Troppo il credito tolto alle imprese

Troppo il credito tolto alle imprese Carli a un convegno bancario Troppo il credito tolto alle imprese DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE BORDIGHERA — Guido Carli, nella duplice veste di grande banchiere (è stato per molti anni governatore della Banca d'Italia) e di presidente degli industriali (è stato alla guida della Confindustria fino a pochi giorni fa), è intervenuto ieri a conclusione del corso delle banche dell'Intesa (Banco di Napoli, Banco di Sicilia, Istituto San Paolo di Torino, Monte dei Pascili di Siena), tenutosi all'hotel del Mare di Bordighera sulla «gestione dell'impresa e la banca». Per Carli, è stata l'occasione per una vasta panoramica sui rapporti tra i due importanti .blocchi» (produzione e credito) in tutto il mondo, con particolare attenzione a quanto sta avvenendo oggi negli Stati Uniti Paese in cui l'economia capitalistica trova la sua più importante espressione. Esaminando i problemi di maggior attualità per ii sistema bancario italiano, Carli ha sostenuto tra l'altro che la responsabilità delle nomine ai vertici delle Casse di Risparmio deve spettare unicamente al ministro del Tesoro, sentito il parere del Comitato per il credito e il risparmio. Oggi, invece, la classe politica ha rispolverato una veccliia norma del 1938 che affidava al governatore della Banca d'Itaba il compito di formulare le proposte per tali nomine. Questa norma - ha però affermato Carli - è stata dichiarata non più in vigore dal Consiglio di Stato in una sua sentenza del 1974. Dopo aver affermato che il settore creditizio è costretto a finanziare in misura sempre crescente il fabbisogno del settore pubblico (la quota di credito totale interno assorbita è passata dal 50.3 al 68 per cento tra il 1973 e il 1979) Carli ha sottolineato come lo Stato si sia sostituito al sistema creditizio nel trasferire fondi alle imprese: nella media '73-'7S su 100 lire di credito attribuito al settore pubblico, ben 23 sono riaffluite alle imprese. Nello stesso periodo, invece, la quota del credito bancario destinata agli impieghi è caduta dal 66 al 48 per cento. Concludendo il suo ampio intervento Carli si è detto convinto che -il sistema bancario sia in condizione di esercitare l'attività di intermediazione finanziaria con maggiore efficienza dello Stato o di altri enti del settore pubblico»: in altre parole, occorre restituire ai sistema creditizio il suo ruolo essenziale di fi¬ nanziamento dello sviluppo economico. Non ha: invece, affrontato il problema della lira, oggi al centro dell'attenzione, in at-; tesa delle «considerazioni finali» che il governatore farà oggi all'assemblea della Banca d'Italia. Al termine della riunione abbiamo chiesto al prof. Coccioli, presidente del San Paolo, i piotivi di questi corsi, giunti ormai alla sesta edizione. -L'evoluzione del nostro sistema industriale in questi ultimi anni — ha detto — ha messo sempre più in evidenza il ruolo chiave della piccola e media impresa. La banca già da tempo sta cercando di approfondire le esigenze di questo tipo di azienda, die non sempre vengono soddisfatte al meglio: per questo le banche dell'Intesa hanno avanzato l'ipotesi che m contributo significativo a una soluzione di questo problema possa essere dato dallo sviluppo di una più approfondita conoscenza reciproca. Essa dovrebbe, infatti, consentire di capire meglio le ragioni die giustificano le posizioni dell'una e dell'altra parte in modo tale da sviluppare una più profonda collaborazione». Clù partecipa a questi incontri? -A questo corso hanno partecipato uomini di banca e di impresa die hanno lavorato insieme per quindici giorni, in collaborazione con gli esperti dell'Istud, die ha fornito la consulenza scientifica per lonvolgimento dell'iniziativa». Renzo Villarc

Persone citate: Carli, Coccioli, Guido Carli, Renzo Villarc

Luoghi citati: Bordighera, San Paolo, Sicilia, Siena, Stati Uniti, Torino