo negoziale di Camp David». Prendiamo atto, ha spiegato, dell'affermazione di Cossiga die l'Europa non vuole minare ma appoggiare l'azione degli Stati Uniti. Rifiutando di avallare al cento per cento l'iniziativa Cee. ha però osservato che è stata varata con spirito costruttivo nelle intenzioni». «I Nove la considerano utile, e noi non abbiamo motivo di sconfessarla», ha detto. Il segretario di Stato ha evitato di chiarire se i suoi colloqui con i ministri degli Esteri francese Francois-Poncet e italiano Emilio Colombo avevano contribuito a «ammorbidire» gli europei. «La cosa essenziale — ha insistito — è che le trattative tra Egitto e Israele stanno per riprendere». Ha anche ricordato che il re di Giordania, Hussein, visiterà Washington martedì e mercoledì prossimo e contatti sono in corso con l'Arabia Saudita. «Speriamo nei futuri sviluppi», Ita proclamato. L'intervento di Carter è avvenuto in una riunione con alcuni editori e direttori di giornali americani. Il presidente Ita ribadito i temi delle sue ul¬ time interviste: Camp David è l'unico punto di riferimento concreto per la pace in Medio Oriente, almeno per ora, e il Consiglio europeo di Venezia è stato seguito con attenzione e potrebbe riì>elarsi cruciale. In maniera piii circospetta, Carter ha lasciato trapelare la propria soddisfazione perché si è evitata la rottura tra gli Stati Uniti e l'Europa. Ha tuttavia sospeso ogni giudizio in attesa dei prossimi eventi, che potrebbero sia confermare sia smentire questa interpretazione. Ha ammonito che non accetterebbe tentativi di sovversione dell'azione statunitense. «Trascorrerò il weekend a Camp David a prepararmi al vertice di Venezia — ha dichiarato — dove discuteremo di questo e altri problemi». L'invito di Muskie all'Olp, a rivedere il proprio atteggia¬ mento per partecipare ai negoziati, non rappresenta un inversione della rotta americana. La Casa Bianca e il Dipartimento di Stato restano fedeli all'impegno assunto con Israele a non intrattenere rapporti diretti di nessun tipo coi ^palestinesi. Costituisce tuttavia un'apertura per l'avvenire: nelle parole del segretario di Stato è implicito il desiderio di spingere l'Olp a un atteggiamento più conciliante, per poter piegare Israele a un compromesso. E' impossibile predire quale successo possa avere questa tattica. Nelle ultime settimane, a poco a poco, gli Usa sì sono spostati dalla parte dell'Egitto e dell'Olp. Il loro vero freno è stata la necessità del presidente Carter di non Alienarsi la «lobby ebraica» alle elezioni di novembre. Ennio Caretto

Persone citate: Arafat, Begin, Burg, Cossiga, Emilio Colombo, Francois, Ghali, Poncet, Sadat