Anche chi è malato di cuore può guidare senza problemi

Anche chi è malato di cuore può guidare senza problemi Interessanti risultati di un convegno promosso dall'Alfa Romeo Anche chi è malato di cuore può guidare senza problemi Ma esistono eccezioni per chi soffre di gravi disturbi coronarici Tra automobile e cuore che rapporto c'è? Ovvero, la prima può favorire l'insorgere di malattie cardiache e un malato di cuore è in grado di guidare? Secondo un gruppo di specialisti (Baldrighi, De Caro e Mimili) che hanno partecipalo a un convegno sul tema promosso dall'Alfa Romeo, l'auto non nuoce al cuore più del mangiare, del bere, del giocare, in una parola del «viverein generale. Premesso che guanto maggiore è l'attività lavorativa cui una persona è sottoposta, tanto più grande è la richiesta di ossigeno e tanto più elevato risulta il carico di lavoro imposto al cuore, per Minelli l'impegno cardiaco, sotto il profilo del consumo di energia, non è diverso in un guidatore da quello che occorre per un lavoro intellettuale. Un sovraccarico cardiaco può essere provocato da movimenti muscolari legati alla guida e da stati di emotività, ma si rimane sempre in limiti accettabili. «Solo in soggetti con gravi processi patologici a carico dei vasi coronarici — ha concluso Minelli — esistono reali fattori di rischio». De Caro ha affrontato il problema dei rapporti tra l'uomo malato e l'auto. L'impegno della guida ha tanto meno ripercussioni neurovegetative sui singoli organi ed apparati quanto maggiore è la naturalezza con cui si opera al volante. Esso, comunque, deve essere valutato con riferimen¬ to alle caratteristiche e alla potenzialità della cardiopatia in atto. «Se consideriamo l'auto — ha detto Baldrighi —come un mezzo che permette spostamenti a largo raggio con sfor-f zo fisico bassissimo, è chiaro che moltissime persone con cuore menomato possono spostarsi senza che l'apparato cardiovascolare debba sostenere cimenti insostenibili. Ed è da rivedere il concetto secondo cui l'uso dell'auto può diventare un fattore di rischio per l'instaurarsi di una malattia cardiovascolare». Secondo Baldrighi, il paziente con ridotta capacità cardiaca può guidare quanto vuole. Anche i portatori di. «pacemaker» non hanno limitazioni. Nessun problema per coloro che hanno subito uninfarto miocardico senza che sia presente ancora l'angina pe.ctoris. «E' chiaro che in questo caso è opportuno sottoporsi a una coronarografia per accertare la situazione delle coronarie». «L'uso dell'auto da parte di un malato per gravi restringimenti coronarici — ha aggiunto Baldrighi — può diventare pericoloso per l'incolumità del prossimo. Questi sono candidati all'attacco anginoso con tutte le conseguenze immaginabili. Chi ha una malattia simile e si mette al volante è imprudente». Per Baldrighi l'operato al cuore può guidare tranquillamente. «Permette a chi è me-' nomato di sentirsi uomo, di rientrare nella grande famiglia dell'umanità». L'auto, insomma, come mezzo di reinserimento: amica, non nemica dell'uomo. m.fe. ' • Roma — Il Consiglio generale dell'Automobile Club d'Italia ha confermato per il prossimo quinquennio il dr. Giuseppe Spizuoco nell'incarico di segretario generale dell'A.C.I.

Persone citate: Baldrighi, De Caro, Giuseppe Spizuoco, Minelli

Luoghi citati: Roma