Iran, sanzioni morbide scatteranno da giovedì di Aldo Rizzo

Iran, sanzioni morbide scatteranno da giovedì Un compromesso dei ministri Cee a Napoli Iran, sanzioni morbide scatteranno da giovedì Riguarderanno solo i contratti stipulati dopo la cattura degli ostaggi - Colombo: un avvertimento per Teheran che dovrebbe accontentare gli Usa - Il bilancio europeo DAL NOSTRO INVIATO NAPOLI — Accordo sulle sanzioni all'Iran (scatteranno giovedì 22 maggio, ma con forti limitazioni): contrasto più che mai aperto sulla questione dei versanienti inglesi alla Comunità; 'progetti indefiniti di intervento europeo nella disputa arabo-israeliana: infine echi attutiti, ma anche contraccolpi ovvi, della clamorosa iniziativa di Giscard d'incontrarsi con Breznev in piena crisi Est-Ovest. Questo il bilancio di due giorni di conferenza dei ministri degli Esteri della Cee a Villa Rosebery. Doveva essere una riunione informale, di quelle dette «davanti al caminetto»; invece è stato un momento difficile della diplomazia europea, in una fase di stretta dei problemi mondiali. Circa le sanzioni all'Iran, l'impegno preso dai Nove à Lussemburgo il 22 aprile era che esse sarebbero diventate operanti su tutta la linea il 17 maggio, se per quella data non fossero stati riscontrati «decisivi progressi» sulla via della liberazione degli ostaggi americani. Il1 compromesso raggiunto do- po varie ore di discussione e fissato in un documento dice che l'embargo totale, fatti 'salvi i prodotti alimentari e farmaceutici, comincia giovedì prossimo ( e non dopo il, 28 maggio, data di convocazione del nuovo parlamento: iraniano, come era stato riferito ai giornalisti italiani). I I prossimi tre giorni dovreb-i bero infatti bastare ai vari governi per predisporre gli strumenti legislativi o am- ministrativi. Tuttavia dal blocco commerciale saranno esclusi tutti i contratti stipulati prima del 4 novembre, giorno dell'occupazione della ambasciata americana di Teheran. In questo modo si è ritenuto di poter raggiungere tre obiettivi: confermare agli Stati Uniti una doverosa solidarietà; attenuare il più possibile i danni per le parti, per quelle europee come per quella iraniana; trasmettere a quest'ultima un segnale articolato, che non suoni come una dichiarazione di rottura. Su quest'ultimo punto, in particolare, ha insistito il ministro italiano Colombo, presidente di turno, nella conferenza-stampa conclusiva. «L'adozione delle sanzioni — lia detto — è un incitamento alle autorità iraniane perette eliminino una grave turbativa dell'ordine internazionale. I Paesi europei non intendono con questo interferire negli affari interni dell'Iran, né manifestare ostilità verso il nuovo corso iraniano, di cui rispettano il travaglio. Essi chiedono solo che sia rimosso l'ostacolo che si frappone alla ripresa di un ,proficuo dialogo». Vedremo se a Teheran il messaggio europeo sarà accolto nella maniera giusta e se sarà possibile avere nello stesso tempo l'approvazione americana e la comprensione iraniana. Sugli altri temi dibattuti. Colombo è stato un po' meno esplicito, tornando a ricordare per essi la natura riservata e informale di questi colloqui. Tuttavia non ha potuto nascondere la sua preoccupazione per lo stato e per le prospettive del negoziato sulla riduzione del deficit inglese nel bilancio comunitario (che è stato intanto deferito ai ministri economici perché quantifichino con maggior esattezza i temi del problema). «Non c'è da essere ottimisti», ha detto il ministro, che ha espresso il timore di una prossima «fase di blocco» della Comunità nel suo insieme, dato che la disputa con Londra si è ormai legata ad altre importanti questioni, fra cui l'adozione dei nuovi prezzi agricoli. Abbiamo domandato a Colombo se davvero non si fosse parlato del vertice Giscard-Breznev, che è il più recente, ma non il minore, fra i motivi di tensione o almeno di disagio nella Comunità, visto che il suo preannuncio ha preso in contropiede non solo gli Stati Uniti, mentre erano impegnati a ' Vienna in una faticosa ripresa di dialogo con l'Urss, ma anche la Germania, il cui cancelliere stava preparando da tempo, fra ampie consultazioni con gli alleati, un suo viaggio a Mosca. Colombo ha ammesso che se ne era parlato, dopo che Francois-Poncet ne aveva dato informazione ai colleghi. Informazione a cose fatte... Colombo: «In effetti non c'è stata alcuna consultazione preventiva, però l'informazione qui è stata ampia». La discussione è stata esauriente? Colombo ha preferito non rispondere. Ha avuto conferma l'impressione che non si voglia drammatizzare l'episodio, per non aggravare il disagio fra gli europei che, se hanno raggiunto un laborioso accordo sulle sanzioni all'Iran, non si intendono su «un pugno di sterline» e si fanno concorrenza l'un l'altro sulla scena della politica mondiale. Aldo Rizzo

Persone citate: Breznev, Francois, Poncet