Salviamo i cestini che facevano i nonni

Salviamo i cestini che facevano i nonni Avanza la crociata de «La Stampa» e WWF Salviamo i cestini che facevano i nonni È l'appello di una classe di ragazzi che non trovano più le acacie - Sono stati premiati gli allievi dell'Ordine Mauriziano II traguardo dei cinquantamila ragazzi impegnati a «Salvare la natura» è ricino. Mentre cominciano ad arrivare le prime ricerche per il concorso bandito da -La Stampa- e dal WWF, giorno dopo giorno continua l'afflusso delle lettere di adesione. Il panorama verde che si va componendo a poco a poco con le scelte fatte dai bambini è vano, spesso sorprendente, ricco di emozioni. Ci sono gli allievi della media di Pescara che studieranno la pineta dannunziana. La classe quarta di Bastida Pancarana (Pavia) vuo■ le conservare il ricordo di quando, cinquantanni fa, i nonni trovavano lavoro con la gaggìa (l'acacia), le cui bacchette intrecciate servivano per daipigiane e cesti. Dove sono più le gaggìe utili? La scuola elementare di Grizzo (Pordenone) al completo intende presentare e valorizzare ti paese «cosi com'è, con boschetti per gli uccelli, campi e colline», un paese dove sarebbe un delitto guastare la qualità serena della vita. Una classe di Biscegìie (Bari) confessa «che sono tutti felici di aver partecipato al concorso, soprattutto per la gioia di aver capito la necessità del rispetto della natura». Questo è anclie lo spirito con cui stanno lavorando, per farsi un piccolo giardino scolastico con i fiori gettati via dai giardinieri del parco di Stupinigi, gli allievi della quinta elementare dell'Ordine Mauriziano. Sono bambini che già vivono nel verde, tra ricci, lumache e scoiattoli (sempre nella linea di tiro di cacciatori incoscienti) e. siccome hanno risposto per primi, in questi giorni sono stati accompagnati in gita premio al parco del Gran Paradiso. Ogni voce che arriva da un angolo d'Italia vale a disegnare un mosaico che, di giorno in giorno, si arricchisce e si amplia: voci die sono anclie monito per una società di adulti che. per ignoranza o per speculazione, vivono indifferenti un'esistenza innaturale. Vengono, le voci dei più giovani, dal Piemonte e dalla Liguria (La Spezia, Genova, Bordighera, Pontinvrea), dalla Val d'Aosta (Courmayeur e Chàtillon); dalla Lombardia (Varese, Tromello, Brescia) e da Portogruaro, Modena, Padova, Vernasca (Piacenza), Gorizia, Avellino, Siracusa e Cosseria, Sanguineto (Cosenza), Mirto (Messina), Giave (Sassari), Pescara, Lanciano (Nocera Umbra), tanto per citare le località da cui ci hanno scritto nell'ultima settimana. In altra pagina del giornale viene pubblicato tutti i giorni il tagliaiido che serve a iscriversi, per così dire, alla grande gara di educazione civile. Ricordiamo che il tema è «Salviamo la natura» (cioè adottiamo un fiore in via di estinzione, un animale in pericolo o anche una comunità vivente, un'aiuola, una siepe, uno stagno, un ruscello, un tratto di fiume, ecc). Per ••salvarlo» bisogna parlarne, descriverlo, illustrarne le abitudini, disegnarlo, fotografarlo: un lavoro di gruppo che insegni anche ad altri il piacere di impegnarsi tutti insieme al recupero di un mondo a lìiisura di chi ci deve vivere. Vittoria Sincero «E' questo un giardino pubblico?», è il titolo del disegno della II media Palazzeschi di Torino

Persone citate: Palazzeschi, Vittoria Sincero