Famiglia (e politica) preoccupano i vescovi

Famiglia (e politica) preoccupano i vescovi L'assemblea dell'episcopato italiano Famiglia (e politica) preoccupano i vescovi Oggi sarà reso noto il documento finale Il Papa ha difeso l'autonomia della Cei CITTA' DEL VATICANO — I trecento vescovi italiani hanno concluso ieri sera, discutendo anche la crisi politico-sociale in vista delle elezioni regionali, la XVII assemblea generale dedicata alla famiglia, tema del Sinodo mondiale d'autunno. L'assemblea ha rappresentato una svolta quasi storica in seguito all'imperativo invito di papa Wojtyla all'episcopato italiano ad assumersi le proprie responsabilità, in autonomia dall'antica tutela della Santa Sede. Dal comunicato finale, previsto per oggi, e dal Messaggio alle famiglie», preannunciato per lunedi, si vedrà quanto il perentorio richiamo sia stato raccolto. Wojtyla non è nuovo a queste pressioni per l'autonomia dei vescovi italiani: ne parlò nel gennaio e nel maggio del '79, vi tornò sopra in occasioni più riservate, ma soprattutto in un incontro segreto con i sedici presidenti delle conferenze episcopali regionali d'Italia, che convocò il 25 aprile scorso. Nel lungo discorso di giovedì, il pontefice ha rileva-; to che la tradizionale dipendenza dalla Santa Sede «ha messo o mette talora in ombra la conferenza episcopale». Poiché si deve «dissipare l'equivoco», ha precisato con forti toni: «Voi siete, dunque, i responsabili, e dovete esserlo in modo sempre più crescente ed incisivo, della Chiesa che è in Italia: indipendentemente dal fatto che il Papa sia o non sia di origine italiana». Si è poi richiamato alle denunce del «materialismo e del laicismo», fatte a Torino, per ammonire: «In questo innegabile contrasto di posizioni radicalmente opposte (...) la conferenza episcopale ha il dovere di assumere autonomamente tutte le proprie responsabilità per favorire l'affermazione dei sani valori che costituiscono l'onore genuino del popolo italiano e far argine ai pericoli che cercano di corroderli dall'interno». E ha definito i vescovi «forza sociale che ha una responsabilità nella vita dell'intera nazione». E' un appello alla riscossa cattolica, affidata ai vescovi. Una prima verifica di questo irrigidimento si potrà ricavare da quel che l'episcopato dirà ai cattolici per le elezioni regionali. ' Già ieri, nel dibattito con¬ clusivo, molti sono intervenuti chiedendo «coerenza di comportamento politico» con la fede. Nella sua relazione, il patriarca di Venezia, card. Marco Ce, aveva esaltato la «tenuta veramente ammirevole» del Paese dinanzi al terrorismo, alla crisi economica, lamentando però «smagliature drammatiche» nella morale sessuale, nella famiglia, nella difesa della vita (riferimento all'aborto). Il card. Cè aveva constatato «la crisi dell'attuale stagione politica», legandola ^'«affievolirsi di contenuti ideali, di slancio morale e di forza progettuale» che investe «le grandi forze sociali, impari a cogliere le nuove situazioni». E' una critica a partiti e sindacati, in primo luogo a quelli di ispirazione cattolica, e soprattutto alla de. I limiti al pluralismo nelle scelte politiche e ideologiche sono prevedibili. Mons. Carlo Maccari, parlando con i giornalisti, ha osservato in proposito: «Non si può dire: "Sono cristiano, ma faccio quel che voglio"». I.f.

Persone citate: Carlo Maccari, Marco Ce, Wojtyla

Luoghi citati: Citta' Del Vaticano, Italia, Torino, Venezia