Spavalderia dei belgi (con cautela) di Giorgio Barberis
Spavalderia dei belgi (con cautela) Spavalderia dei belgi (con cautela) Sperano di essere la rivelazione del torneo - This: «Valuteremo in campo la loro forza» - Attenzioni speciali per Keegan, che «rappresenta il 50% dell'Inghilterra» - «11 pubblico dovrebbe aiutarci pensando agli azzurri» DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE IVREA — Sei vittorie in altrettante partite, le ultime giocate, fanno del Belgio una formazione da non sottovalutare e danno alla stessa compagine di Guy Thys la consapevolezza di poter recitare un ruolo a sorpresa. O almeno quest'aria si respira nel labirintico ritiro di Ivrea — uno costruzione zeppa di scale e corridoi che si intersecano secondo la volontà futuristica di due architetti veneziani —, dove i belgi si sono sistemati per le due prime partite, ben protetti dal servizio di sicurezza locale, predisposto dal vice questore di Ivrea, e da alcune guardie del corpo al seguito della comitiva ufficiale comprendente trenta persone. I belgi non nascondono, per voce del loro allenatore, di aspirare a quel ruolo di rivelazione che quattro anni fa risultò addirittura vincente per la Cecoslovacchia, e mostrano persino spavalderia quando paragonano l'Inghilterra, che il calendario pone oggi come, loro prima avversaria, alla Scozia eliminata nella fase qualificatoria. Ad ogni buon conto Thys, allenatore che curiosamente non dispone di alcun patenti-, no avendo allenato prima della Nazionale soltanto formazioni di serie inferiore, preferisce non addentrarsi a spiegare come imposterà la sua squadra. Ossia se il teorico 4-3-3 dettato dai componenti della formazione, non si trasformerà sul campo in un più difensivo — e realistico — 4-4-2. «Non abbiamo problemi; particolari — diceva ieri il tecnico — e questo è positivo: l'entità uell'Inghilterra la valuteremo in campo, Inutile far pronostici prima». Una specie di filosofia che, comunque, non trascura la potenzialità di Keegan, temutissimo avversario, che Thys giudica «il cinquanta per cento della forza inglese». «Un giocatore — aggiunge—difficile, quasi impossibile, a marcarsi tanto è vasta la sua area di gioco, tanto è vario ed imprevedibile 11 suo muoversi per il campo». Vandereycken, aitante centrocampista, dovrebbe occu-\ parsi di Keegan in prima battuta, o almeno predisporsi a contrastarne l'azione nella, metà campo belga. Una marcatura, quindi, particolare tanto più che per il resto i soli L. Millecumps (su Woodcock) e Renquin (su Johnson) sembrano destinali a contrare individualmente un avversario; tutti gli altri copriranno a zona. Offensivamente, invece, l'azione dei belgi ha una specie di tramite obbligato nel trentacinquenne Van Moer. al quale viene chiesto di-ispirare la manovra dei mobilissimi Vandenbergh (Scarpa d'oro grazie ai 39 gol segnati in questa stagione) e Ceulemans, spesso appoggiati da Van Der Elst, ventiselenne rifinitore dal fisico nervoso, che recentemente ha esordito nei Cosmos che se lo sono assicurato con un contratto, triennale di circa seicento milióni. Naturalmente i belgi sperano di avere un alleato nel pubblico: «L'Inghilterra—dicono realisticamente — dovrebbe farvi più paura di noi. Perché dunque non aiutarci a dare un'eventuale mano agli azzurri? Tanto più che dopo di noi sarà l'Italia a dover affrontare gii inglesi». Una strizzatina d'occhio, una ricerca di benevolenza: il Belgio cerca simpatia per poi recitare un ruolo che vorrebbe essere quello del guastafeste. Giorgio Barberis
Luoghi citati: Belgio, Cecoslovacchia, Inghilterra, Italia, Ivrea, Scozia
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