L'Olivetti ha il vento in poppa ma urgono aiuti per la ricerca di Marco Borsa

L'Olivetti ha il vento in poppa ma urgono aiuti per la ricerca Utile di 23 miliardi e dividendo di 100 lire nel '79 L'Olivetti ha il vento in poppa ma urgono aiuti per la ricerca IVREA — Pioggia di buone notizie per l'assemblea degli azionisti Olivetti che ieri hanno approvato il bilancio 1979 (23 miliardi di utile e 100 lire di dividendo) e l'aumento di capitale (100 milioni dì nuovi titoli da riservare per 21 milioni alla Saint-Gobain a 3200 lire l'uno mentre i rimanenti 80 milioni saranno offerti agli attuali azionisti a 1200 lire l'uno) la cui esecuzione, salvo imprevisti, dovrebbe scattare il 18 giugno prossimo. I primi quattro mesi di quest'anno, con un incremento del 42 per cento del fatturato della capogruppo e del 21,6 per cento del gruppo, confermano la tendenza positiva e le previsioni di bilancio 1980 che danno un utile lordo suscettibile di raggiungere i 100 miliardi. A coronamento degli sforzi dell'azienda per riavviare una nuova fase di sviluppo è arrivata la notizia da Roma che il governo, la sera prima, aveva approvato finanziamenti Imi destinati alla ricerca del gruppo Olivetti per 99,6 miliardi di cui 73 miliardi destinati alla capogruppo («La metà delle nostre richieste già approvate dai tecnici dell'Imi » ha lamentato Bruno Visentin!). Unico punto nero il mancato avviamento di quella domanda pubblica di prodotti Olivetti che il governo si era impegnato ad attivare allo scopo, tra l'altro, di attenuare su sollecitazione dei sindacati le conseguenze sull'occupazione della ristrutturazione operata dal manage¬ ment del gruppo di Ivrea. «Non è il caso di fare del trionfalismo» si è però affrettato a dichiarare il vicepresidente e amministratore delegato Carlo De Benedetti sottolineando che i risultati ottenuti sono solo «l'inizio di una strada che ha davanti la sfida di una agguerrita concorrenza internazionale». Una sfida che il gruppo di Ivrea è oggi in condizione di affrontare assai meglio di due anni fa. L'opera di ristrutturazione con il passaggio da produzioni prevalentemente meccaniche all'informatica è saldamente avviata, la ricapitalizzazione da- effettuarsi con il contributo determinante di Saint-Gobain ha dotato il gruppo dei mezzi necessari a sopravvivere, una serie di accordi produttivi e commerciali con altri partners esteri. (la giapponese Itachi, la francese Matra, l'americana Memorex) consentono di colmare lacune e consolidare punti di forza della società in settori specifici. La capacità, però, dell'Olivetti di contare davvero in futuro come uno dei grandi gruppi internazionali dell'elettronica dipenderà in larga misura non solo dalle scelte dell'azienda ma anche dall'appoggio che il governo e la pubblica amministrazione sapranno fornire in misura comparabile con quanto avviene in Francia, in Germania, in Usa e in Giappone dove, è stato ricordato in assemblea, gli stanziamenti alla ricerca .sono nell'ordine delle centinaia di miliardi e la domanda pubblica è sapientemente orientata a stimolare i settori tecnologicamente avanzati. E' su questo tipo di appoggio che l'Olivetti conta per U suo futuro mentre rimane fredda, come ha detto Bruno Visentini, alle proposte di fiscalizzazione degli oneri sociali, giudicate un palliativo nel migliore dei casi alle difficoltà di competitività dell'industria italiana o addirittura una misura distorsiva se presa per singoli settori industriali o per singole aziende. Se l'Italia, comunque, sceglierà di non appoggiare l'elettronica il destino dell'Olivetti potrebbe già essere segnato. Difficilmente la SaintGobain, che è intervenuta nel gruppo italiano forse su sollecitazione se non proprio coi fondi del governo francese, si lascerà sfuggire un patrimonio aziendale del valore di quello Olivetti. Marco Borsa

Persone citate: Bruno Visentin, Bruno Visentini, Carlo De Benedetti

Luoghi citati: Francia, Germania, Giappone, Italia, Roma, Usa