La stretta del caro-vita minaccia i successi politici della Polonia

La stretta del caro-vita minaccia i successi politici della Polonia Affrontare la crisi economica è la grande sfida per Gierek La stretta del caro-vita minaccia i successi politici della Polonia Buone relazioni Stato-Chiesa e prestigio internazionale (sottolineato dal vertice con Giscard d'Estaing e Breznev) sono punti a favore del regime di Varsavia - Un piano di graduale aumento dei prezzi al consumo per non scatenare le rivolte del passato DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE VARSAVIA — La Polonia si appresta a rigiocare la carta, delicata e cruciale, della lunga partita ingaggiata con il caro-vita. Anche questa volta si tratterà di aumentare i prezzi di alcuni generi alimentari primari, come la carne, sema tuttavia scatenare il malcontento popolare, un rischio che il governo intende levitare ad ogni costo. Ed è proprio facendo tesoro delle brucianti esperienze del passato ohe i dirigenti di Varsavia confidano di poter estrarre questa volta dal mazzo l'asso vincente: ì rialzi ci saranno perché inevitabili, saranno però scaricati sul consumatore con il contagocce, la terapia insomma dovrà essere quanto più indolore possibile. Come affrontare la crisi economica resta dunque la principale preoccupazione di Gierek. Su altri fronti, pia squisitamente politici, il bilancio della sua gestione quasi decennale è in un certo senso scontato. Le relazioni fra Stato e Chiesa sono buone, la moderazione di cui ha dato prova l'episcopato polacco, nonostante la fortissima carica emotiva derivata dalla presenza a Roma di Papa Wojtyla, ha reso possìbile una coabitazione ateo-religiosa in cui i due partners conoscono i lìmiti entro i quali si possono muovere. «E' ormai un obbligo di qualsiasi governo comunista avere rapporti positivi con i cattolici», dice Stefan Stanìszewskl, portavoce del ministero degli Esteri a Varsavia, «e noi intendiamo proseguire su questa strada». Di recente il governo ha concluso un accordo che di fatto esenta i seminaristi dall'obbligo del servizio militare; i permessi per la costruzione di chiese, che sorgono al ritmo di una quarantina l'anno, vengono concessi abbastanza speditamente, certo con meno remore di prima; Znak, Pax e Associazione crisHano-socia' le, i tre partiti «simbolici» dell'area cattolica presenti alla Dieta, il Parlamento, hanno ottenuto significative agevolazioni nell'uso ' di giornali propri. In sostanza la Chiesa non teme più di essere scalza ta dal piedestallo di interlocutare insostituibile del regime, Gierek sa che senza l'apporto della massa contadina, credente e sinceramente bigotta, qualsiasi tentativo dtjiforma è destinato al fallimento. Benché storicamente confinata al retroterra europeo, in più con la scomoda posizione geografica di trovarsi alle porte di Mosca, la Polonia ha poi messo a segno alcuni colpi positivi in politica estera, e l'esser riuscito a fare sedere Giscard d'Estaing e Breznev attorno lo stesso tavolo ha rilanciato Gierek nel proposito di fungere da cerniera ideale per il dialogo Est-Ovest. Dove invece i conti non tornano è in economia. Gomulka cadde nel 1970 quando tentò di rivedere troppo bruscamente i prezzi alimentari: scoppiarono ì tumulti nei cantieri baltici, nelle strade scesero i carri armati. Sei anni più tardi Gierek si vede costretto a riproporre la medicina gomulkiana e compie lo stesso errore. Sarà però lesto nel fare marcia indietro, ì ritocchi «cosmetici» nei prezzi vengono subito aboliti, si conferma la pericolosa teoria deWimmobi-t lìsmo economico. «Ora la mela è matura», spiega Jerzy Waszczuk, presidente della Commissione parlamentare esteri. «Sta a noi coglierla prima che marcisca». Secondo le stime ufficiali la Polonia ha accumulato un indebitamento con l'estero che si aggira sui 18miliardi e mezzo di dollari, il che vuol dire oltre 1,8 miliardi di dollari l'anno di interessi passivi, circa il 35 per cento del bilancio è ingoiato dalle sovvenzioni ai generi alimentari i cui prezzi per diverse voci sono fermi da quasi 10 anni. Due aspetti drammatici di una situazione insostenibile in quanto i salari-non sono saliti nel contempo di passi passo con il costo della vita. Un esempio: un chilo di carne negli spacci di Stato costa 100 zloty (2800 lire) ma non si trova, mentre alla borsa nera, a prezzo di code estenuanti, lo si paga otto volte tanto. ■ Due mesi fa Gierek Ita prò- ceduto ad un cambio di guardia sostituendo il primo ministro Piotr Jaroszetvicz, colpevole, si dice, di aver favorito misure antinflazione (che si aggira sul 16%) troppo draconiane, con il più pragmatico Edward Babiuch. Alcune settimane fa oltre 150 dirigenti di imprese statali nel settore dell'edilizia sono stati destituiti per incompetenza e scarso rendimento, un segnale d'allarme e un monito rivolti al Paese: nessuno è intoccabile, bisogna lavorare di più, solo l'efficienza produttiva consentirà di alimentare le esportazioni e soddisfare le crescenti esigenze del mercato interno, un mercato per lo meno singolare visto che accanto alla moneta ufficiale vi circola, alla luce del sole, una massa stimata di oltre due miliardi di dollari con i quali si può comprare praticamente ogni cosa, dall'automobile alla vodka. Adesso, si sostiene a Varsavia, verrà la mossa successiva. I prezzi saliranno mediamente del 5 per cento di mese in mese finché si potrà equilibrare la domanda e l'offerta, verranno chieste dilazioni nei pagamenti dei debiti con l'Occidente, l'Urss continuerà a fornire il petrolio a costi politici, la burocrazia interna sarà sveltita al massimo, il piano di austerità verrà rispettato alla lettera. E' questo il complesso gioco ad incastro che Gierek intende vincere entro i prassimimesi. Piero de Garzarolli