Ex radiologo ed ex ispettore sanitario a giudizio per «abbandono di malati»

Ex radiologo ed ex ispettore sanitario a giudizio per «abbandono di malati» Verso la conclusione una vicenda che risale a quattro anni fa Ex radiologo ed ex ispettore sanitario a giudizio per «abbandono di malati» Sono il prof. Matll e il dott. Secreto del San Giovanni - Sono accusati di aver trascurato, per un mese, 15 degenti sofferenti di tumore perché le apparecchiature non funzionavano Il prof. Giuseppe Matll, 69 anni, ex primario radiologo del San Giovanni e il dott. Enzo Secreto, 68 anni, ex ispettore sanitario dello stesso ospedale, ' sono stati rinviati a giudizio dal giudice istruttore Vittorio Lanza con l'accusa di «abbandono di incapaci». L'imputazione si riferisce al fatto che i ricoverati del reparto di radioterapia del Centro tumori non erano stati visitati da alcun medico, dal 16 dicembre '75 fino al 16 gennaio "76. In quel periodo non era stata loro praticata neanche la cobaltoterapia. Il reparto era in pieno disfacimento: mancavano i medici, le apparecchiature non funzionavano perché logore (la bomba al cobalto) o perché non erano mai state rese funzionanti (betatrone). Il 10 gennaio del '76, una ricoverata, Luigia Ostorero, di Giaveno, scrive al dott. Secreto una lettera, firmata' da altri quattordici ammalati di tumore, in cui denuncia di non aver più visto un medico dal 16 dicembre. Alla sera passava il carrello con le medicine e gli ammalati le prendevano, secondo i propri bisogni, come ad un self service. La lettera, trasmessa dal dott. Secreto al dott. Danilo Boari, facente funzioni di sovrintendente sanitario degli ospedali San Giovanni, viene pubblicata dal nostro giornale. La Rai dedica all'episodio un servizio della rubrica televisiva «A Z». L'assessore regionale alla Sanità, Ezio Enrietti, affida al dott. Vittorio De Martino l'incarico di condurre un'inchiesta sull'intera vicenda. Il funzionario vi lavora instancabilmente e, due settimane dopo, presenta all'assessore una relazione «esplosiva» che viene trasmessa alla magistratura. Il giudice istruttore Mario Vaudano, invia nove comunicazioni giudiziarie: al presidente dell'ospedale, Walter Martini; al direttore amministrativo, Germano Manzoli; all'ing. Bruno PelUssero, direttore degli uffici tecnici dell'ospedale; all'economo, Alberto Riccio; al dott. Boari; al dott. Secreto; al prof. Leonardo Caldarola, responsabile del Centro tumori; al prof. Matll; al dott. Alberto Rocco, che aveva ricoperto alcuni anni prima il posto di sovrintendente sa-; nitario del San Giovanni. La perizia medico-legale viene affidata al prof. Baima Bollone, dell'Università di Torino ed ai professori Alberto Corinaldesi e Maurizio Fallani, dell'Università di Bologna. Due anni dopo i periti depositano le conclusioni in cui si dice che non è possibile stabilire se i pazienti abbandonati siano morti per mancanza di cure. Tra i primi a morire era stata proprio la donna che aveva scritto la lettera, Luigia Ostorero. Nel frattempo l'inchiesta giudiziaria passa al dott. Maddalena e, infine, al dott. Lanza che proscioglie tutti, gli imputati tranne il prof.' Matll, primario del reparto, e il dott. Secreto, ispettore sanitario dell'antica sede del San Giovanni. Muore nel frattempo anche uno degli indiziati, 11 prof. Danilo Boari. L'inchiesta condotta a termine dal dott. De Martino in due settimane è rimasta il', pilastro portante dell'istruttoria e rappresenta uno «spaccato» interessante su come vengono amministrati gli ospedali italiani. Emerge, ad esempio, che da quando l'ospedale ha deliberato di acquistare, il betatrone a quando è stato utilizzato per curare gli ammaliati, sono passati otto anni; che i medici si rifiutano di andare a lavorare nel reparto di radiologia per incompatibilità con il primario il quale non rispetta l'orario ed ha una serie di impegni professionali al di fuori dell'ospedale. Chi ha contribuito maggiormente a far luce sul malgoverno dell'ospedale è stato il dott. Secreto. Ed è proprio lui, ironia della sor'te, che finirà in tribunale.

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