Gialla la scheda della Provincia un ente che deve essere riformato
Gialla la scheda della Provincia un ente che deve essere riformato Interviste parallele alla vigilia del voto Gialla la scheda della Provincia un ente che deve essere riformato Le opinioni e i programmi di alcuni «papabili» in lizza nei nove partiti che difendono (tranne uno) la sopravvivenza di questo istituto napoleonico Se è vero, come ha stabilito un sondaggio Doxa, che 8 italiani su 10 non sanno cos'è la Regione ente nato nel '70, almeno altrettanti (se non di più) ignorano compiti e attività della Provincia organismo che risale agli ordinamenti napoleonici. Eppure la Provincia c'è, opera, e spende ogni anno centinaia di miliardi'per la collettività. Tuttavia l'ente, sopravvissuto alla ventata '76-'77 dei Comprensori stenta ancora a ritrovare un suo ruolo, opera in silenzio e perfino la campagna elettorale sembra fatta dai suoi candidati in tono minore. Sul cambio — o sul mantenimento —della formula politica la parola è alla scheda gialla degli elettori. Di certo si sa1 che molti dei 45 volti dei consiglieri provinciali di Torino muteranno rispetto al passato. Nessuno dei 6 socialisti ritornerà in Provincia, alcuni sono tornati «a casa», altri tentano Regione e Comune) e muteranno anche più della metà dei de (una novità) e del pei. Qualche cambiamento ci sarà anche nei 'minori', méntre due formazioni si affacciano per la prima volta alla Provincia: Piemont e la Lega comunista rivoluzionaria. Vediamo, attraverso candidati scelti a caso tra i papabili dei 9 partiti in lizza (e rispettando l'ordine della scheda) quali sono sinteticamente i vari programmi. ! fiero Fassino, 30 anni, funzionario del pei, ex consigliere comunale e responsabile della commissione fabbriche, è schematico: «Primo obiettivo dei 5 anni è quello di definire quale deve essere l'assetto riformato dell'ente. In Parlamento c'è un progetto per il quale sono attribuiti alla Provincia anclie funsionì e poteri dei comprensori. Il nodo va comunque superato. Secondo obiettivo: far assumere all'ente un'iniziativa maggiore nella programmazione dei servisi e nella pianificasione dell'assetto territoriale, diminuendone invece la funzione gestionale. Tutto ciò in un progetto di riforma delle autonomie locali». Michele Vaccinano, 29 anni/ bibliotecario, è candidato per Piemont: «Siamo regionalisti e autonomisti e vogliamo allargare ancora di più le autonomie a livello di comunità locale, al di là dei condizionaménti dei partiti. Proprio per la,mostra origine, legata alle minoranze etniche e linguistiche, ricettacolo delle tradizioni culturali, abbiamo molto interesse verso la montagna, per dar maggior spazio alla volontà dei suoi abitanti per i parchi, l'energia, lo sviluppo economico». Filippo Arrigo, 59 anni.dirigente Sip liberale d sempre in Provincia: -In attesa della riforma dell'ente intermedio ci,-.puole un'amministrazione severe e oculata, senza delegare i propri compiti ad altri. Bisogna riesaminare le iniziative per renderle piti organidie a partire dall'edilizia scolastica dove è necessario un "piano" (abbozzato nel '65 e poi abbandonato) e dalla viabilità, settore nel quale la Provincia deve programmare e coordinare le iniziative locali». flocco Papandrea, 31 anni operaio Fiat, candidato di lcr dice che il suo gruppo si è presentato in Provincia «per coerenza (rispetto a Comune e Regione) e non per un'indicazione di voto»: «La provincia è un ente che deve essere superbo perché non ha nessun ruolo o, almeno, negli ultimi 5 anni non ne ha avuto uno precisp. Il nostro discorso è diretto ai lavoratori che devono rifiutare la linea dei saciifici: la crisi non è derivata dalle scelte operaie ma dalla politica da Difendiamo l'occupazione e VIS anni di lotta all'attacco padronale. Siamo contrari a ipòtesi di compromesso storico». Piercarlo Lo rigo, 44 anni, architetto, presidente della Comunità montana della Val Pellice, socialista è per la continuità della giunta di sinistra: «Bisogna giungere ai nuovo ente intermedio sfruttando l'esperienza delle comunità montane che stanno diventando con buoni risultati un organismo di aggregazione e gestione dei piccoli comuni. Il ruolo dev'essere diverso nell'assistenza e nella viabilità: ci.vuole una maggior integrazione sul territorio. Bisogna seguire il filone di aiuto alla montagna con la collaborazione stretta con la Regione». Giovanni Fanzini, 58 anni, pensionato, socialdemocratico, vorrebbe che la Provincia potenziasse i settori rimasti dopo l'abbandono a Regione e Comuni di alcune competenze: «Ci sono problemi urgenti come la viabilità per il Fréjus: che succederà in Val di Susa co)i mille Tir al giorno? Autostrada o superstrada, qualcosa deve essere fatto subito. E poi bisogna non dimenticarsi dell'artigianato e del commercio: la Promark deve essere potenziata per recuperare a Torino la promozione dell'abbigliamento». Rilancia poi il progètto dello «stipendio alle casalinghe», un'iniziativa che aveva suscitato molta curiosità. Ludovico Boetti Villanis, 49 anni, avvocato candidato per il msi, rivendica il ruolo di •opposizione politica e amministrativa». Per l'ente chiede le competenze stabilite dalla Costituzione: «Questo, dopo cinque anni che le hanno viste diminuire. Inoltre bisogna razionalizzare ciò che già c'è». Chiede sinché l'elezione diret¬ ta del presidente e l'affiancamento delle categorie produttive alle rappresentanze poli-' tiche. Ettore Neglia, 47 anni, imprenditore, repubblicano, vorrebbe per la Provincia un ruolo maggiore nell'economia soprattutto in presenza della crisi dell'auto: «Bisogna cercare , nuovi posti di lavoro, nuove frontiere, e promuovere' iprodotti con un'azione razionale non (come ora) evanescente. Gli enti locali devono lavorare in modo più professionale, imprenditoriale». Mario Rey, 42 anni, docente universitario ex sindaco di Ivrea, democristiano: «La Provincia deve essere un appoggio concreto ai singoli comuni, soprattutto ai più piccoli. In passato ha avuto un grosso ruolo (comunicazioni e programmazione), oggi è passata nel dimenticatoio. Invece deve mantenere il compito di programmare e coordinare. Non bisogna dimenticare che l'ente ha dato il via alle autostrade, ai trafori e a tutte quelle infrastrutture che oggi utilizziamo quotidianamente. E' quindi in grado si svolgere un compito programmatorio. Bisogna ridargliene la possibilità». Gianni Bisio Scheda tipo: collegio di Avigliana MAFFI0D0 MASSIMO NATALE DE LUCA GIUSEPPE FASSINO FERNANDO BALAGNA ARIALDO SPADAVECCHIA BERT0L0TTI AIDA La Provincia è divisa in 45 collegi uninominali, dei quali 22 in Torino - Si vola solo per il partito: il nome del candidato è stampigliato accanto ad ogni simbolo. La scheda, pertanto, è diversa da collegio a collegio. Per esemplificare presentiamo quella di Avigliana
Persone citate: De Luca, Ettore Neglia, Fassino, Fernando Balagna, Filippo Arrigo, Gianni Bisio, Giovanni Fanzini, Ludovico Boetti Villanis, Mario Rey, Papandrea
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