Israele feme che a Venezia l'Europa riconosca la guerriglia palestinese di Giorgio Romano

Israele feme che a Venezia l'Europa riconosca la guerriglia palestinese Israele feme che a Venezia l'Europa riconosca la guerriglia palestinese NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE TEL AVIV — I timori israeliani per una iniziativa europea sul Medio Oriente, si sono manifestati in due modi. Prima di tutto con il discorso di Begin alla Keneseth, il 2 giugno, che ha irritato molti diplomatici occidentali per il pesante accenno al «non diritto» dell'Europa a causa delle sue complicità con il nazismo a interferire nei problemi mediorientali, «7ninaccfando la sicurezza e la sopravvivenza dello Stato ebraico». E poi con le missioni del ministro degli Esteri Shamir in Italia, in Inghilterra, in Danimarca e nei Paesi del Benelux. Viaggi che sono sembrati tardivi e in contrasto con le dichiarazioni del premier che negava agli europei il diritto di intervenire. E' difficile dire se i viaggi di Shamir (che si proponevano di dissuadere i Nove dal prendere qualsiasi iniziativa) avranno qualche risultato; si ha l'impressione che i suoi interlocutori lo abbiano accolto con molte riserve. A Roma e a Londra le risposte sono state cortesi ma evasive, all'Aia più favorevoli; Copenaghen ha manifestato il timore di intromettersi nel meccanismo negoziale di Camp David. A Bruxelles Invece il portavoce del ministero degli Esteri ha precisato che *i Paesi europei si preoccupano delle difficoltà che hanno bloccato il processo di pace e vogliono contribuire alla sua ripresa». In tutte le capitali Shamir ha ascoltato pesanti critiche alla politica del suo governo in Cisgiordania e in Libano. Nell'ultima parte del suo viaggio gli è stato detto che l'eventuale azione europea è affidata soprattutto a Parigi — da sempre portavoce delle aspirazioni palestinesi in seno alla Cee — e a Roma, perché l'Italia ha la presidenza di .turno del Consiglio della Comunità Europea. Le pressioni che gli Stati Uniti, Israele e in minor misura l'Egitto hanno esercitato in questi giorni avranno qualche effetto sulla diplomazia dei Nove e sulla dichiarazione che essi pensano di approvare al vertice di Venezia del 12 e 13 giugno? Il progetto in cinque capitoli che, secondo indiscrezioni, è stato elaborato dagli europei sarebbe vago a proposito del riconoscimento dell'Olp, ma darebbe un riconoscimento all'autodeterminazione dei palestinesi. E' possibile che soprattutto Bonn e Londra, sensibili ai richiami di Washington, inducano gli altri Paesi ad annac¬ quare il loro vino, ma non si può escludere che Parigi cerchi di far prevalere il proprio punto di vista. Alcuni osservatori ritengono che la Cee preferirà seguire una linea prudente e pubblicherà un documento anodino, per non irritare Carter. I Nove potrebbero limitarsi, per esempio, a suggerire l'invio di una Commissione europea in Medio Oriente per studiare la situazione: una soluzione interlocutoria, che non vin ".olerebbe nessuno. In questo contesto la proposta americana (di cui il quotidiano cairota Al Ahbar riferiva ieri) per un'immediata ripresa dei colloqui sull'autonomia, potrebbe costituire un avvertimento ai Paesi europei che gli Usa intendono invitare Israele alla moderazione e proseguire la ricerca di una soluzione in accordo con i principi di Camp David, senza che la Cee intervenga. Giorgio Romano Mentre Washington propone un'immediata ripresa della trattativa

Persone citate: Begin, Shamir