Padova: autonomi «ma senza fucile» di Giuliano Marchesini

Padova: autonomi «ma senza fucile» Il processo per le violenze Padova: autonomi «ma senza fucile» «Quel che deve guidare la lotta è la politica», ha affermato uno degli imputati DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE PADOVA Una fila di carabinieri divide, nel recinto, i coniugi Miriam e Andrea Mignone dal resto del gruppo di autonomi padovani sotto processo, per «direttissima» davanti al tribunale. E' l'immagine che rispecchia questo processo: da un lato marito e moglie che, usciti dal movimento, hanno rivolto accuse ai coimputati, dall'altra gli ex compagni che si difendono negando ogni partecipazione ai fatti specifici contestati loro dal pubblico ministero Pietro Calogero. L'udienza di ieri è stata un'altra fase di questa «battaglia». Al contrattacco, per qualche ora, è stato l'imputato Giacomo Despali. Ancora, s'è parlato di riunione di aderenti all'Autonomia padovana, uno degli argomenti su cui si insiste in questo dibattimento. La polemica è subito accesa. «Il signor Mignone — esclama Despali — ha detto alcune cose, sul mio conto. Può darsi che mi abbia visto in qualche occasione. Solo die 10 contesto.la sua interpretazione di quegli incontri: non erano affatto riunioni ristrette, di due o tre persone die cospiravano chissà coso». Riemerge il ricordo, nell'interrogatorio, del clima del '77. «E'stata un'esperienza — dice l'imputato — non soltanto di massa, ma anche individuale, di eccezionale importanza. Ciascuno di noi si sentiva protagonista di quegli avvenimenti. Noi avevamo il problema di ottenere qualche risultato, perché la controparte era sempre sorda alle richieste dei proletari». Giacomo Despali aspetta che le sue dichiarazioni siano verbalizzate, poi riprende la controffensiva: «E cos'è quella storia delle armi, del cosiddetto covo? Io respingo ogni addebito, nego di avere avuto contatti con Mignone in nome di chissà chi. Io non ho portato armi, e non ho mai frequentato la casa del signor Mignone. I motivi per cui quello cita 11 mio nome, li conosce soltanto lui. Può darsi che sia perché la mia faccia era molto nota nel movimento». Despali nega anche di aver preso parte alla «battaglia» nella zona padovana del Portello, il 19 maggio del '77«Quella mattina, in auto, mi fermai davanti alla casa dello studente Fusinato; sapevo che nella zona ci doveva essere una manifestazione, decisa dalle assemblee generali. Se ne erano discusse soltanto le tematiche. Scesi, per sentire come stava andanao. Poi risalii in macchina e andai a Mestre, per partecipare a una assemblea: in quél periodo, mi interessavano particolarmente i problemi di Porto Marghera». ' Dopo uno scambio di battute tra Pietro Calogero e l'imputato, l'interrogatorio ha un finale di particolare rilievo, per un intervento del difensore avvocato Giuliano Spazzali. Il legale domanda a Giacomo Despali se «prese posizione sulla questione del terrorismo». L'autonomo padovano risponde: «Dentro il movimento, si è sempre discusso di questi problemi. E si è sempre tenuta una posizione critica, nei confronti della pratica del partito combattente, per il semplice motivo che quel che deve guidare le lotte non è il fucile, ma la politica». Giuliano Marchesini MATRONE SOSTITUISCE AMENDOLA — L'on. Luigi Matrone è stato proclamato deputato in aula a Montecitorio. La giunta delle elezioni infatti ha stabilito che subentri nella lista del pei a Amendola.

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