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Stefania Rivoira riconosce le voci dei rapitori: 4 rinviati a giudizio

Stefania Rivoira riconosce le voci dei rapitori: 4 rinviati a giudizio Conclusa dopo tre anni l'istruttoria, processo il 30 giugno Stefania Rivoira riconosce le voci dei rapitori: 4 rinviati a giudizio La figlia del noto industriale rimase 16 giorni prigioniera dei banditi - Venne pagato un riscatto di 670 milioni - Alla sbarra ci sono Gipi, Johnny, Agnello e «la belva di Enna» Per quattro indiziati del rapimento di Stefania Rivoira, 22 anni, la figlia dell'industriale Franco Rivoira, sequestrata la sera del 24 maggio di tre anni fa e liberata dopo il pagamento di un riscatto di 670 milioni, si avvicina il giorno del processo. Il 30 giugno prossimo, davanti ai giudici della seconda sezione penale del tribunale, compariranno i fratelli Francesco e Antonio Prigltano, rispettivamente di 37 e 31 anni, originari di San Giovanni di Gerace (Reggio Calabria). Tommaso Pentassuglla, 37 anni, dell'Aquila e Carmelo Ferronc, 32 anni, di Adrano (Catania). Il giudice istruttore Sorbello li ha rinviati a giudizio per concorso nel sequestro. Non è stata un'inchiesta facile, né breve. Le uniche prove a carico del quartetto le ha date la ragazza che ha riconosciuto con buona certezza le voci di quattro suoi rapitori attribuendole agli indiziati. Di ognuno di loro Stefania ricorda con precisione gli appellativi con cui si chiamavano: «Gipi» e «Johnny», i due fratelli Prigltano, «Belva di Enna» il Pentassugliae «Agnello» il Ferrone. La brutta avventura di Stefania Rivoira dura 16 giorni. La sera del 24 maggio de! "77 la ragazza viene sequestrata sulla propria auto davanti al cancello di casa, in Strada del Nobile 108. Al padre, l'ingegnere Franco Rivoira, 57 anni, ex-ammlnistratore delegato della omonima industria del gas (ceduta all'Egam), i rapitori chiedono un riscatto di 3 miliardi : una cifra enorme che il padre non può assolutamente pagare. Le trattative con la banda avvengono per telefono. Un bandito si fa vivo quasi ogni giorno. Parla con una voce dura, imperiosa, dettando condizioni e minacciando. Per dare maggior forza alle loro richieste, i sequestratori spediscono ai genitori una crudele prova: una fialetta di sangue, prelevata dalle vene di Stefania. Il padre riesce a ridimensionare la richiesta di riscatto fino a 670 milioni. I soldi vengono consegnati ai banditi da un intermediarlo amico di famiglia, Severino Rosaclot. un professionista abitante in via Romani 19. Poche ore dopo la giovane studentessa universitaria viene ritrovata un un'auto in corso Peschiera da due cronisti del nostro giornale, che stanno perlustrando la zona dove 1 banditi hanno segnalato di aver abbandonato l'ostaggio. Per tutto il periodo del sequestro Stefania è bendata ma può ascoltare le voci del suoi carcerieri. Impara a riconoscerli uno per uno, quando si chiamano Le con quegli stra appeattlviLa stessa cosa la ragazza ha fatto davanti al giudice istruttoreLe prove foniche eseguite daglesperti, pur non potendo dare un giudizio di identità tra le vocdei sequestratori e quelle dequattro indiziati, hanno riconosciuto un «ordine di slmilitudine» soprattutto per Francesco Prigltano. Slatterà ora ai giudici del tribunale vagliare la consistenza di questi Indizi. Altre< m 11 ■ 11 r : 111 n 1111 < 1111111111111111111 it m )■ i 11 il li i it ■ tre persone, pure indzlate di concorso nel sequestro, sono state prosciolte per insussistenza di prove. Contro una quarta persona, Walter Signa, nonché nei confronti di altri (i mandanti e i basisti del rapimento) l'Inchiesta prosegue. Stefania Rivoira, nella sua casa, subilo dopo il rilascio li ti llttl

Luoghi citati: Adrano, Aquila, Catania, Enna, Reggio Calabria, San Giovanni Di Gerace