Le banche, aria di tempesta di Eugenio Palmieri

Le banche, aria di tempesta I partiti premono, compito difficile per Pandolfi Le banche, aria di tempesta Si riunisce il Comitato per il credito che, salvo colpi di scena, dovrebbe varare un primo pacchetto di nomine (Casse di Risparmio) - La lista del Governatore della Banca d'Italia - Ieri circolavano voci di minacciate dimissioni del ministro del Tesoro ROMA — Le grandi manovre all'interno dei partiti al governo e dentro e fuori le stanze di molte Casse di risparmio dovrebbero subire una pausa: oggi si riunisce il Comitato del credito, che, a meno di altri colpi di scena, dovrebbe varare un primo pacchetto di nomine. La posta in palio è il rinnovo di 59 presidenze e 72 vicepresidenze, alcune delle quali in regime di «prorogatici» da almeno dieci anni: un record. L'operazione, a prima vista semplice, potrebbe rivelarsi pericolosa. Le pressioni nei partiti sono state fino all'ultimo fortissime tanto che ieri in Parlamento circolavano voci di dimissioni di Pandolfi se non si allentava la morsa «politica». Da sempre la scelta del presidente di una Cassa di risparmio, salvo alcune eccezioni, è causa di dispute soprattutto in casa democristiana, trattandosi di uno strumento finanziario di grande interesse locale. Si ricordano ancora i litigi dell'ex governatore Carli in alcuni Comitati di credito, dove la pratica della lottizzazione, anche correntizia, aveva portato a situazioni paradossali. Negli ultimi anni le cose sono cambiate, ma ogni tanto i Vecchi vizi riaffiorano: la riunione del Comitato del credito del 15 pare sia andata a vuoto proprio per un ritorno all'antico con screzi tra democristiani e socialisti. Nel dicembre scorso il Par- lamento approvò una proposta del ministro del Tesoro Pandolfi, secondo la quale per la scelta dei candidati bisognava rifarsi alle procedure previste dalla legge bancaria del '38 caduta in disuso da tempo. In questo modo si tornava alla 'Centralità- della Banca d'Italia, ossia ad una scelta attraverso un metodo che non fosse esclusiva espressione dei fiduciari dei partiti. Ma la nuova linea di comportamento, a parole apprezzata dalle forze politiche, in realtà è stata disattesa se è vero che l'ultima riunione è terminata con un nulla di fatto. Comunque oggi Pandolfi, pur tra mille difficoltà e patteggiamenti, non dovrebbe mancare l'appuntamento: sul tavolo del Comitato del credi¬ to c'è la lunga lista preparata dal governatore della Banca d'Italia Ciampi, alla quale il ministro del Tesoro, nella propria autonomia, può aggiungere qualche nome rispondente a criteri di onestà e di professionalità. Non va dimenticato, infatti, che le scelte del Comitato del credito dovranno passare al setaccio del Parlamento ed una bocciatura avrebbe effetti non secondari, anche se si tratta di un parere non vincolante per il governo. Il primo nodo da sciogliere è rappresentato dalla presidenza della Cariplo. Il candidato numero uno resta Cesare Golfari, ex presidente della Regione Lombardia, democristiano, molto vicino al ministro dell'Agricoltura Marcora. Pare che il nome di Golfari non fosse incluso nelle terne di Ciampi, mentre alla Cariplo, la maggiore delle Casse di risparmio, è lotta aperta anche per la direzione generale tra chi vorrebbe un candidato interno e chi vorrebbe imporre un candidato «politico». Quello della Cariplo è il caso più emblematico del rischio di immobilismo, che minaccia l'intero sistema nell'eventualità di un altro rinvio. Allo scioglimento della questione presidenza è infatti legata la soluzione per la ricapitalizzazione dell'Italcassp, dal momento che nessuno alla Cassa lombarda se la sente di sottoscrivere alcunché, tanto pili un'operazione di carattere straordinario come quella elaborata per rimettere in piedi l'istituto scosso dal terremoto della gestione Arcami. Ci sono poi le quattro Casse del Veneto, dove le influenze dei vari padrini politici sono altrettanto forti. A Venezia, «piazza» del ministro delle Partecipazioni Statali De Michelis, è in lizza il socialista Nardi affiancato dai democristiani Gambaro e Gatto. Alla Cassa di Padova e di Rovigo, feudo del ministro dell'Industria Bisaglia, sono in corsa tre democristiani, Dal Pian, Tecchio e Agugiaro. Sono soltanto alcune indicazioni, mentre le scelte definitive spettano al Comitato del credito, cne dovrà allontanare il sospetto di un ritorno ai metodi antichi. Eugenio Palmieri

Luoghi citati: Lombardia, Padova, Pian, Roma, Rovigo, Veneto, Venezia