Ex metronotte uccide un tassista a Canne con 7 colpi; «Insidiava la mia ragazza»

Ex metronotte uccide un tassista a Canne con 7 colpi; «Insidiava la mia ragazza» Il delitto lunedì notte durante un aspro litigio sull'auto della vittima Ex metronotte uccide un tassista a Canne con 7 colpi; «Insidiava la mia ragazza» L'ucciso, 48 anni, sposato e padre di due figli, è stato abbandonato sul ciglio della provinciale - Ieri mattina il corpo rinvenuto da un operaio - Poche ore dopo l'assassino, 23 anni, arrestato a Moncalieri - Ha confessato Con sette colpi di «357 Magli um- sparati a bruciapelo, un'ex guardia giurata ha ucciso l'altra notte un tassista. L'omicidio è avvenuto nelle campagne di Caprie, sulla provinciale che conduce alla frazione di Novaretto. L'assassino è stato catturato dai carabinieri della Compagnia di Moncalieri 5 ore dopo il fatto mentre vagava senza meta sull'auto della vittima con i sedili intrisi di sangue. Il movente del delitto non è ancora chiaro anche se l'arrestato nella sua breve ma spontanea confessione parla di «rivalità in amore». La vittima si chiamava Giorgio Vincenzo Bianchi, 48 anni, tassista di notte del «5744», corso Corsica 14?, sposato con Elide Sannazzaro, 43 anni e padre di due figli: Maurizio di 22, operaio Fiat e Sergio di 12, studente delle medie. L'assassino è un suo conoscente, Paolo Mafflodo, 23 anni, via Michele Lessona 101,, figlio dì un operaio in pensione e di una casalinga, fino a una settimana fa guardia dell'istituto di vigilanza privata «Città di Torino», dove si era impiegato nell'autunno scorso dopo essersi licenziato dall'Acquedotto municipale. Ecco i fatti. Ieri mattina alle 5,40 un operaio diretto al lavoro scopre sul ciglio della provinciale il corpo senza vita di un uomo. Pensa a un incidente stradale, a un automobilista pirata. E informa i carabinieri di Condove. Questi accorrono subito alla chiamata, ma dopo pochi minuti salta fuori la verità. Il cadavere è crivellato di proiettili: tre colpi alla testa e quattro al fianco destro. In tasca i documenti, molti1 biglietti d'ingresso al Casinò di Saint-Vincent, la licenza di tassista rilasciata nel '62 e le carte di circolazione di un'«Alfasud». Gli investigatori rintracciano i familiari di Giorgio Vincenzo Bianchi e vengono a sapere che lui aveva preso servizio alle 19 di lunedi. Le indagini imboccano la pista del cliente rapinatore che dopo avere ucciso «scarica» la vittima e si allontana. Alle 6,15 11 colpo di scena che ribalta l'ipotesi della rapina finita male. Nei pressi del centro contabile dell'Istituto San Paolo di Moncalieri s'aggira un'«Alfasud» gialla con un giovane a bordo. Le guardie private che sorvegliano dall'esterno gli uffici vedono che a bordo c'è l'ex collega Maffiodo. S'avvicinano e gli chiedono cosa sta facendo. Dicono: «Perché sei in divisa, non lo sai che sei stato licenziato per assenza ingiustificata?». Paolo Maffiodo risponde con monosillabi, è stravolto e dopo alcuni secondi di esitazione aggiunge: «Ho ucciso un uomo». Ripete la frase alcune volte, mostrando la sua pistola infilata nella cintura. Poi riparte con l'auto e continua a girare attorno al centro contabile. Le guardie chiamano con la radio la centrale dell'istituto, raccontano i fatti e chiedono l'intervento dei carabinieri. Alle 6,30 una gazzella blocca l'«Alfasud» all'imbocco della radiale. Paolo Maffiodo è Immobile al posto di guida con gli occhi sbarrati, i sedili sono intrisi di sangue, sul parabrezza tracce di materia cerebrale, il finestrino sinistro con il cristallo infranto. Ai militari ripete subito la stessa storia raccontata al colleglli: «L'ho ucciso perché imi di nati la mia ragazza. L'ho abbandonato sulla provinciale di Caprie». In caserma l'assassino diventa più preciso. Agli uomini del capitano Giaccherò dice di avere ucciso per gelosia. Racconta di avere incontrato il tassista lunedi notte davanti alla stazione di Porta Susa e di essere salito sull'auto per una spiegazione definitiva. Aggiunge: -Ci siamo diretti verso Caprie dove ho una casa, chiedendogli di lasciare perdere la mia ragazza». Nella confessione dice che il Bianchi è giunto persino a violentarla. «£' da anni che laperseguitain tutti, i modi con telefonate, minacce e lettere. Mentre viaggiavamo il tono della discussione è diventato violento: parole grosse, insulti e minacce di botte. Ho perso la testa e Ito fatto fuoco con la mia pistola d'ordinanza». Il racconto di Paolo Maffiodo è spesso confuso, ma la ricostruzione dell'omicidio è stata possi¬ bile. Lui ha sparato mentre era seduto sui sedili posteriori e mentre il tassista era girato sul fianco destro. Sembra che abbia decìso di premere il grilletto quando Giorgio Vincenzo Bianchi ha tentato di disarmarlo avendogli visto, infilata nella cintola, la «357 Magnum». Sei colpi a breve distanza, poi ancora uno, dopo avere ricaricato l'arma. Nella fretta di sbarazzarsi del cadavere la guardia giurata ha dimenticato sul pavi¬ mento dell'auto la scarpa della vittima che i carabinieri hanno poi trovato. L'inchiesta è appena avviata e per ora c'è solo il racconto dell'assassino. I colleglli della vittima non escludono nulla, ma sono perplessi. Descrivono Giorgio Vincenzo Bianchi come un uomo normale e ricordano che fu uno del primi sindacalisti della categoria. Emanuele Monta Giuliano Dolf ini ■li Giorgio Vincenzo Bianchi, la vittima - Paolo Maffiodo, ex metronotte confessa d'averlo ucciso ■ 11 cadavere sulla strada

Luoghi citati: Caprie, Condove, Moncalieri, Saint-vincent, Torino