«La crisi dell'auto, un pericolo per tutta l'industria italiana»

«La crisi dell'auto, un pericolo per tutta l'industria italiana» Pininfarina all'assemblea degli imprenditori torinesi «La crisi dell'auto, un pericolo per tutta l'industria italiana» TORINO — -Se non si prendono energici provvedimenti al più presto, in tutte le sedi che hanno responsabilità, l'avvenire di Torino e di vasta parte dell'industria italiana non jìuò non destare preoccupazione». Lo ha detto ieri Sergio Plninfàrin presidente dell'Unione industriale di Torino, all'assemblea che ha concluso i primi due anni del suo mandato (la conferma è peraltro scontata). Pininfarina parlava della crisi dell'auto; ma su un piano più generale note preoccupate sono venute anche dai ministri delle Finanze, Franco Reviglio, e del Bilancio Giorgio La Malfa. Reviglio ha avvertito che il tentativo di accrescere i prezzi dei nostri manufatti per rincorrere l'aumento delle materie prime se è riuscito negli Anni 70. non riuscirà più negli Anni 80 e questo mette in pericolo la nostra capacità di esportare.-Il mantenimento delle quote dì mercato all'estero diventa quindi obiettivo primario della politica economica del governo». Da parte sua La Malfa ha affermato che il governo è impegnato a far scendere l'inflazione italiana a livello uropeo (mentre non è d'accordo sulla svalutazione della lira che sarebbe contraria agli impegni presi con il Sistema monetario europeo). Né con questo impegno, ha sostenuto il ministro del Bilancio sono in contraddizione recenti decisioni, come l'aumento degli assegni familiari e i contratti nel pubblico impiego, perché il governo è deciso a tenere fermo il tetto del disavanzo del settore pubblico a 40 mila miliardi già fissato dal precedente coprendo invece le maggiori uscite con il recupero dell'evasione fiscale. Non sono mancati quindi i motivi di preoccupazione a questo annuale test con gli imprenditori torinesi. Walter Mandelli, vicepresidente della Confindustria ha detto tra l'altro che vi sono nell'economia nazionale settori in situazioni -estremamente pericolose» come quello tessile, quello delle calzature, oltre all'auto; settori che stanno rapidamente perdendo terreno sui mercati esteri (Reviglio ha ammesso che -Qualche mese fa no?) prevedevamo una caduta cosi rapida dell'export»). Facendo il bilancio di due anni di presenza alla guida degli imprenditori torinesi Pininfarina ha detto che essa ha puntato su due concettichiave: -La legittimità del no¬ stro ruolo per la creazione di ricchezza, e la coincidenza sostanziale dell'interesse dell'impresa con quelli più generali della società». La proposta degli imprenditori è fondata «sulla rivalutazione del fattore umano e sociale del lavoro e dello sviluppo al posto della filosofia dell'austerità. Siamo pertanto per la riscoperta della capacità, della competenza, della serietà negli studi e nelle carriere, contro tutti gli assistenzialismi e contro la copertura di ogni tipo di assenteismo e. di fuga dalle responsabilità». Gli imprenditori contano molto sulla stabilità del secondo governo Cossiga, su uno sforzo di buona volontà da parte di tutti per contribuire alla governabilità del Paese. Ritengono che un sindacato forte, rappresentativo. in grado di farsi seguire da tutta la base, ma cosciente delle sue responsabilità economiche e sociali, sia nell'interesse del Paese. I contratti integrativi in discussione potrebbero essere un banco di prova per verifi- • care se il sindacato italiano -intende operare, nei fatti una scelta a favore di un recupero di produttività e di efficienza del sistema produttivo, o se invece intende dargli una ulteriore spallata». Secondo il presidente degli industriali torinesi -sembra stia prevalendo la seconda opzione». Tornando ai problemi dell'auto Pininfarina ha affermato che la crisi dell'Alfa Romeo -deve essere vista in un contesto europeo», che occorre un piano europeo dell'auto per -reggere all'ineluttabile duro scontro con il Giappone egli Usa. La crisi dell'Alfa non può essere separata dalla soluzione da cercare alla crisi generale dell'automobile». Purtroppo, secondo Pininfarina, l'aver rinviato una decisione a dopo le elezioni, è un elemento negativo. Il ministro La Malfa ha dato del progettato accordo Alfa-Nissan un giudizi (-personale», ha precisato in attesa di una decisione collegiale del governo) negativo, per i riflessi sulla situazione dell'auto in Italia e in Europa. Ma si è anche domandato se il fatto di vendere i motori a una società mista italo-giapponese sarebbe sufficiente a ridurre i fattori di conflittualità e di assenteismo che hanno impedito in tutti questi anni il pieno sfruttamento dell'impianto dell'Alfasud. Vittorio Ravizza

Luoghi citati: Europa, Giappone, Italia, Torino, Usa