Carrington convinse la Thatcher ad accettare il compromesso Cee di Mario Ciriello
Carrington convinse la Thatcher ad accettare il compromesso Cee Retroscena: il premier inglese voleva di più Carrington convinse la Thatcher ad accettare il compromesso Cee DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LONDRA — Trapelano voci e notìzie sui corridoi del potere: e rivelano che l'Europa deve la sua ritrovata unità alle suadenti arti di Lord Carrington. Non fosse stato per il suo ministro degli Esteri, Marga- ret Thatcher, più bellicosa che mai, avrebbe respinto il sudato compromesso di Bruxelles sul contributo britannico al bilancio comunitario. La signora premier — informa il Financial Times — era «profondamente restia» ad accettare il progetto d'accordo: voleva di più ed era convinta di poterlo ottenere. Appena tornato dal convegno dei ministri degli Esteri a Bruxelles, Lord Carrington andò ai Chequers, la residenza di campagna dei premier britannici. L'accoglienza fu calorosa, affettuosa, 'ma la temperatura calò rapidamente. Margaret Thatcher ripeteva: «Mi aspettavo di più». Lord Carrington avvertiva che i partners comunitari non avrebbero fatto altre concessioni, che il pericolo di una rottura era reale.-La lunga discussione — si è appreso — divenne sovente «astiosa». Ancora il Financial Times: «La signora Thatcher voleva proseguire la lotta. L'intesa le offriva circa due terzi della famosa "pagnotta" da lei richiesta: ma lei pensava di avere in pugno lo strumento con cui strappare una fetta maggiore, e cioè la minaccia di un veto britannico contro un aumento del 5 per cento nei prezzi agricoli. Grazie a tale veto, il premier credeva di potersi avvicinare a un equilibrio tra le uscite e le entrate rispetto alla Comunità». Non fu facile per Lord Carrington persuadere il premier: ma vi riusci. Tre giorni dopo, a una speciale riunione di governo al numero 10 di Douming Stret, Margaret Thatcher «raccomandò» l'approvazione del compromesso ai suoi ministri e, nel pomeriggio, l'assenso collettivo del governo fu comunicato al Parla¬ mento e al mondo. Come sottolineano vari giornali, l'episodio conferma la vasta e profonda influenza di Lord Carrington sul suo leader. Un ministro più debole, o con minor prestigio, non avrebbe resistito alle sue proteste. L'unica battaglia cui Lord Carrington ha rinunciato è stata quella sulla retroattività delle sanzioni economiche contro l'Iran. Ma ha dovuto farlo, perché era il Parlamento, non il premier, che rifiutava di concedere il suo nihll obstat all'accordo di Napoli. Mario Ciriello
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