Donne unite, e l'operazione al seno diventa soltanto un lontano ricordo

Donne unite, e l'operazione al seno diventa soltanto un lontano ricordo Associazione per aiutare chi ha subito la mastectomia Donne unite, e l'operazione al seno diventa soltanto un lontano ricordo Considerate una donna di 40-50 anni, dopo una «mastectomia» — benefico ma mutilante intervento per quel tal «nodo» al seno — e avrete, anche se dolorosamente taciuto, il più abissale dramma psicologico: «Perché mi sono ammalata? Perdié proprio quella malattia? Perdié mi guardano in modo diverso da pri-' ma? Cambieranno i rapporti con mio marito, i parenti e gli amici?». La mente resta ancorata al pensiero della nascosta menomazione e, mattino e sera, lo «sguardo» rinnova la spinta alla peggiore filosofia della vita. La mesta e impalpabile «premura» dei familiari poi, e, talora, la malcelata sfiducia di chi ti cura — basta uno sguardo, una frase, un maldestro aggettivo — fanno il resto. A far uscire dal buio, a cancellare un liandicap — che è psicologico, estetico, sessuale, umano e sociale — è sorta, nel 1972, a Milano, per iniziativa di Ada Burrone, l'ACP («Attive come prima»), associazione nazionale di donne mastectomizzate unite dal comune problema e ben decise a ridimensionarlo. E' un ente morale, di appoggio (psicologico e culturale) e di cooperazione (anche applicativa) che opera nelle tre difficili fasi del «prima», «durante» e «dopo» il mutilante ma necessario intervento chirurgico. Col lavoro di gruppo le energìe, non più passive e disperse attraverso la paura e l'angoscia, vengono dirette a rafforzare mente e corpo, a polarizzare la «ripresa», a riassestare l'equilibrio della personalità e — cosa di primaria importanza — a voler cancellare l'handicap fisico, che è la spina permanente del dramma. Preparazione psicoprofilat-. tica all'intervento e, poi, colloqui con la malata e con i familiari, riunioni di lavoro, corsi di educazione alla salute, consulenze di specialisti, distribuzione di materiale formativo e informativo — si 6 detto alla recente conferenza dell'ACP all'Istituto dei Tumori di Milano — sono il frutto di otto anni di esperienza e di buon lavoro collettivo. Alla donna che prima e dopo l'antiestetico intervento, cerca, smarrita, la cura del corpo e la «restituzione» (non mortificante) della parte perduta di sé, occorre dare il modo che quel «vuoto» venga esteticamente «colmato» (le più recenti protesi mammarie «a corpo vuoto» di Nattermann sfruttano materiale reticolare con olio di silicone incorporato) e, se possibile, «ricostruito» (l'intervento di chirurgia plastica, soprattutto quando è ancor conservato il muscolo pettorale, consente la ricostruzione del seno, areola e capezzolo compresi). Ezio M inetto

Persone citate: Ada Burrone

Luoghi citati: Milano