Pino Daniele: «Vorrei esportare una musica napoletana nuova»

Pino Daniele: «Vorrei esportare una musica napoletana nuova» VIAGGIO TRA GLI ÌDOLI DELLA CANZONE CHE MUOVONO LE FOLLE Pino Daniele: «Vorrei esportare una musica napoletana nuova» Ha 25 anni, napoletano verace, tre lp alle spalle - Debutterà quest'estate negli stadi FORMIA — La sua più grande preoccupazione è quella di non rivelare il proprio indirizzo: «Per carità, non lo scrivere mal. Sono] scappato da Napoli per averé\ un po' di tranquillità, se scoprono dove abito, addiopace». Pino Daniele, 25 anni, can tautore. La sua casa dlscogra fica è la Emi: sinora ha Inciso tre long-playing. «Il primo, Terra mia, non ha avuto molto successo. Forse perché era in dialetto molto stretto. Il secondo, Pino Daniele, è andato meglio. L'ultimo, Nero a me tà, sta andando molto bene». Napoletano verace, si considera un uomo baciato dalla fortuna per quello che è riuscito a fare. Antidivo per eccellenza, rifugge da tutte le etichette che cercano di affib blargli. «Sono un cantautore e basta. La cosa piii importante per me è suonare. Sono alla ricerca di una musica che abbia un linguaggio internazionale, che vada bene in Italia come in America. Un nuovo tipo di "sound" napoletano: diciamo che sono ancora alla scoperta delle mie radici, che affondano naturalmente nella cultu ra musicale mediterranea». La sua paura più grande è quella di essere frainteso. «Di non essere capito come persona, per quello che faccio. E quasi come un'angoscia che mi attanaglia». Il successo lo soddisfa, ma non lo esalta. «Se andasse male, sarei pronto a ripartire da zero. In fondo, si sa, un napoletano si arrangia sempre/». All'inizio è stata dura, «ma le difficoltà ci sono ancora adesso. Qui tutto è provvisorio, non puoi mai abbassare la guardia. Il successo è una cosa che ti appaga sul momento, una verifica del tuo lavoro, ma è sempre provvisorio, non puoi fidartene». Quest'anno, per la prima volta, Pino Daniele nella sua tournée (che si inizlerà il 24 giugno in una città del Nord, ancora non ha deciso quale) canterà negli stadi. «Sinora ho sempre suonato nei teatri. Li preferisco alle discoteche, perché la gente viene lì, si siede e ascolta. Perché adesso faccio gli stadi? Perché ì miei discografici affermano che è il mio momento, gli spettatori accorrono sempre più nume rosi ai miei concerti e bisogna poterli ospitare, non lasciarne fuori nessuno». Scuote la testa confuso, pet un attimo sembra preoccupato. «Io non mi sento all'altezza, sono 'abbastanza realistico, so di non poter richiamare 40 mila persone. Sarei già con- tento, sarebbe già un successe se ne arrivassero cinquemila». Allora, perché lo fai? «Perché questo è il momento giusto per farlo», ribatte, ma sembra ripetere senza convinzione parole non sue. Quelle dei suoi discografici, dell'impresario. Quante persone si occupano di te nella tua casa discografica? «C'è il direttore artistico, quello della produzione, gli incaricati della promozio- ne. Mi hanno aiutato molto, più che altro perché hanno sempre cercato di dare di me un'immagine reale, presentandomi per quello che sono. ■Io non ho una doppia personalità: nella vita come nel lavoro sono sempre me stesso». ■ Perché la gente viene ai tuoi concerti? Per un richiamo pubblicitario, perché sei di moda, oppure per la tua musica? «Non credo che venga per la pubblicità. Forse vede in me una parte di sé, forse credono in me. Io cerco di dare agli spettatori tutto quello phe ho: io credo che la gente abbia bisogno di cose vere. In me non c'è nulla di artefatto. \La mia musica affonda le radici nella musica popolare: ci sono anche dei pezzi di estrazione americana (rhythm and blues e rock), ma sempre coji tendenza verso un certo tipo di melodia». «Io sto cercando di recuperare la musica italiana: non è vero che noi siamo i parenti poveri dei musicisti anglosassoni. Loro vengono sempre più numerosi in Europa alla ricerca di certi valori melodici, io intendo riproporli e sfruttarli in maniera nuova, più at-> tuale». j La fortuna di Pino Daniele è incominciata cinque anni fa: «Prima nessuno mi conosceva. Adesso sono un personaggio, mi chiedono l'auto-, grafo, comperano i miei dischi. Ho impiegato molti anni per riuscire, non credo di essere soltanto una moda del momento, un personaggio costruito dalla pubblicità. Penso di essere un uomo vero». f.for. Concerto Konrad — Alla chiesa dei Ss. Martiri (v. Garibaldi 25) stasera alle 21 concerto del Trio Konrad; S. Chiusano (mandolino), D. Lafasciano (chitarra) e L. Totaro (mandoloncello). In programma P. Canciello, J. Konrad Schlick, Beethoven e S.L. Weiss Trascrizione e arrangiamento a cura del Trio. Movie Club — Per il ciclo dedicato a Billy Wilder. da oggi a giovedì, alle 20 e 22,15 proiezione di «Irma la dolce.> (Usa 1963, colore). Jazz al Centralino — Domani alle 21,30, al Cabaret Centralino, concerto jazz del chitarrista Franco Cerri e il suo gruppo.

Luoghi citati: America, Europa, Italia, Napoli, Usa