Colpa della piovosa primavera pagheremo la frutta più cara

Colpa della piovosa primavera pagheremo la frutta più cara Il clima umido ha provocato gravi danni all'agricoltura Colpa della piovosa primavera pagheremo la frutta più cara Ritardata la maturazione - Danneggiato anche il raccolto del fieno che rispetto allo scorso anno è già aumentato di 8000 lire il quintale e che dovremo importare massicciamente Un alternarsi di qualchegiorno di sole e una settimana di pioggia, vento, temporaliquesto è stato il tempo regalatoci negli ultimi trenta giorni dalla primavera che finirà tra poco più d'una settimana. Ora fa caldo, ma durerà ? Per l'agricoltura, è stata una stagione tra le peggiori, dopo la siccità di marzo e aprile. Perché è vero che i terreni erano pronti ad assorbire l'acqua, ma è anche vero che le colture prima hanno sofferto per mancanza d'umidità, poi per un suo eccesso. Ne ha risentito la frutta in maturazione, soprattutto le ciliegie, die non si vedono ancora sui mercati, o, quando ci sono, costano prezzi proibitivi. E poi le fragole: ma per questo frutto i danni si sono sentiti meno, perché molte coltivazioni avvengono in serra o in tunnel di plastica. An- che su pescìie e susine hanno pesato il clima umido e gli sbalzi della temperatura: ad una maturazione ritardata — e probabilmente concentrata in un breve periodo — si aggiungerà una minor produzione. Anche in questo caso, note dolorose per i consumatori, che, insieme con gli agricoltori, sono quelli che pagano la «tassa del maltempo», cioè i prezzi più elevati per i danni provocati dalle intemperie. Forti danni hanno subito gli allevatori per la perdita del fieno: alcuni non l'hanno neanche potuto tagliare; altri, dopo lo sfalcio, l'han dovuto lasciar marcire sotto la pioggia scrosciante, e ora cine lo possono raccogliere si trova-' no una gran ìnassa di cellulosa e scarsi glucidi e proteine, che sono poi le sostanze die nutronoì bovini. Le conseguenze economiche si son già fatte sentire: il fieno è salito di prezzo ed ora costa oltre 25 mila lire il quintale, circa 8 mila lire più dell'anno scorso. Ma il fieno di produzione nazionale non basterà e dovremo importarlo massicciamente, come del resto abbiamo già fatto in questi primi mesi dell'80, quando abbiamo acquistato all'estero, in cinque mesi, la stessa quantità di fieno importata in tutto il 79. Con la piovosità s'era abbassata la temperatura, mentre ora c'è clima afoso. Martedì scorso nelle campagne torinesi la massima era 17 gradi, una settimana prima 31, ieri il termometro era di nuovo in salita: questi sbalzi sono molto dannosi alle piante — specie ad alcune come il mais che sta crescendo — e aggravano i danni dell'eccesso idrico. Non è raro vedere campi di mais con le foglie delle piante ingiallite, perché il metabolismo dei primi stadi di crescita ne soffre per l'insufficiente rifornimento di ossigeno e l'accumulo di anidride carbonica. Per il grano e gli altri cereali a semina autunnale c'è il pericolo dell'allettamento (pie* gamento del gambo). Infine, l'eccessiva idratazione del suolo, e il conseguente scarso arieggiamento possono favorire gli attacchi di alcune malattie radicali (marciume della fragola, fusariosi della bietola, mal del piede dei cereali). Ci possono essere anche maggiori infestazioni delle malerbe, perché alcune sopravvivono conmeno ossigeno di quello necessario alla specie coltivata. Gli agricoltori dovranno quindi intervenire con diserbanti e antiparassitari, sia sulle colture erbacee die sulle piante da fru tto. Livio Burato

Persone citate: Livio Burato