Supermissili in Italia Le basi saranno decise d'intesa tra Roma e Usa di Renato Proni

Supermissili in Italia Le basi saranno decise d'intesa tra Roma e Usa Supermissili in Italia Le basi saranno decise d'intesa tra Roma e Usa I «Cruisc» saranno installati nel Veneto Le divergenze sui negoziati con Mosca DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BRUXELLES — Le questioni tecniche, e politiche, dell'Installazione nel 1983 di 112 missili atomici Cruise capaci di raggiungere l'Urss da basi italiane, saranno discusse prossimamente «in forma bilaterale» tra i governi di Washington e di Roma. Di ciò è convinto anche il segretario generale dell'Alleanza Joseph Luns. dopo la riunione del «Gruppo per la pianificazione nucleare» della Nato nella cittadina norvegese di Bodoe, che ha lasciato uno strascico di smentite e di polemiche, soprattutto tra italiani e ameri-' cani. Il ministro socialista della Difesa, Lelio Lagorio; ha infatti uno stile personale e diretto e smentisce volentieri. Cosi fu per la presunta richiesta del capo del Pentagono Harold Brown per l'invio di unita della nostra marina nel Golfo, cosi è stato nei giorni . scorsi per la dislocazione dei Cruise nel Veneto e sulla presunta disponibilità della Russia di negoziare sul controllo e sulla limitazione degli euromissili. Per quanto c'è stato possibile appurare, le cose stanno in questo modo. Il nostro governo, dopo avere ricevuto i rapporti degli esperti aeronautici e missilistici, comunicherà a Washington le basi in cui saranno installati i Cruise. Queste basi si troveranno esclusivamente, o nella massima parte, nelle regioni venete. Le basi dei-Cruise saranno situate certamente negli aeroporti, per motivi logistici e di sicurezza. Poi dovranno essere concordate le misure di sicurezza e le basi di emergenza, cioè i punti prestabiliti (nel raggio di 100-150 chilometri dalle basi abituali) in cui i Cruise saranno trasferiti sugli autocarri in caso di rischio di guerra. Infine, verrà stabilita la procedura per il lancio dei missili,, con l'Italia che controllerà probabilmente le rampe mobili e l'America le ogive nucleari. Che tutto ciò avvenga in due mesi è però improbabile. L'altro punto di contrasto nelle dichiarazioni fatte da Lagorio e dai portavoce americani riguarda i «segni» di una prossima disponibilità sovietica alle trattative. Lagorio sostiene che questi segni ci sono, gli americani dicono di no. Un «segnale» accettabile agli americani sarebbe, per esempio, un'osservazione positiva sui negoziati che il leader sovietico Breznev potrebbe fare durante l'incontro con il Cancelliere tedesco Schmidt prossimamente a Mosca. Gli americani sospettano che Lagorio abbia visto dei «segni» nel recente congresso interparlamentare a Bruxelles in una dichiarazione di Zamyatin uno degli esponenti sovietici che si occupano delle questioni del missili. Per gli americani, questi non sono «segnali»,validi, per Lagorio forse si. Quindi, ci saranno presto discussioni bilaterali con Washington sull'attuazione del programma di modernizza' zione delle armi nucleari «di teatro» in Europa ma nessun «segno» decisivo è ancora venuto da Mosca sulle trattative. Renato Proni