Venezia rischia già di soffocare nell'abbraccio di troppi turisti di Giuliano Marchesini

Venezia rischia già di soffocare nell'abbraccio di troppi turisti E la stagione delle vacanze non è ancora cominciata Venezia rischia già di soffocare nell'abbraccio di troppi turisti Nel mese di marzo, il 40 per cento di presenze in più rispetto allo scorso anno - Intanto anche le spiagge venete faranno il pieno, con maggioranza di tedeschi e austriaci DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE VENEZIA — I vaporetti s'appoggiano ansimando agli imbarcaderi, sopportano massicci «assalti». Per Venezia, è già stagione piena. E si direbbe che la città lagunare faccia perfino fatica a reggere il peso di queste decine di migliaia di visite; calli congestionate in certe ore del giorno, faticosa ricerca di posto negli alberghi del centro storico. L'onda del turismo, che si è riversata in abbondanza sulla «Serenissima», tocca anche le zone balneari del Veneto; qui e là, sulle spiagge, spuntano ombrelloni sotto i quali tedeschi e austriaci si spartiscono vacanze precoci. Vista la consistenza del fenomeno, e tirate le somme delle prenotazioni, le prospettive per questa stagione appaiono confortanti; dalla laguna ai litorali, dovrebbero andare infittendosi le schiere di ospiti. A Venezia, se continua cosi, il turismo rischia addirittura di straripare. Nel mese di marzo, ci dicono, si è registrato un aumento di presenze attorno al 40 per cento; misura della straordinaria devozione alla «Serenissima». Titta Blanchln, addetto stampa dell'Azienda di soggiorno, osserva: «Si sente ripetere che\ Venezia può morire, così cresce il numero di visitatori. Sono spinte emotive. Ma vi sono altri motivi di forte richiamo: le mostre, ad esempio, le manifestazioni. Influisce parecchio, poi, l'attività della Fondazione Cini, sempre al centro di interessi culturali». Venezia è anche «abbracciata» dal cosiddetto turismo di massa, che negli anni scorsi ha avuto un vistoso sviluppo, suscitando certe reazioni in chi teme che guesto genere d'invasione contribuisca alla •decadenza» del centro stori' co. «Afa è inutile lamentarsi — dice Bianchin —.Osi rinuncia a quel tipo di turismo, oppure se ne accettano le conseguenze. Piuttosto che polemizzare, bisogna pensare a realizzare strutture adeguate per queste, fiumane di ospiti». «La «Serenissima», insomma, dovrebbe predisporre una mi' gliore accoglienza a quanti vengono a renderle omaggio con il sacco a pelo. Dagli splendori di Venezia al grande emporio della vacanza sulle spiagge. lesolo, grosso centro della villeggiatura sull'Alto Adriatico, conta di vedere il suo litorale particolarmente affollato. Qui il bilancio dell'estate del '79 vien giudicato «abbastanza lusinghiero». E per la stagione che si apre, le previsioni inducono all'ottimismo. L'offerta balneare iesolana, tra' l'altro, ha raggiunto «mercati» della Danimarca, del Belgio, dell'Olanda, l'attività promozionale si è allargata in Inghilterra. Nuovi plotoni di villeggian¬ ti, dunque, dovrebbero muoversi in direzione della spiaggia veneta. «Certo — dice Ferdinando Capecchi, presidente dell'Azienda di soggiorno di lesolo — non abbiamo trascurato i nostri clienti abituali». Gli «affezionati», da queste parti, sono tedeschi e austriachi, che vanno a distendersi puntuali sulla striscia di sabbia iesolana. animano la chilometrica passeggiata, si riversano nelle grandi birrerie di stampo bavarese. Ma qualcosa va cambiando anche a lesolo. E tra le iniziative che partono da questo centro, una penetra nei Paesi dell'Est, alla ricerca di un rilancio del turismo proveniente da quelle zone. «Noi—commenta Ferdinando Capecchi — pensiamo che la nostra località abbia una vocazione europea, e non limitata all'area occidentale». Già la scorsa estate s'è stabilita una certa corrente; gruppi di polacchi e cecoslovacchi hanno scelto questo litorale per la loro vacanza. «Quest'anno — dice Capecchi — abbiamo deciso di sostituire il nostro slogan; non più "L'Europa giovane si incontra a lesolo", ma "Il mondo giovane si incontra a lesolo"». Appaiono in evoluzione, di fronte alle prospettive d'intensificazione del flusso turistico, anche gli altri centri balneari del Veneto. Sottomarina, 50 mila posti letto, sta per avere una «popolazione» molto densa (tedeschi, austriaci, belgi, olandesi, francesi, svizzeri) e cerca nuova «clientela», offrendo tra l'altro attrezzature sportive, un porto turistico, un impianto di depurazione. A Caorle, definita «la spiaggia di Vienna» per la gran massa di austriaci che abitualmente la frequentano, il conto dei posti prenotati denuncia per quest'estate un rialzo attorno al 20 per cento; dicono che stavolta i germanici strapperanno ai viennesi il primato delle presenze. Una grossa porzione di turismo, soprattutto di quello che vien giù dal Brennero, tocca anche alle sponde venete del Lago di Garda, è distribuita tra gli alberghi e i campeggi della «Riviera degli Ulivi», da Peschiera a Malcesine. Un genere di villeggiatura tradizionale, in larga parte consumata dai tedeschi. All'aprirsi della stagione, torna ad agitarsi un problema sullo specchio del Benaco: quello dei motoscafi che sfrecciano, incrociano, talvolta compiono evoluzioni tra i bagnanti. Per motivi ecologici, e anche di sicurezza, s'è promossa lo scorso anno una raccolta di firme; si chiede che venga vietata la navigazione, sul Garda, delle imbarcazioni a motore da diporto. Le polemiche, su questo aspetto della vacanza gardesana, sono ancora aperte. Giuliano Marchesini

Persone citate: Bianchin, Capecchi, Ferdinando Capecchi, Peschiera, Titta Blanchln