Si allarga la ribellione nella Corea del Sud La tregua è difficile nella città di Kwangju
Si allarga la ribellione nella Corea del Sud La tregua è difficile nella città di Kwangju I carri armati dell'esercito hanno circondato la provincia in rivolta Si allarga la ribellione nella Corea del Sud La tregua è difficile nella città di Kwangju NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE 8UNCHON — In un raggio di 150 chilometri da Kwangju, dove si è scatenata da quattro giorni una insurrezione armata, le autorità militari del Sud Corea hanno attuato una manovra destinata ad avvolgere tutto il Sud della provincia di Cholla e a isolare i focolai della ribellione. Carri armati pesanti sono stati dislocati nei sobborghi di Kwangju, dove gli insorti rifiutano di consegnare le armi. Il comandante della legge marziale, generale Lee Hui-song, ha ammonito con volantini lanciati dagli elicotteri che chiunque porti un'arma, munizioni o esplosivi sarà considerato rivoltoso e rischia la fucilazione. La città è totalmente Isolata, nessuno può più entrarvi. Mezzi corazzati sono anche stati collocati presso la base aerea di Songjongri. I cadaveri di 52 persone rimaste uccise nella rivolta sono esposti da ieri nel centro di Kwangju, dove l'imposizione di una tregua ha portato un'incerta quiete. Migliala di cittadini sono passati in lacrime davanti al caduti. Si ignora il numero esatto dei morti, potrebbero essere un centinaio. Ieri un migliaio di fucili sono stati consegnati dai dimostranti, ma le strade sono ancora pattugliate dal gruppi di dimostranti. Difficilmente la tregua potrà essere fatta accettare a tutti: il governo, infatti, non ha accolto tutte le richieste del dimostranti. Ha respinto, per esempio, l'ipotesi di revoca della legge marziale; il rilascio dal carcere di uno del massimi dirigenti dell'opposizione, Kim Dae-jung; l'allontanamento del generale Chun Doo-hwan, il comandante militare che in pratica detiene il potere. Il governo ha invece accettato di discutere il rilascio di alcuni dimostranti, un risarcimento alle famiglie dei caduti, l'astensione da rappresaglie dopo il ritorno alla normalità. Da giovedì, tuttavia, i disordini hanno la tendenza ad espandersi. Ieri ci sono state manifestazioni a Pusan, 11 grande porto del Sud-Est. Ai Ovest il porto di Mokpo, a una sessantina di chilometri da Kwangju, è in mano ai dimostranti, e le autorità hanno abbandonato la città. U i.di; sordini sono iniziati mercoledì pomeriggio, con l'arrivo da Kwangju di trecento dimostranti su camion presi all'esercito. Durante la notte una folla di circa 30 mila persone ha disarmato la polizia, ha incendiato la sede della Kcla (i servizi segreti), la stazione radio, il municipio, gli edifici del porto e ha preso il controllo della città. La polizia municl; pale ha dovuto essere sgomberata con le vedette della Marina. Secondo testimoni alcuni agenti, toltasi l'uniforme, si sono uniti al dimostranti. Mokpo, come Kwangju, sembra in preda a una totale anarchia. Ma non ci sarebbero state molte vittime, in quanto i militari sono rimasti consegnati nelle caserme. Le comunicazioni di questo porto (210 mila abitanti) con 11 resto del Paese sono interrotte. Tutta la regione è circondata dall'esercito. Già da giovedì altre manifestazioni erano segnalate a Posang, Polgyo e Changhung, presso Kwangju. A Songjongri 1 manifestanti hanno incendiato la fabbrica di pneumatici Samyang, la più importante del Paese. Nell'isola di Wando la polizia avrebbe occupato le stazioni di polizia. Manifestazioni avrebbero avuto inizio ieri anche a Nord di Kwangju, nella città di Chongju, capoluogo della parte settentrionale della regione di Cholla. Le strade principali sono state bloccate con barricate, in particolare l'autostrada da Seul a Pusan. In tutto il Sud le comunicazioni sono paralizzate. L'esercito cerca non solo di isolare i focolai, ma anche di evitare che i tumulti della regione di Cholla si propaghino a quella attigua di Kyongsang e alle città di Pusan e Masan, dove si sono avuti lo scorso ottobre disordini nei quali morirono una decina di persone. Sul ponte che attraversa il fiume Somjln i militati, con mitragliatrici pesanti, perquisiscono gli autocarri. ' Come può evolvere la situazione? I pourparler fra il comandante militare della regione di Kwangju e un comitato civile guidato dal vescovo della città non riflettono l'ottimismo espresso dal governo. Si è evitata un'escalation, ma si dubita che ci possa essere una soluzione finale soddisfacente. Una tensione estrema regna fra esercito e popola¬ zione, In seguito alla feroce repressione da parte delle forze armate, li cui gli abitanti di Kwangju danno un quadro impressionante. Unmedico ci ha raccontato che. i soldati gli hanno strappato di mano uno studente mentre stava operandolo; altri ci hanno detto che numerose persone sono state trascinate con una jeep e che i para hanno caricato la folla con le baionette. Philippe Pons Copyright «Le Monde» e per l'Italia «La Stampa» Si ' ^ Kwangju. Auto distrutte, lancio di sassi, lotta a colpi di bastone, durante una manifestazione
Persone citate: Chun Doo-hwan, Kim Dae-jung, Lee Hui-song, Philippe Pons
Luoghi citati: Corea Del Sud, Italia
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