Bomba N ora decide Giscard di Paolo Patruno
Bomba N ora decide Giscard L'arsenale francese Bomba N ora decide Giscard DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI — La bomba a neutroni è entrata come spunto di polemica nell'attesa delle decisioni.sull'ammodernamento dell'arsenale nucleare francese che Giscard si appresta a annunciare dopo il Consiglio della difesa svoltosi ieri all'Eliseo. Secondo fonti ufficiose, il presidente dovrebbe chiarire gli orientamenti strategici della Francia fino al Duemila nella conferenza-stampa del 26 giugno all'Eliseo, o poco più tardi. Ma in realtà non si tratta soltanto di programmare il poten ziamento dei missili piazzati in Provenza, sull'altopiano d'Albion, di ammodernare e sostituire i bombardieri Mirage IV con i prossimi Mirage 2000, di rendere più numerosa la flotta dei sommergibili nu cleari, dopo il varo all'inizio di maggio del «TonnanU. Su questo aspetto della politica militare dei prossimi anni tutte le forze governative sono d'accordo nelle linee essenziali. Giscardiani e neo-gollisti si distinguono soltanto sul numero dei sommergibili da mettere in cantiere o sulla durata del servizio militare, che ì'Rpr vorrebbe ridurre a quattro mesi, potenziando le forze operative for mate da volontari. Il fondo del dibattito investe in realtà l'adozione o il rifiuto della «Bomba N», che può implicare un mutamento della strategia militare della Francia, impostata finora sul concetto golliano di «dissuasione». Questo principio risponde a un obiettivo preciso: le forze nucleari francesi (utilizzate nella strategia «anticités») dovrebbero avere essenzialmente un valore dissuasivo, come rappresaglie massicce contro le città nemiche. La realizzazione invece della «bomba a neutroni», inclusa finora nell'armamento atomico «tattico», comporterebbe inevitabilmente l'ab bandono di questo principio e farebbe adombrare l'accettazione da parte della Francia d'una strategia della «battaglia in avanti» (per mezzo di ordigni nucleari tattici) oltre i confini, in accordo con le forze dei Paesi alleati. E in definitiva la Francia adotterebbe una strategia radicalmente diversa dalla difesa indipendente del «santuario nazionale» preconizzata da De Gaulle e difesa oggi dal Rpr, slittan do verso una concezione più vicina a quella della Nato. Lanciato dagli esperti di strategia e dai militari, il dibattito è passato nelle ultime settimane ai politici. E nei giorni scorsi, la formazione giscardiana Udf ha espresso il suo «si» alla «Bomba N» (che potrebbe essere operativa entro l'85, per il ministro della Difesa Bourges) come «utile completamento» della «Force de frappe». I neo-gollisti hanno subito replicato con un loro «libro bianco», che difende la scelta politica della dissuasione strategica, rifiutando la svolta nella strategia militare golliana e respingendo Infine l'idea d'una «riposta graduale» mediante la «Bomba N» e l'accettazione d'una possibile « battaglia nucleare» in Europa basata su un'artiglieria atomica. Giscard ora tace, ma fonti ufficiose hanno lasciato trapelare l'informazione che la bomba a neutroni francese (già studiata a Muroroa, malgrado le smentite ufficiali) potrebbe avere un'enorme potenza e inserirsi per questo nel quadro delle armi a portata «strategica». Inoltre le posizioni dell' Udf sono spesso utilizzate come «ballons d'essai» dall'Eliseo per «tastare» le reazioni degli altri partiti e dell'opinione pubblica. Ma sarebbe forse azzardato prevedere che Giscard sia pronto a annunciare che la Francia sarà il primo Paese a costruire la «Bomba N>:aun anno dalle elezioni appare possibile che il presidente rinvìi una decisione per non alienarsi i voti gollisti. Ma il problema rimane, ed è cruciale per la Francia, ma anche per la nuova strategia militare cui è chiamata l'Europa. Paolo Patruno
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