Lucca: dopo anni, aria di crisi sulla maggioranza assoluta dc di Clemente Granata

Lucca: dopo anni, aria di crisi sulla maggioranza assoluta dc Il Comune «bianco» conteso per il voto dell'8 giugno Lucca: dopo anni, aria di crisi sulla maggioranza assoluta d Nella regione rossa la città si pone come «un'alternativa, non come un'isola» dice Maria Eletta Martini, vice presidente della Camera, che qui ha il collegio elettorale - «Qualcosa è in movimento», sostiene il segretario del psi Colucci DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE LUCCA — «Non c'è che dire: abbiamo tutti i fucili puntati addosso e questa volta qualclw rischio possiamo anche correrlo. Ma non siamo preoccupati più di tanto. Soprattutto non pensiamo di starcene rinserrati in difesa, ansi...», afferma con un sorriso Maria Eletta Martini, vicepresidente della Camera, che i votanti della circoscrizione di Lucca inviano regolarmente in Parlamento con un mare di consensi. Il rischio, cui accenna l'on. Martini, è la perdita da parte della de della maggioranza assoluta al Comune di Lucca e l'arretramento in altri centri, dove, come in Garfagnana, i consiglieri democristiani sono eletti con suffragi che a volte toccano il 60-65 per cento. La perdita della maggioranza assoluta a Lucca sarebbe un evento più che rimarchevole nella storia dell'amministrazione locale, stante il fatto che quella maggioranza i democristiani la detengono da sempre (nel 1975 ottennero 21 seggi su 40; gli altri seggi furono suddivisi cosi: 8 al pei, 4 al psi, 3 al psdi, 2 al msi e uno a testa al pli e al pri). Cosi come è un tema ricorrente la contrapposizione politica tra questa città «bianca» e il resto della regione contrassegnato dalla massiccia presenza di giunte socialcomuniste. E' uno dei segni della «diversità» di Lucca, della sua posizione «autonoma» nei confronti degli altri centri toscani. E dì queste «diversità» vengono fornite spiegazioni storiche di vario tipo, alcune delle quali risalgono il tempo: l'ostinata e orgogliosa resistenza all'espansionismo e al duro dominio del principato fiorentino; nel campo cattolico una Chiesa fervida e operosa, povera e ferma nella difesa della libertà dell'uomo (furono 44 i sacerdoti caduti durante la Resistenza); nel campo economico una piccola e attiva imprenditoria, poco propensa ad accettare ipotesi di appiattimento dell'iniziativa privata e una piccola proprietà terriera molto diffusa e, per la verità, portata talora a esasperare i caratteri del proprio individualismo con il conseguente rifiuto di una qualsiasi proposta di cooperazione; nel campo politico una democrazia cristiana (70 per cento all'area Zaccagnini nelle votazioni per l'ultimo congresso), che, a detta degli interessati, non si è discostata mai dalle sue autentiche vocazioni e radici popolari, è stata sempre molto sensibile ai problemi sindacali: di qui il vasto consenso che essa riscuote. Eppure. nell'imminenza delle consultazioni amministrative, gli avversari credono di cogliere i sintomi di un logoramento, di una stanchezza. «Sembra che la situazione politica stia per mettersi in movimento^, sostiene Franco Colucci, segretario provinciale del psi. Ed elenca: nel 1979 la de a Lucca non ha raggiunto il 50 per cento; la contestazione giovanile arriva in ritardo (come accade a tutti i fermenti che scuotono 11 Paese), ma arriva e il partito di maggioranza non riesce ad assorbirla facilmente; un consigliere de, il Franchi, si stacca dal partito e presenta una lista cittadina autonoma, che può dare fastidio; c'è per la prima volta una lista «verde» degli ecologisti, che tenta di far leva sul malumore della popolazione causato dai problemi irrisolti dell'inquinamento; c'è per la prima volta il pdup; c'è soprattutto aria di crisi economica, con aziende che minacciano la riduzione del personale, «ficco — conclude Colucci — tante spine nel fianco dei grandi gruppi familiari, nei quali sinora si è identificata la de e per messo dei quali la de Ita esercitato la propria egemonia». «La de lucchese — dicono alla federazione comunista — non è quella siciliana, d'accordo, ma il suo immobilismo è sconcertante: governo sensa proposte, la sua regola è l'attesa, il rinvio. Il risultato è che a Lucca abbiamo i servisi sociali più arretrati e più cari della Toscana: il gas, i trasporti, gli asili-nido, tanto per fare alcuni esempi». «Ciò non toglie — puntualissano i socialisti — che il pei abbia appoggiato dall'esterno per un certo periodo la giunta formata da democristiani, repubblicani e socialdemocraticU. Ed è proprio questo tipo di giunta, costituitasi nel 1977, che la de chiama in causa quando si tratta di controbattere l'affermazione di una sua presunta egemonia. «Con la maggioranza assoluta potevamo governare da soli — ricorda Maria Eletta Martini — abbiamo voluto invece allargare l'area della partecipazio¬ ne e del consenso, con ciò collocandoci nel solco della tradisione degasperiana. Quanto alla contestasione giovanile, nella quale si vuole individuare una delle cause di una nostra possibile crisi, essa esiste, è vero, e l'università di Pisa esercita in proposito un'influensa negativa. Ma non dimentichiamo che le prime forme di contestasione si ebbero anni fa proprio nel campo cattolico. Ebbene, sono state superate e assorbite». «Astone amministrativa lenta, la nostra? — si domanda Olivo Ghilarducci, segretario provinciale de —proprio non direi. In ogni caso non deve essere dimenticata la difficoltà dei rapporti tra un Comune de e una Regione socialcomunista: la giunta regionale giorno dopo giorno neutralissa, soffoca «Cionono¬ stante, come dicevo — interviene Maria Eletta Martini — non siamo sulla difensiva. Secondo un luogo comune Lucca è un'isola bianca nel mare rosso della Toscana. Errore: Lucca non è un'isola, vuol essere un'alternativa». «Il nostro modello socioeconomico, che assicura tra l'altro una grande tranquillità sociale — spiega Ghilarducci — non è valido soltanto per noi; riteniamo che sia un modello esportabile, cosi come quello marchigiano, di cui si fa un gran parlare». E mostra un bozzetto adottato dalla de per la campagna elettorale: da Lucca partono tante frecce verso il resto della Toscana, il simbolo di una volontà d'iniziativa diretta a rompere l'accerchiamento e a superare possibili segni di crisi. Dice la Martini: «E in que¬ st'iniziativa siamo aiutati da tanti giovani. L'età media nella lista comunale è 31 anni, nelle liste circoscrizionali ci sono parecchi diciottenni. Il ricambio generazionale c'è stato e molto incisivo. Altro che consorterie familiari, che esercitano il proprio dominio sulla de e su Lucca». E' sera, piove. Al «Teatro, del Giglio» sta per giungere da Napoli l'on. Scotti per l'apertura della campagna elettorale. Lo attende uno sparuto drappello. Quando l'ex ministro del Lavoro incomincerà a parlare nell'apposita saletta saranno in centocinquanta. Gli applausi non si sprecheranno. «Sempre cosi —commentano i democristiani —: gente ritrosa e anclie un po' pigra i lucchesi. Poi però quando si recano alle urne...». Clemente Granata