I banditi non troveranno l'oro della Sierra Madre di Angela Bianchini

I banditi non troveranno l'oro della Sierra Madre Torna un grande romanzo di avventure I banditi non troveranno l'oro della Sierra Madre B. Travcn: «Il Tesoro della Sierra Madre», trad. di Teresa Pintacuda, ed. Longanesi, pg. 377, lire 8500. no. La suspense, e questo è uno dei dati più curiosi del libro, consiste nella mancanza di suspense. Quel che ci interessa è, non la fine ma come avverrà. Morte e fallimento, ma come? La sconfitta attraverso quali moduli? Tre uomini alla ricerca dell'oro, uno, il più indurito, Dobbs il secondo, che gli è compagno fin dall'inizio. Curtin incontrano un terzo personaggio, più vecchio, Howard, che ha già esperienza di miniere. E' il più saggio e colui che assolve il ruolo di profeta. Tutto andrà male, l'oro non soltanto genera la morte ma non è neppure possibile conservarlo: egli sa tutto questo, e tuttavia, mosso da inspiegabile compulsione, non si esime dal capeggiare la piccola spedizione. Preparati a lavori faticosi, i due novellini scoprono che la ricerca dell'oro richiede addirittura sforzi disumani. Ep- pure seguitano: tale è il potere dell'oro. Come accadeva a re Mida, tutto diventa òro: cioè odio litigio voglia di morte. E l'oro affievolisce la volontà, cambia i rapporti umani, costringe gli uomini a nascondere la propria identità, trasforma le classi sociali. Il Tesoro della Sierra Madre, portato avanti come accade ai romanzi di avventure veramente grandi, sulla ripetitività delle azioni, cioè sul ruolo di spettatore che tocca al lettore di fronte alla frenesia delle immagini, é una favola moralistica. Lo scioglimento immette nel mondo, tanto più saggio degli indios. che fungono da deus ex machina. In questa lotta di soprusi e di prevaricazioni, ai limiti del mondo civile, in questa gara tra diseredati vincono coloro che sono veramente nulla tenenti ma conservano un minimo di umanità. Angela Bianchini

Persone citate: Curtin, Dobbs, Longanesi, Mida, Teresa Pintacuda