«Il generale Malizia nel luglio del '73 non fu mal ricevuto a Palazzo Chigi» di Silvana Mazzocchi

«Il generale Malizia nel luglio del '73 non fu mal ricevuto a Palazzo Chigi» Processo per falsa testimonianza alla Corte d'assise di Potenza «Il generale Malizia nel luglio del '73 non fu mal ricevuto a Palazzo Chigi» Lo attesta un documento esibito ieri dalla difesa - Ciò proverebbe che non poteva essere lui l'uomo di collegamento tra la presidenza del Consiglio e il ministero della Difesa sulla questione dell'agente Sid Giannettini DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE POTENZA - Di scena la( presidenza del Consiglio al processo contro il gen. Saverio Malizia. La Corte d'assise che lo deve giudicare per falsa testimonianza, ha ascoltato ieri alla terza udienza, Gilberto Bernabei e Franco Piga, gli ex capi-gabinetto di Andreotti e Rumor, i presidenti del Consiglio che si avvicendarono il 7 luglio del '73, quando il Servizio segreto di ailora, diretto da Vito Miceli, negò al giudice di Milano il diritto di conoscere l'identità di Guido Giannettini, condannato sei anni dopo in primo grado all'ergastolo per la strage di piazza Fontana. Piga e Ber¬ nabei sono stati per Malizia testimoni a favore, com'era scontato. Già nel novembre del '77, quando l'ex consulente giuridico del ministro della Difesa divenne imputato, i suoi accusatori erano stati generali, mentre i politici si definirono come suoi alleati naturali, visto che proprio per difendere la loro estraneità alla decisione di «coprire» Giannettini, Malizia era stato condannato. Tra i testimoni di ieri era atteso anche l'ex ministro della Difesa Mario Tanassl che però non è venuto e si presenterà in aula solo 11 4 giugno prossimo, insieme con gli ex presidenti del Consiglio Andreotti e Rumor. C'è stato un difetto di citazione. La Corte lo aveva convocato in veste di deputato, Tanassi non lo è più e si trova addirittura in regime di affidamento al Servizio sociale dopo che la sentenza dello scandalo Lo-, ckheed lo spedi in galera e la sua libertà venne affidata al giudice di sorveglianza che gli dovrà dare il permesso di uscire da Roma per venire a testimoniare a Potenza. E veniamo all'udienza di ieri, nel complesso favorevole al gen. Malizia. Mercoledì scorso il gen. Alemanno ( colui che nel '73 rivestiva al Sid la qualifica di tecnico per la questione della tutela del segreto mi- litare per conto dell'allora capo del Servizio, Miceli) aveva confermato che anche per il Kcaso Giannettini», prima di opporre il segreto sulla sua identità, il Sid certamente si consultò con la presidenza del Consiglio se non altro per «guardarsi le spalle». Il gen. Alemanno aveva parlato però di un principio generale e non del fatto specifico per il quale Malizia è finito sotto processo, cioè se l'ex consulente giuridico del ministero della Difesa (nonostante il suo diniego) all'epoca avesse agito da uomo di collegamento con la presidenza del Consiglio per dare al Servizio segreto l'avallo dell'autorità politica sul «caso Giannettini». Ieri sia Gilberto Bernabei che Franco Piga hanno negato che Malizia funzionasse da collegamento tra il ministero della Difesa e la presidenza del Consiglio, cosi come hanno escluso che fosse prassi acquisita che quest'ultima avallasse le decisioni sul segreto di cui erano titolari altri organismi istituzionali. Bernabei, che fu capo di gabinetto di Andreotti sin dal 17 febbraio '72 al 7 luglio '73 per il primo governo monocolore, ha detto di poter escludere che Malizia rivestisse allora il, ruolo ipotizzato dall'accusa e di aver conosciuto il generale soltanto nel marzo del '74 quando Andreotti divenne ministro della Difesa, essendo Malizia il consulente giuridico del dicastero. «Nel 1972-73, Malizia non è venuto a Palazzo Chigi per conferire con il presidente del Consiglio — ha insistito Bernabei — o comunque io l'avrei saputo». «Io fui capo-gabinetto del presidente Rumor dall'8 luglio del '73, — ha assicurato Piga — ed escludo che nel mio periodo qualche titolare di segreto istituzionale abbia consultato il presidente del Consiglio. Lo avrei saputo». Piga ha anche negato che per dare l'avallo al Sid su Giannettini si sia svolta a Palazzo Chigi, nel luglio del '73, quella riunione di ministri che venne rivelata dal giornalista Massimo Caprara sul settimanale «Il Mondo» dove comparve nel giugno dell'anno successivo un'intervista al ministro Andreotti. Oggi è la volta di Massimo Caprara che dovrà deporre in aula su questo punto. Sono stati convocati anche l'ex capo del Sid, amm. Henke e il gen. Maletti, il capo del Servizio controspionaggio che all'epoca era stato diretto |interlocutore di Giannettini. 1 A sostegno della tesi che Malizia non si recò mai alla presidenza del Consiglio du- , rante il periodo in questione ; nel processo, ì difensori del- | l'imputato hanno prodotto alla Corte un attestato, firmato, | in data 27 maggio '80, dal dirigente dell'ufficio affari generali di Palazzo Chigi, Giacomo Guiccio, in cui si afferma che nel luglio '73 non venne mai rilasciato dalla presidenza un « passi» a nome Malizia. Il pubblico ministero però non è rimasto convinto dal documento e ha chiesto alla Corte di acquisire dalla portineria della presidenza del Consiglio i fogli alla base dell'attestato prodotto dalla difesa. La Corte si è riservata di decidere. Silvana Mazzocchi

Luoghi citati: Milano, Potenza, Roma