Sandalo, un impiegato modello e terrorista nelle ore libere

Sandalo, un impiegato modello e terrorista nelle ore libere Chi è il giovane accusatore di Cossiga e Donat-Cattin Sandalo, un impiegato modello e terrorista nelle ore libere Negli anni del liceo aveva militato nell'estrema sinistra - Iscritto all'Università, aveva trovato un posto in una ditta di Villastellone superando un difficile esame -1 colleghi lo ricordano come persona cordiale, corretta e educata Chi è Roberto Sandalo, l'accusatore di Donat Cattili e di Cossiga? Della sua attività di membro o fiancheggiatore di Prima Linea si è ampiamente parlato: cose che lui stesso ha confessato; e s'è detto dei rapporti che sarebbero intercorsi tra lui e i congiunti di Marco Donat-Cattin suo amico e compagno di lotta. Quello che ci interessa conoscere è il personaggio Roberto nella vita di tutti i giorni, a contatto con gli altri cittadini. Balzano subito evidenti due personalità: oltre quella segreta del «niellino», c'è la personalità dell'impiegato che s'è conquistato il posto superando, nella gara finale dei test e dei colloqui orientativi, dieci altri concorrenti. Un impiegato che veste con eleganza, quasi con ricercatezza, sempre con gusto: cravatta prima di tutto e di seta. Roberto Sandalo è nato a Torino, compirà sabato prossimo 23 anni. Statura media bruno, occhiali cerchiati d'oro, baffetti capelli ben pettinati. E' figlio unico, di genitori piemontesi, suo padre Ovidio è funzionario della Fiat. Abitano al nono piano di un palazzo Fiat, in corso Salvemini 35. Giardino, scale di marmo, vista sulla collina. Pavimenti lucidi, già nell'androne. Un androne che la madre ci teneva particolarmente che fosse sempre ben in ordine per non fare brutta figura con gli ospiti di riguardo. Ospiti che erano — non ne faceva segreto, ma piuttosto un vanto — i Donat-Cattin Marco, la madre forse la sorella. Il giovane ha frequentato nella sua carriera di studente il Liceo Scientifico Galileo Ferraris dove si è diplomato alla fine dell'anno scolastico '75-'76. Anni ormai lontani, anni di una irruenza politica che poi, con l'avanzare dell'età, non compare più, cede il posto alla compostezza e al rigore della tonalità dell'abito. Di quegli anni c'è chi ricorda una militanza attiva all'estrema sinistra. Un giorno lui e altri aggrediscono in un gabinetto un presunto fascista; un professore interviene in difesa del giovane che è steso a terra e Roberto lancia contro l'inse^ gnante la sedia con la quale stava per colpire il rivale. Un episodio che emerge poi più nulla, almeno cosi pare. Dopo il diploma, l'iscrizione a Medicina, facoltà che Roberto Sandalo frequenta per due anni, poi c'è un ripensamento: nel '78-79 si trasferisce alla facoltà di Giurisprudenza alla quale è ora iscritto al secondo anno. Nel frattem po c'è il servizio militare: sottotenente degli Alpini a Mal lesdi Venosta; e l'assegnazio ne a quell'Arma desiderata pare sia avvenuta per intercessione dell'on. Carlo Dona t-Cattin. Ha dato esami a Giurisprudenza? Non si sa, i professori delle materie che Roberto avrebbe già dovuto affrontare, non lo ricordano.- «Può darsi che frequentasse, ma il mio corso è di 500 iscritti — dice un professore — come posso sapere se veniva alle lesioni?». Questo sta comunque a testimoniare che lui non si faceva distinguere nemmeno per altri aspetti eccessi politici, stranezze.soprusi. Era nel l'anonimato nella normalità. Certo non frequentava le lezioni nell'ultimo mese, perché era stato assunto alla Talbot di Villastellone e faceva orario di lavoro, 8,30-17,45 con 65 minuti di intervallo. Sempre puntuale rispettoso, preciso, un impiegato modello. Aveva superato, come s'è detto gli esami preliminari: la ditta, fra quanti si erano presentati alla sua inserzione per un posto di impiegato d'ordine lo aveva riconosci u a svolgere quelle to idoneo mansioni. Spiegano che era estremamente cordiale corretto educatoe sveglio, intelligente, desideroso di imparare, curioso' di conoscere i meccanismi dell'azienda. Cosa, quest'ulti¬ ma che appariva normale per uno che vuole diventare una rotella di quel congegno, ma adesso, alla luce di quanto si conosce, un dubbio sfiora chi era al centro di tanta attenzione: c'era qualche secondo fine in quella curiosità? Lo hanno arrestato la mattina del 29'aprile mentre, con l'auto del padre, si stava recando al lavoro (di solito andava e tornava col pullman). Per i genitori sembra sia stato un evento non solo altamente drammatico, come può esserlo per chi ha quel solo figlio, ma anche inaspettato. Quando Ovidio Sandalo e la moglie vanno alla ditta del figlio a spiegare perché il giovane non si presenta al lavoro, hanno gli occhi pieni di lacrime. E subito dopo abbanT donano l'alloggio di corso Salvemini, raggiungono la loro casa di campagna nell'Acquese, per essere al di fuori dell'attenzione dei vicini e di chi vuol scavare nella vita di un figlio che sembrava essere uno ed era un altro. , |

Luoghi citati: Torino, Villastellone